baby rattle ha scritto:Ad un certo punto del discorso si innesta il problema della ripetitività, della noia.
Un discorso pericolosissimo che porta nel baratro.
Come mai il quadro è sempre quello (ci hanno wahrol e duchamp a dargli una scossa) e la musica deve essere sempre diversa nella interpretazione?
Come mai un quadro che è di una fissità allucinante non consuma (oddio, hai voglia se lo consuma) l'effetto e la musica viene a noia.
C'è qualche misunderstanding culturale-emozionale in giro, un cortocircuito pericoloso, non sarebbe male prenderne conoscenza e correre ai ripari.
L aroproduzione dei suoni musicali potrebbe mettere una pezza alla crepa....non è poi così male conservare e risentire sempre lo stesso Oistrakh e tanti altri.
Ci sono interpretazioni fenomenali che non si finisce mai di ascoltare (Michelangeli, Horowitz, per fare due esempi), il tempo scorre via velocissimo, ci sono al contrario "interpretaberrazioni" che invece non si riesce ad ascoltare neanche una volta (Allevi, Slacks per fare un altro esempio), ti fanno sentire il peso inesorabile del tempo che non passa mai.