sponsor ha scritto:Provo ad allargare il ragionamento. In tutte le arti si trovano ben distinti due momenti: il momento creativo vero e proprio e il momento della fruizione. Solo la musica fà eccezione: nella musica il momento creativo è diviso in due, c'è il momento della scrittura e il momento dell'inverazione (si potrà dire?) della scrittura nel tempo, che poi è il suono; viceversa il momento della fruizione di fatto non ha un'esistenza indipendente ma è incorporato nella seconda fase creativa. Questo nella musica dal vivo, ma i nostri sistemi hanno l'ambizione di introdurre una seconda possibilità, la ri-esistenza nell' "adesso" di un'inverazione della scrittura avvenuto in un altro tempo, cosa stregonesca solo a pensarci.
Comunque in quest'ottica scrittura e sua inverazione, ovvero suono, appartengono sempre alla medesima fase creativa e non sono scindibili.
La creazione artistica, diciamo, per semplicità, "non musicale", vive spesso (e anche qui semplifico ai fini della sintesi espositiva) di una fase che precede "il fare" l'oggetto d'arte, ed è la fase progettuale, cioè si va ad esplicare il progetto dell'opera che si dovrà realizzare; I motivi sono di varia natura, tra questi anche, e forse principalmente, quello di individuare la fattibilità pratica dell'opera stessa. Se vogliamo, ogni creazione dell'uomo può essere agevolata dalla creazione preventiva di un progetto.
La scrittura musicale, perciò, potrebbe essere assimilata (sottolineo assimilata) alla fase progettuale dell'opera, che però, ai fini della fruizione, a differenza delle altre arti (in genere), sarà ogni volta "ricreata".
La musica (nella sua definizione classica) ha sempre bisogno di un intermediario (un interprete) tra il progetto (l'opera scritta) e l'esposizione dell'opera (esecuzione musicale).
Il discorso per avere una qualche completezza dovrebbe essere molto più articolato, ma, probabilmente andrei fuori tema.
Ci tenevo invece a sottolineare che, di fatto, la ri-produzione può essere assimilata all'opportunità, unica, di poter partecipare a quell'atto creativo, rimasto, così fissato nel tempo (non potrà mai essere quell'esatto atto creativo, un atto creativo, diciamo, usando un termine televisivo, "in differita").
In tal modo la musica può riprendersi la fase di fruizione dell'opera che appartiene alle altre arti, replicata all'infinito, perciò sempre uguale, sempre la stessa.
Concordo perciò che, da questo punto di vista, nella riproduzione musicale, scrittura e suono, sono perciò inscindibili.