Un saluto a tutti, se permesso, riguardo a questo argomento chiedo il vostro parere per capire se sono proprio fuori strada o solo molto indietro nell'intendere alcuni concetti a livello generale:
Può essere corretto ritenere che quello che si sta cercando di fare, o meglio si è realizzato con il Full Moss, sia in alcuni aspetti assimilabile a quello che in ottica è uno stereogramma?
Nel senso che: così come l'immagine tridimensionale dello stereogramma viene percepita (smascherata) dalla sovrapposizione di 2 viste della stessa immagine riferite a 2 direzioni che si focalizzano in un determinato punto oltre il piano del foglio,
può essere che:
le 2 storie spazio-temporali, riprodotte dai diffusori (con determinate modalità di emissione) concentrandosi e focalizzandosi alla testa dell'ascoltatore, riescano a fare in modo che, a livello percettivo, il cervello possa sincronizzarsi sui “caratteri di congruenza” (presenti nelle 2 sequenze L & R) e appartenenti alle singole storie spazio-temporali delle singole sorgenti sonore di prima generazione, portando alla creazione di una sorta di campo sonoro intorno alla testa dove l'ascoltatore avverte la percezione spazio-temporale degli strumenti di origine.
Se quanto scritto ha un senso proseguo col ragionamento:
con lo stereogramma, per avere la percezione dell'immagine nascosta, devo portare l'attenzione su un piano spaziale diverso da quello del foglio che ha l'immagine visibile normalmente;
in riproduzione, per fare in modo che il cervello riesca a discriminare la storia S-T di prima generazione, contenuta all'interno della nuova storia S-T nell'ambiente di riproduzione, devo riuscire a proporla come se appartenesse a un diverso piano spazio-temporale.
Si potrebbe considerare che l'ascoltatore, essendo investito inizialmente dal suono diretto dei diffusori, immagazzina nella propria finestra di memoria temporale il contenuto originale della sequenza delle storie S-T di prima generazione; se si riesce a fare in modo che i contributi dell'ambiente di riproduzione dalla prima riflessione in poi avvengano con modalità spaziali specifiche e slittate temporalmente (ritardate) quel tanto che basta (non ho idea né quanto né come), forse la nostra sensibilità percettiva riesce a separare le 2 storie spazio-temporali e a concentrarsi su quella che interessa.
Mi scuso per l'approccio semplicistico e per nulla tecnico, e ringrazio per le osservazioni che mi aiutino, se possibile, a chiarirmi le idee e proseguire nella comprensione.
Aldo