Re: Melius Club aggiunge uno zero (e poi raddoppia...)
Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 7 novembre 2018, 15:33
Colgo l'occasione per lanciare una picco,a riflessione sul futuro dell'HiFi in Italia, visto che la vicenda VHF/Melius Club ne è un valido indicatore.
Partiamo da una premessa quanto mai "scomoda", vale a dire dalla constatazione che l'HiFi non è affatto simile ad altri hobby, come p.es. la fotografia o il modellismo.
Negli altri hobby manca quasi del tutto la componente commerciale, che è invece determinante nelle scelte degli appassionati di HiFi, che spesso guardano prima alla scontistica ed alla rivendibilità, piuttosto che alle prestazioni musicali e tecniche delle componenti dei loro impianti.
E' importante questo...? Ebbene SI'... se solo si pensa che nel giro di cinque-sei anni il valore dell'usato di alto livello è sceso praticamente a zero, di fatto bloccando tutti quegli acquisti come "ex demo al 55% di sconto sul Listino"
Altro aspetto importante è la scomparsa -da più di dieci anni- della fascia intermedia, dovuta ai prezzi troppo alti a confronto di quelli dell'ottima paccottiglia Made in China (p.es. Indiana Line o Cerwin Vega, per capirci).
Era rimasto uno zoccolo duro fatto di autocostruttori, ambiziosi quanto ignari dei limiti delle loro realizzazioni. A loro ha pensato il Web, ridimensionandoli e ponendoli l'uno contro l'altro in concorrenza (per sbolognare le loro vecchie creazioni, per far spazio alle nuove).
Ultimamente si sono rivelate più resistenti di tutte DUE CATEGORIE di appassionati: i Vintagisti ed i Riciclatori da Discarica, suddivise tra loro da un confine davvero difficile a definirsi.
Entrambe sanno però bene di giocare con un equivoco di fondo, perché la massima parte dei trasduttori dei diffusori si sfarina dopo pochi decenni e -comunque- si tratta di trasduttori delicatissimi e tendenzialmente distorcenti, non appena si ascolta qualcosa di impegnativo. Ma se l'idea è quella di ascoltare solo voci femminili e chitarre... allora una coppia di Indiana Line nuova fiammante ed in garanzia è una concorrente formidabile, specie da quando le quotazioni di tanti oggetti d'epoca è salita a livelli da rotolarsi per terra dalle risate...
Quanto agli amplificatori, anche qui la roulette russa si gioca sull'invecchiamento dei condensatori elettrolitici, che sono spesso anche assai numerosi, per cui un recapping finisce per costare più dell'ampli raccattato qui o là a due spicci.
Alla fine di questa breve analisi si deduce che la componente commerciale dell'Alta fedeltà è destinata a svanire nel nulla, se questo non è già ampiamente accaduto.
Chi e cosa resterà...?
Secondo me resteranno solo pochissimi appassionati veri, di quelli che si mettono in casa impianti semplici e di elevatissime prestazioni, nonché resistentissimi all'obsolescenza.
Pensate -per esempio- a quegli appassionati che negli anni '60 si misero in casa oggetti come le JBL Paragon o le EV Patrician 800... e magari ci si sono divertiti ad ascoltare musica per decine di anni... ed ancora hanno in casa oggetti che valgono e che si possono riparare !
Chi riparerà le Focal Grand Utopia o le Dynaudio Consequence, quando queste Aziende avranno convertito tutta la loro produzione ai giocattoli domestici tipo Tivoli Audio...??? E se chiudessero B&W, KEF, Pro-Ac, come JBL ed EV...? Quanto può andare avanti una Sonus Faber senza azzeccare un solo diffusore Top che suona...? Ed Opera, che nemmeno ne propone più...???
vengono le lacrime agli occhi!