Più che di nero parlarei di silenzio intorno allo strumento... e l'analisi del tipo di silenzio che poi diventa spazio e aria.
Un po' come succede andando a vedere la differenza di silenzio tra digitale ed analgico, un esempio:
il silenzio digitale è "zitto", non ha alcuna informazione... il silenzio analogico ha in se già connotati spaziali. Mi sono capito?
Sarebbe interessante approfondire questi stati percettivi legati al silenzio.
Per quanto riguarda i limiti di ste 3/5 li rilevo anche io in gamma mediobassa, alcuni appoggi, dove i colori sono tanti e tanti gli strumenti da riprodurre, sembrano appartenere ad uno dei due driver... occorre però aver un riferimento (full Moss), viceversa si prendono lucciole per lanterne.
Il modo nel quale poi mettono suoni in ambiente è uno di quei passaggi dentro al quale si potrebbe scrivere un secolo...
l'avanzamento di alcune frequenze in gamma media insite nel progetto rende la prestazione molto dipendente dalla quantità e dal posizionamento dei feltri in ambiente. Anche qui non se ne vede la fine... per fortuna (dico io).
ale