sponsor ha scritto:baby rattle ha scritto:...
Da questo versante sarebbe bene limitare la frequenza di clock alla minima originaria di 44 kHz l'errore relativo cresce al ridursi della durata del singolo impulso ed inoltre, ma qui siamo nella fantaimmaginazione, si può invertire il senso di scorrimento del tempo a causa delle istabilità di clock e del jitter facendo si che per un intervallo frazionario esista prima quello che deve esistere dopo.
Anche la lunghezza della parola è un falso problema, 64 mila livelli da cui pescare quello più vicino sono abbondanti e quindi i 16 bit bastano e avanzano.
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Colgo l'occasione per andare off topic e far notare che queste due affermazioni costituiscono un ottimo esempio di come un approccio metodologico corretto, anzi direi l'unico approccio scientifico possibile in questo ambito, che parte dalla sperimentazione in ambiente controllato, pone alcune ipotesi sulle cause delle incongruenze percettive da parte dell'ascoltatore e quindi implicatamente postula la non invarianza come approccio metodologico complessivo, arrivi poi a formulare delle ipotesi di lavoro che sono assolutamente diverse rispetto a quelle di chi applica in modo fideistico il teorema di Shannon, con relativa necessità di moltiplicare le frequenze di campionamento e i livelli di quantizzazione per "portare più informazione" (sacd, dvd audio e compagnia cantando). Qui parrebbe che non è la quantità di informazione che latita e che procura il disagio digitale, ma la sua corretta organizzazione come sequenza.
Chiaro no?
Da quale parte allora è il fideismo e l'oscurantismo, e da quale parte la scienza? E' la scienza dalla parte di coloro che ripetono una cantilena peraltro in larga parte orecchiata e wikiappresa come se fosse un mantra, oppure non è per caso la scienza dalla parte di quelli che si fanno delle domande, formulano delle ipotesi e sperimentano?
Che il digitale sia una mezza ciofeca è vox populi, allora cosa vogliamo fare, negare la percezione di mezzo mondo dicendo che quello che sente è un errore, oppure cercare di capire? Qui si vorrebbe cercare di capire e, come si vede, se si parte dal punto di vista della scienza, quella vera, si spalanca un universo.
Aggiungo, l'ho detto mile volte, che dal versante della fisica, il teorema di Shannon è SCIENZA, tutto è perfetto; disinteressandosi del processo basta considerare il segnale che si immette e quello che esce fuori, l'errore complessivo è al disotto di ogni DESIDERIO!
L'osservazione sperimentale, universalmente, mostra che il sistema non funge, mi sembra di minima logica non andare a cercare la risposta nella scienza fisica; la non invarianza indica, come fatto di scienza, che la fisica e le misure sono estranee a quanto accade e che il tutto va ricercato nei meccanismi con cui il cervello CREA la realtà della percezione, per fare ciò la cosa che meglio e più facilmente si deduce è che il cervello pone al mondo esterno delle condizioni di rispetto della conguenza senza le quali non riesce a funzionare, impazzirebbe se accettasse le incongruenze, e per non impazzire crea artifizi fenomenali che conducono l'essere umano in uno stato "audiofilo".
La risposta, se mai ci sarà, sul perchè il digitale non risponde alla verifica di congruenza può essere cercata solo in un sistema posto al riparo di una infinita quantità di errori di ampiezza infinita sintetizzabili nel concetto di SEQUENZA, ma questo è un altro discorso.
Non dimentichiamo che la musica è l'UNICA rappresentazione dello scorrimento unidirezionale del tempo, ogni contraddizone in tal senso non può mai essere accolta ed elaborata.
Pensate solo a cosa può pensare il cervello quando si vede ripresentare per 80esima volta lo stesso segnale ridotto come "uno slavo investito da un treno", per usare una immagine del toni jop, dallo sbatacchiamento in ambiente!