una punta di follia

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Messaggio da leggereda ciofne » 2 feb 2009, 8:44

Le abbiamo viste costruite con vari materiali, dall'ottone all'acciaio e perfino di ceramica.
Con la punta appuntita o stondata.
A corredo poi esistono le sottopunte e i vari blocchetti di materiale xxxx.
Qualcuno mi sa dare una spiegazione del come funziona una punta?

Valter
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Re: una punta di follia

Messaggio da leggereda baby rattle » 2 feb 2009, 10:36

..quale colomba dal desìo chiamata...

siamo a marzo 2003!

prima ancora, molto prima, si deve far riferimento all'articolo di pucacco sul n. 38 di Fedeltà del suono, ancora in formato mini, intitolato "sulle punte" , c'era stata la lettera di confutazione dell'articolo di pucacco con le relative questioni di merito, spero di ritrovarla.



Caro Gianfranco
leggo su FDS n. 101 nuovamente l'articolo di Pucacco " sulle punte" e la cosa mi sembra francamente incredibile.
L'autore propone come incipit una lagnanza che trovo anche altrove, qualunquista e disfattista: in tanti anni di Hi End non è successo nulla!
Naturalmente questo vale per lui e per tutti quelli che invece di coltivare la scienza coltivano l'ignoranza.
L'autore lamenta poi l'INCOMPRENSIONE delle idee esposte fin dal numero 38 di FDS; se si potesse veramente contare sulla incomprensione da parte di chi legge potremmo considerarci fuori pericolo, in realta le tesi esposte nella loro verosimiglianza da "senso comune" sono pericolosissime e foriere di impedire quell'avanzamento della tecnica da lui stesso agognato.
Porto sempre un esempio: il senso comune porta a rappresentare certi fenomeni mediante il concetto di forza centrifuga, il Sig. Pucacco sa (spero!) che la forza centrifuga non esiste (tralascio di dettagliare le condizioni di riferimento inerziale); un tale concetto per il sentire comune è perdonabile ed ininfluente mentre per chi parla di scienza è imperdonabile e squalificante nonchè di impedimento alla comprensione e rappresentazione della fenomenologia.
L'autore si è ben guardato dall'argomentare in risposta alle obiezioni che mossi al precedente articolo e sinceramente gongolavo nell'immaginare Pucacco rosso di vergogna intento a meditare sulle scempiaggini scritte; il rilevare poi l'assenza di suoi ulteriori articoli mi suscitava l'idea di aver contribuito alla suo vantaggioso "ritiro".
Niente di tutto questo, Pucacco ancorchè non essersi vergognato ed emendato ritorna con le medesime tesi ancora più convinto e deciso a rivelarcele, naturalmente sempre nell'aura di certezza incrollabile che non vi sono certezze incrollabili ovvero soluzioni uniche ed univoche ma solo forme di giusto compromesso restando inteso che tale compromesso alchimistico è noto solo a lui.
E' incredibile che un uomo di scienza neghi se stesso e la sua scienza!
Tutta la scienza gli indica CERTEZZE INCROLLABILI, solo nel mondo dell'Hi-Fi queste certezze incrollabili non si riescono a trovare, sembra un secchio dell'immondizia questa Hi-Fi, un immondezzaio dove tutti vanno a portare il loro stare nel mezzo: ascoltoni e misuroni? una massa di coglioni si mette nel mezzo!
Digitale o analogico? perchè non stare nel mezzo? A far che, obietto?
Come mai tutto il mondo della tecnica trova certezze incrollabili e l'Hi-Fi no!
Non sarà mica questo la condanna di questo mondo, il suo peccato originale!
Se considero la Scienza trovo certezze incrollabili.
Se considero l'ignoranza trovo certezze incrollabili!
Se considero le religioni (quante religioni!) trovo certezze incrollabili!
Se considero il mondo del calcio trovo certezze incrollabili!
Proviamo ciascuno di noi a fornirci di certezze incrollabili, avremo di che interloquire e magari transitare ad altre certezze incrollabili; solo le certezze incrollabili vediamo crollare!
Se considero una formula uno trovo certezze incrollabili sui fattori tecnici prestazionali: peso ( minimo); potenza (massima); spinta verso il basso (massima); aderenza (massima); momento polare d'inerzia (minimo); velocità (massima); accelerazione (massima); resistenza all'avanzamento minima; costo (no-problem); si conosce perfettamente cosa è utile conseguire e pertanto dove indirizzare gli sforzi.
Consideriamo l'Hi-Fi: dimensione e numero degli altoparlanti (boh!); potenza istallata (boh!); valvole o transistor (boh!); analogico o digitale (boh!) ( un paio di ciufoli!); dinamico o elettrostatico (boh!); bassa o alta efficienza (boh!); isolare o accoppiare (boh!, Pucacco!, boh!).
Come mai dopo oltre trenta anni di informazione non è stata ancora fornita una informazione?
Nessuno al mondo può confondere un Tir o una Cinquecento, una Rolls Royce o una formula uno, nessuno si sognerebbe di vantare la superiorità della formula uno sul Tir, ognuno vive in una categoria di appartenenza in un relativo senza confusione di individualità e di valore.
Come mai c'è in Hi-Fi chi viaggia con un Tir pensando di essere su una formula uno, o peggio che pretende che la sua formula uno sia attrezzata come un Tir?
Come mai predomina, anche per impianti ultracentomilionari un VAF (termine mai scritto in modo completo!) senza la percezione che il nominato ed augurato VAF impedisce qualsivoglia prestazione del'impianto?
Proviamo a dotare l'Hi-Fi di certezze incrollabili:
-Ogni e qualsivoglia misura non ha nulla a che vedere con i suoni musicali.
-La rappresentazione dei suoni musicali nel dominio della frequenza è il più madornale errore della tecnica della riproduzione dei suoni musicali e non solo.
-L'intera scienza della SONORIZZAZIONE degli ambienti, a cominciare dall'acustica tecnica nota, non ha nulla a che vedere con la RIPRODUZIONE dei suoni musicali.
-Gli strumenti di misura non possono dare conto dei significati.
-La risposta in frequenza non può rappresentare la sensazione sonora ne l'evento spazio temporale.
-Non si può rappresentare un CAMPO sonoro mediante la misura in un solo punto e mediante un solo tempo di decadimento.
-L'unico elemento a doversi muovere in una cassa acustica è la membrana.
-L'onda anteriore è il segnale utile, l'onda posteriore è un segnale di errore della stessa grandezza di quello utile!!!!!
-La rigidezza dinamica di ogni macchina suonante è l'elemento prestazionale omnicomprensivo di tutto il versante meccanico dell'impianto (e non solo, con una estensione della accezione al versante elettronico).
-Nessun dispositivo rigido può realizzare un isolamento, tantomeno in orizzontale.
-L'isolamento dal mondo esterno realizza, in concorso,il massimo della rigidezza dinamica: un corpo isolato non può vibrare, le sue parti oscilleranno in modo relativo solo alle frequenze del segnale utile; il moto avrà un decadimento temporale dipendente unicamente dallo smorzamento meccanico ed elettrico del sistema!
Ed eccoci arrivato a Pucacco: lo sconvolgimento che egli apporta ad acquisiti concetti di meccanica razionale (certo è un pò dura, ma allora di che parliamo?) ed il suo perseverare nell'errore comporterebbero una segnalazione al suo dipartimento di Fisica presso l'Università La Sapienza di Roma, e non è detto che questo non verrà fatto visto la profondità ed estensione degli errori compiuti.
Lo scarico delle vibrazioni è un concetto che può attenere ad un incallito marinatore della scuola del'obbligo, esso non è ammissibile per un laureato in fisica.
Non vi è nulla da scaricare!Trattasi di regimi vibrazionali ove tanto si scarica....e tanto si ricarica; e non provi il signor Pucacco a parlare di transienti che già ne ha combinate tante!
L'assenza del concetto che un corpo sospeso a frequenza fuori della banda utile non può vibrare alle frequenze di banda rimanda alla necessita di ripercorrere gli studi a partire dalla scuola dell'obbligo.
Ma provi solamente, questo sig. Pucacco, a sospendere con un elastico un motorino che vibra e vada poi ad applicare i suoi concetti a quello che osserva, e ciò fatto, si tolga finalmente di torno!
La riproposizione della formula della costante elastica con l'evidente errore di attribuzione al cono mostra una perseveranza degna di miglior causa.
Il modello di riferimento che non prevede una macchina elementare cui si va ad aggiungere il dispositivo in esame è infine la summa della scelleratezza inemendata del Pucacco!
Caro Gianfranco, non oso chiederti nulla, conosci la situazione di contenzioso in atto con Audio Review, non posso aprirne un altro con FDS, spero solo che terrai in buon conto queste considerazioni traendone spunto, se riterrai, per INFORMARE e far chiarezza sui tanti bistrattati temi sopra accennati, a cominciare dalla NOTIZIA, ancora in anteprima mondiale perchè nessuno vuole pubblicarla, che i dispositivi di che trattasi sono tutti delle molle: coni, cilindri, grafite, molle ad aria con la sola differenza totalizzante, della frequenza fondamentale di oscillazione che conferiscono al carico sospeso.
Vi sono due mondi inconciliabili, come un alettone dritto ed uno rovescio: molle che sospendono a frequenza fuori banda audio e quelle a frequenza in banda audio; a Pucacco trarne le conseguenze sul piano tecnico e personale.
L'impianto sperimentale Moss è pervenuto ad un livello prestazionale inimmaginabile, se ti avvicini da queste parti vieni ad ascoltarlo.
Un caro saluto
Lorenzo Russo
.

Raphaèl maì amècche zabì almi
vede signor norico nordata, il problema è questo: se io le fornisco le spiegazioni, Lei le capisce?
se comprimi l'aria ti sei pippato l'onda
ad ogni scheggiatura del suono, ad ogni spigolo dell'onda corrisponde una fitta al cervello!
LUTTO FRESCO, bebbo consegna a omi cidio
dormi tranquillo e asciutto, passato quello arriva altro lutto


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Re: una punta di follia

Messaggio da leggereda mode2 » 2 feb 2009, 11:34

baby rattle ha scritto:..quale colomba dal desìo chiamata...

siamo a marzo 2003!

prima ancora, molto prima, si deve far riferimento all'articolo di pucacco sul n. 38 di Fedeltà del suono, ancora in formato mini, intitolato "sulle punte" , c'era stata la lettera di confutazione dell'articolo di pucacco con le relative questioni di merito, spero di ritrovarla.



Caro Gianfranco
leggo su FDS n. 101 nuovamente l'articolo di Pucacco " sulle punte" e la cosa mi sembra francamente incredibile.
L'autore propone come incipit una lagnanza che trovo anche altrove, qualunquista e disfattista: in tanti anni di Hi End non è successo nulla!
Naturalmente questo vale per lui e per tutti quelli che invece di coltivare la scienza coltivano l'ignoranza.
L'autore lamenta poi l'INCOMPRENSIONE delle idee esposte fin dal numero 38 di FDS; se si potesse veramente contare sulla incomprensione da parte di chi legge potremmo considerarci fuori pericolo, in realta le tesi esposte nella loro verosimiglianza da "senso comune" sono pericolosissime e foriere di impedire quell'avanzamento della tecnica da lui stesso agognato.
Porto sempre un esempio: il senso comune porta a rappresentare certi fenomeni mediante il concetto di forza centrifuga, il Sig. Pucacco sa (spero!) che la forza centrifuga non esiste (tralascio di dettagliare le condizioni di riferimento inerziale); un tale concetto per il sentire comune è perdonabile ed ininfluente mentre per chi parla di scienza è imperdonabile e squalificante nonchè di impedimento alla comprensione e rappresentazione della fenomenologia.
L'autore si è ben guardato dall'argomentare in risposta alle obiezioni che mossi al precedente articolo e sinceramente gongolavo nell'immaginare Pucacco rosso di vergogna intento a meditare sulle scempiaggini scritte; il rilevare poi l'assenza di suoi ulteriori articoli mi suscitava l'idea di aver contribuito alla suo vantaggioso "ritiro".
Niente di tutto questo, Pucacco ancorchè non essersi vergognato ed emendato ritorna con le medesime tesi ancora più convinto e deciso a rivelarcele, naturalmente sempre nell'aura di certezza incrollabile che non vi sono certezze incrollabili ovvero soluzioni uniche ed univoche ma solo forme di giusto compromesso restando inteso che tale compromesso alchimistico è noto solo a lui.
E' incredibile che un uomo di scienza neghi se stesso e la sua scienza!
Tutta la scienza gli indica CERTEZZE INCROLLABILI, solo nel mondo dell'Hi-Fi queste certezze incrollabili non si riescono a trovare, sembra un secchio dell'immondizia questa Hi-Fi, un immondezzaio dove tutti vanno a portare il loro stare nel mezzo: ascoltoni e misuroni? una massa di coglioni si mette nel mezzo!
Digitale o analogico? perchè non stare nel mezzo? A far che, obietto?
Come mai tutto il mondo della tecnica trova certezze incrollabili e l'Hi-Fi no!
Non sarà mica questo la condanna di questo mondo, il suo peccato originale!
Se considero la Scienza trovo certezze incrollabili.
Se considero l'ignoranza trovo certezze incrollabili!
Se considero le religioni (quante religioni!) trovo certezze incrollabili!
Se considero il mondo del calcio trovo certezze incrollabili!
Proviamo ciascuno di noi a fornirci di certezze incrollabili, avremo di che interloquire e magari transitare ad altre certezze incrollabili; solo le certezze incrollabili vediamo crollare!
Se considero una formula uno trovo certezze incrollabili sui fattori tecnici prestazionali: peso ( minimo); potenza (massima); spinta verso il basso (massima); aderenza (massima); momento polare d'inerzia (minimo); velocità (massima); accelerazione (massima); resistenza all'avanzamento minima; costo (no-problem); si conosce perfettamente cosa è utile conseguire e pertanto dove indirizzare gli sforzi.
Consideriamo l'Hi-Fi: dimensione e numero degli altoparlanti (boh!); potenza istallata (boh!); valvole o transistor (boh!); analogico o digitale (boh!) ( un paio di ciufoli!); dinamico o elettrostatico (boh!); bassa o alta efficienza (boh!); isolare o accoppiare (boh!, Pucacco!, boh!).
Come mai dopo oltre trenta anni di informazione non è stata ancora fornita una informazione?
Nessuno al mondo può confondere un Tir o una Cinquecento, una Rolls Royce o una formula uno, nessuno si sognerebbe di vantare la superiorità della formula uno sul Tir, ognuno vive in una categoria di appartenenza in un relativo senza confusione di individualità e di valore.
Come mai c'è in Hi-Fi chi viaggia con un Tir pensando di essere su una formula uno, o peggio che pretende che la sua formula uno sia attrezzata come un Tir?
Come mai predomina, anche per impianti ultracentomilionari un VAF (termine mai scritto in modo completo!) senza la percezione che il nominato ed augurato VAF impedisce qualsivoglia prestazione del'impianto?
Proviamo a dotare l'Hi-Fi di certezze incrollabili:
-Ogni e qualsivoglia misura non ha nulla a che vedere con i suoni musicali.
-La rappresentazione dei suoni musicali nel dominio della frequenza è il più madornale errore della tecnica della riproduzione dei suoni musicali e non solo.
-L'intera scienza della SONORIZZAZIONE degli ambienti, a cominciare dall'acustica tecnica nota, non ha nulla a che vedere con la RIPRODUZIONE dei suoni musicali.
-Gli strumenti di misura non possono dare conto dei significati.
-La risposta in frequenza non può rappresentare la sensazione sonora ne l'evento spazio temporale.
-Non si può rappresentare un CAMPO sonoro mediante la misura in un solo punto e mediante un solo tempo di decadimento.
-L'unico elemento a doversi muovere in una cassa acustica è la membrana.
-L'onda anteriore è il segnale utile, l'onda posteriore è un segnale di errore della stessa grandezza di quello utile!!!!!
-La rigidezza dinamica di ogni macchina suonante è l'elemento prestazionale omnicomprensivo di tutto il versante meccanico dell'impianto (e non solo, con una estensione della accezione al versante elettronico).
-Nessun dispositivo rigido può realizzare un isolamento, tantomeno in orizzontale.
-L'isolamento dal mondo esterno realizza, in concorso,il massimo della rigidezza dinamica: un corpo isolato non può vibrare, le sue parti oscilleranno in modo relativo solo alle frequenze del segnale utile; il moto avrà un decadimento temporale dipendente unicamente dallo smorzamento meccanico ed elettrico del sistema!
Ed eccoci arrivato a Pucacco: lo sconvolgimento che egli apporta ad acquisiti concetti di meccanica razionale (certo è un pò dura, ma allora di che parliamo?) ed il suo perseverare nell'errore comporterebbero una segnalazione al suo dipartimento di Fisica presso l'Università La Sapienza di Roma, e non è detto che questo non verrà fatto visto la profondità ed estensione degli errori compiuti.
Lo scarico delle vibrazioni è un concetto che può attenere ad un incallito marinatore della scuola del'obbligo, esso non è ammissibile per un laureato in fisica.
Non vi è nulla da scaricare!Trattasi di regimi vibrazionali ove tanto si scarica....e tanto si ricarica; e non provi il signor Pucacco a parlare di transienti che già ne ha combinate tante!
L'assenza del concetto che un corpo sospeso a frequenza fuori della banda utile non può vibrare alle frequenze di banda rimanda alla necessita di ripercorrere gli studi a partire dalla scuola dell'obbligo.
Ma provi solamente, questo sig. Pucacco, a sospendere con un elastico un motorino che vibra e vada poi ad applicare i suoi concetti a quello che osserva, e ciò fatto, si tolga finalmente di torno!
La riproposizione della formula della costante elastica con l'evidente errore di attribuzione al cono mostra una perseveranza degna di miglior causa.
Il modello di riferimento che non prevede una macchina elementare cui si va ad aggiungere il dispositivo in esame è infine la summa della scelleratezza inemendata del Pucacco!
Caro Gianfranco, non oso chiederti nulla, conosci la situazione di contenzioso in atto con Audio Review, non posso aprirne un altro con FDS, spero solo che terrai in buon conto queste considerazioni traendone spunto, se riterrai, per INFORMARE e far chiarezza sui tanti bistrattati temi sopra accennati, a cominciare dalla NOTIZIA, ancora in anteprima mondiale perchè nessuno vuole pubblicarla, che i dispositivi di che trattasi sono tutti delle molle: coni, cilindri, grafite, molle ad aria con la sola differenza totalizzante, della frequenza fondamentale di oscillazione che conferiscono al carico sospeso.
Vi sono due mondi inconciliabili, come un alettone dritto ed uno rovescio: molle che sospendono a frequenza fuori banda audio e quelle a frequenza in banda audio; a Pucacco trarne le conseguenze sul piano tecnico e personale.
L'impianto sperimentale Moss è pervenuto ad un livello prestazionale inimmaginabile, se ti avvicini da queste parti vieni ad ascoltarlo.
Un caro saluto
Lorenzo Russo


Non trovo niente da obiettare a quanto esposto ma per dovere di chiarezza e facilitare la comprensione ai meno ferrati,
auspicherei di non mettere in campo troppi concetti e/o fare riferimento a chi trae conclusioni sbagliate.
Una volta compreso che cosa è una punta sarà poi automatico in ognuno di noi trarne le adeguate considerazioni su chi parla senza conoscere la materia.
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Re: una punta di follia

Messaggio da leggereda baby rattle » 2 feb 2009, 11:57

Sono documenti che storicizzano la questione, cosa utile.

Riscrivere tutto per un non ben precisabile lettore è di volta in volta molto difficile, sarà l'andamento della discussione e degli interventi che indirizzerà lo sviluppo del discorso, quanto alla quantità di questioni la loro interconnessione dovrà essere accettata e peraltro non c'è un tempo minimo per la sua comprensione, non ci sono esami ne voti da assegnare.

Non lamento, ma annoto, che è la seconda volta che ricevo un rilievo, poichè qui si vuol discutere senza problemi le eventuali note è meglio farle in back-ground altrimenti sentirsi appuntare a fine fatica, anche amichevolmente, non è piacevole.
.

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Re: una punta di follia

Messaggio da leggereda AudioNaif » 2 feb 2009, 12:48

ciofne ha scritto:Le abbiamo viste costruite con vari materiali, dall'ottone all'acciaio e perfino di ceramica.
Con la punta appuntita o stondata.
A corredo poi esistono le sottopunte e i vari blocchetti di materiale xxxx.
Qualcuno mi sa dare una spiegazione del come funziona una punta?

Valter


Non sarebbe più proficuo proporre fin dal primo intervento circa un argomento simile al presente una descizione di un modello seppure incompleto e semplificato che permetta di inquadrare correttamente e circoscrivere il punto che si vuole dibattere?
Gradirei veder definito almeno il comportamento fisico di un cono di materiale con costante elastica K altezza H e diametro D, sottoposto ad una massa M e appoggiato ad un piano di rigidezza infinita (mediante la punta o la superficie maggiore). Ogni eventuale altra osservazione dovrebbe essere posteriore ad una analisi classica del comportamento meccanico di un sistema semplificato, sempre per evitare di partire per la tangente prima di aver almeno ben presenti le basi (invarianti, classiche) della fisica in gioco.
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Re: una punta di follia

Messaggio da leggereda ciofne » 2 feb 2009, 14:33

AudioNaif ha scritto:
ciofne ha scritto:Le abbiamo viste costruite con vari materiali, dall'ottone all'acciaio e perfino di ceramica.
Con la punta appuntita o stondata.
A corredo poi esistono le sottopunte e i vari blocchetti di materiale xxxx.
Qualcuno mi sa dare una spiegazione del come funziona una punta?

Valter


Non sarebbe più proficuo proporre fin dal primo intervento circa un argomento simile al presente una descizione di un modello seppure incompleto e semplificato che permetta di inquadrare correttamente e circoscrivere il punto che si vuole dibattere?
Gradirei veder definito almeno il comportamento fisico di un cono di materiale con costante elastica K altezza H e diametro D, sottoposto ad una massa M e appoggiato ad un piano di rigidezza infinita (mediante la punta o la superficie maggiore). Ogni eventuale altra osservazione dovrebbe essere posteriore ad una analisi classica del comportamento meccanico di un sistema semplificato, sempre per evitare di partire per la tangente prima di aver almeno ben presenti le basi (invarianti, classiche) della fisica in gioco.



La sezione "domande" è stata pensata per fornire informazioni di carattere generale,
da approfondire poi/eventualmente in base all'interesse riscontrato in eventuali thread nelle opportune sezioni.

Non c'è fretta.

Vedo anche che la mia domanda con cui ho aperto l'argomento è stata travisata.
Io ho chiesto che cosa è una punta e non come si calcola.

A me personalmente non frega niente di come si calcola una punta,
mi basta sapere come influisce e,
trarne le conseguenza che comunque il suo utilizzo non è appropriato alla funzione che "volgarmente" gli si vorrebbe attribuire nel mondo HI-FI.

Valter
ciofne
 
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Re: una punta di follia

Messaggio da leggereda AudioNaif » 2 feb 2009, 14:51

ciofne ha scritto:
A me personalmente non frega niente di come si calcola una punta,
mi basta sapere come influisce e,
trarne le conseguenza che comunque il suo utilizzo non è appropriato alla funzione che gli si vorrebbe attribuire.

Valter


Come preferisci. Mi pare comunque che salti a conclusioni azzardate e preconcette. Come fai a sostenere che le punte non sono appropriate quando non hai definito quale funzione esse esercitino (o dovrebbero esercitare secondo la vulgata che contesti) e in quali condizioni (=calcolo=) siano in grado o meno di svolgere detta funzione?
Se prendiamo una punta cilindrica di ampia cedevolezza non otteniamo forse un comportamento simile agli elastici?

Allora quando una punta è una punta? E quando cessa di divenire tale?

Mi pare che si debba senon altro a grandi linee avere idea delle relazioni fisiche mutue dei parametri in gioco, se proprio si aborre il calcolo.
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Re: una punta di follia

Messaggio da leggereda baby rattle » 2 feb 2009, 14:57

Come dice valter non c'è fretta.

Si deve preventivamente acquisire il fatto che una punta, o qualsivoglia altro dispositivo, è una molla, una molla che si aggiunge ad un sistema preesistente definibile nel modo più elementare e schematizzabile possibile come un sistema formato da una massa ed una molla.

Ne convieni?

Sono tutte molle, meno il talco e pochi altri materiali anelastici, molle che hanno frequenze proprie di vibrare collocate in banda audio.

Sei daccordo, o vuoi argomentare in contrario?

Siamo qui per discutere, se sei daccordo l'esposizione può andare avanti viceversa conviene fermarsi a discutere qui perchè costruire in altezza senza fondamenta e senza consolidare le murature non è COSTRUTTIVO!
.

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Re: una punta di follia

Messaggio da leggereda AudioNaif » 2 feb 2009, 15:34

baby rattle ha scritto:Sono tutte molle, meno il talco e pochi altri materiali anelastici, molle che hanno frequenze proprie di vibrare collocate in banda audio.

Sei daccordo, o vuoi argomentare in contrario?


In verità avevo risposto a ciofne precedentemente, credo che la sequenza dei post sia alterata a causa della moderazione preventiva e questo vada a scapito della leggibilità del tutto.
Comunque, omega=radq(k/m) è la risposta. Non si può sostenere a priori che tutte le molle oscillino in banda audio. Si va dagli infrasuoni dei pavimenti delle abitazioni agli ultrasuoni delle aste di metallo senza carico.
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Re: una punta di follia

Messaggio da leggereda Luc1gnol0 » 2 feb 2009, 15:54

baby rattle ha scritto:Sono tutte molle, meno il talco e pochi altri materiali anelastici, molle che hanno frequenze proprie di vibrare collocate in banda audio.

Una domanda (una richiesta di precisazione/spiegazione: indefessamente continuo ad approfittare della proprietà di questo forum per la quale nessuna domanda è "troppo inutile").

Un qualsiasi corpo, interposto tra altri due corpi, che possieda proprie, precipure frequenze a cui vibrare (vibrare che è poi una "rappresentazione" della proprietà di poter accumulare energia potenziale?) è (o è descrivibile come) una molla?
--- --- ---
Ciao, Luca

"Necessity is the plea for every infringement of human freedom. It is the argument of tyrants; it is the creed of slaves"
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