Suono e tempo

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Re: Suono e tempo

Messaggio da leggereda sponsor » 16 set 2009, 12:08

Comunque se (dico per assurdo... ovvio) affinando queste metodologie di indagine si arrivasse a scoprire che la supposta limitazione in banda dell'orecchio umano a 20 khz ha senso solo per i segnali sinusoidali stazionari e non ne ha alcuno invece per i segnali musicali... cosa accadrebbe di tutto il digitale? Semplice, alziamo la frequenza di campionamento e stiamo a posto. Ok, la alziamo ma fino a che valore se si scoprisse che l'analisi percettiva in regime armonico non ha proprio senso? Chi fissa questo valore? Con quali criteri? Cosa si direbbe poi sui paper scientifici per giustificare tali criteri?
Poi magari la alziamo (come del resto è stato già fatto con dvd sacd etc.) e scopriamo che dal punto di vista del gradimento soggettivo all'ascolto i problemi sono ancora tutti lì, neanche scalfiti. E quindi?
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Re: Suono e tempo

Messaggio da leggereda mode2 » 16 set 2009, 12:08

misureaudio ha scritto:
baby rattle ha scritto:Beh, hai picchiato più forte di me!

Ma no che non picchio! Siamo tra persone gentili e ben disposte. Le divergenze che emergono sono sempre originate da curiosità che mi sembrano sane. Mi sembra che la discussione prenda, qui, una piega utile senza eccezioni. Bene, molto bene anche la moderazione. (Si è capito che con voi parlo volentieri?)


Ricordo che la moderazione è presente solamente per impedire a maleintenzionati e chiunque altro cerchi provocazioni e risse di vario genere.
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Re: Suono e tempo

Messaggio da leggereda sponsor » 16 set 2009, 12:54

ciofne ha scritto:Io penso che occorre ricominciare dal "metodo" con cui vogliamo indagare,
se il metodo è sbagliato è sbagliato tutto il resto.


Eheh tu volevi semplificare ma in realtà a voler andare a fondo riguardo il metodo non si trova fine alla complessità.
baby rattle introduceva i concetti di scienza nomotetica e scienza ideografica, le cui definizioni mi sono letto su wikipedia quindi adesso sono preparato :lol: . A parte gli scherzi, sono due esemplificazioni che possono rappresentare i due poli di oscillazione del metodo. Il problema è che la materia è tanto complessa che nessuno dei due la esaurisce completamente.
Abbiamo una prestazione resa da una macchina che però non è misurabile se non dal punto di vista del significato soggettivo. E dobbiamo non solo migliorare la macchina, ma contemporaneamente mettere in piedi un'impalcatura concettuale che dia fondamento al tutto. Ora non siamo affatto all'anno zero perché alcuni risultati sono in campo e si intravedono anche interessanti spunti teorici sistematizzanti.
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Re: Suono e tempo

Messaggio da leggereda baby rattle » 16 set 2009, 13:34

misureaudio ha scritto:
baby rattle ha scritto:Beh, hai picchiato più forte di me!

Ma no che non picchio! Siamo tra persone gentili e ben disposte. Le divergenze che emergono sono sempre originate da curiosità che mi sembrano sane. Mi sembra che la discussione prenda, qui, una piega utile senza eccezioni. Bene, molto bene anche la moderazione. (Si è capito che con voi parlo volentieri?)



Non ce l'avevo con te ce l'avevo con lo sponsor che picchia come un facchino e da la colpa a me.

Io sono una mammoletta!
.

Raphaèl maì amècche zabì almi
vede signor norico nordata, il problema è questo: se io le fornisco le spiegazioni, Lei le capisce?
se comprimi l'aria ti sei pippato l'onda
ad ogni scheggiatura del suono, ad ogni spigolo dell'onda corrisponde una fitta al cervello!
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Re: Suono e tempo

Messaggio da leggereda baby rattle » 16 set 2009, 13:40

sponsor ha scritto:
ciofne ha scritto:Io penso che occorre ricominciare dal "metodo" con cui vogliamo indagare,
se il metodo è sbagliato è sbagliato tutto il resto.


Eheh tu volevi semplificare ma in realtà a voler andare a fondo riguardo il metodo non si trova fine alla complessità.
baby rattle introduceva i concetti di scienza nomotetica e scienza ideografica, le cui definizioni mi sono letto su wikipedia quindi adesso sono preparato :lol: . A parte gli scherzi, sono due esemplificazioni che possono rappresentare i due poli di oscillazione del metodo. Il problema è che la materia è tanto complessa che nessuno dei due la esaurisce completamente.
Abbiamo una prestazione resa da una macchina che però non è misurabile se non dal punto di vista del significato soggettivo. E dobbiamo non solo migliorare la macchina, ma contemporaneamente mettere in piedi un'impalcatura concettuale che dia fondamento al tutto. Ora non siamo affatto all'anno zero perché alcuni risultati sono in campo e si intravedono anche interessanti spunti teorici sistematizzanti.




Quello che non si deve mai dimenticare è che indaghiamo alcunchè che è inindagabile per definizione; l'attività di indagine analitica e l'attività di sintesi è basata su giudizi di valore e verifica di congruenza, l'indagato è ignoto a tutti ed il contenuto lo fa il processo.

Stiamo messi bene, ma se così non fosse non si spiegherebbe il più madornale errore di tutte le scienze e di tutti i tempi!
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Re: Suono e tempo

Messaggio da leggereda baby rattle » 16 set 2009, 13:54

sponsor ha scritto:Comunque se (dico per assurdo... ovvio) affinando queste metodologie di indagine si arrivasse a scoprire che la supposta limitazione in banda dell'orecchio umano a 20 khz ha senso solo per i segnali sinusoidali stazionari e non ne ha alcuno invece per i segnali musicali... cosa accadrebbe di tutto il digitale? Semplice, alziamo la frequenza di campionamento e stiamo a posto. Ok, la alziamo ma fino a che valore se si scoprisse che l'analisi percettiva in regime armonico non ha proprio senso? Chi fissa questo valore? Con quali criteri? Cosa si direbbe poi sui paper scientifici per giustificare tali criteri?
Poi magari la alziamo (come del resto è stato già fatto con dvd sacd etc.) e scopriamo che dal punto di vista del gradimento soggettivo all'ascolto i problemi sono ancora tutti lì, neanche scalfiti. E quindi?



Le complicazioni che vedi non sono dovute a maggiore ampiezza della risposta in frequenza, il taglio meccanico causato
dai microfoni, dal vinile e dagli altoparlanti pone delle barriere invalicabili, il fatto che giustamente poni è che l'informazione non è contenuta nei rapporti di ampiezza e fase del segnale ma nella manipolabilità che di esso sa farne il ricettore per estrarne i significati; bello-brutto per fare un esempio per con tutti.

L'ordine sequenziale è il deus ex machina della parte strettamente fisico-matematica il quale balla ad ordini di infinito ed è quindi stimabile solo attraverso la congruenza.

Un violino di 2 metri cubi o un violino che appare uno strumento che suona non sono differenziati in frequenza.

La prossima volta che ci troveremo da Lorenzo A. ti sottoporremo ad un esperimento di fantascienza, qualcosa che consente di comprendere le conseguenze di modificazioni infinitesime dell'ordine sequenziale.
.

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Re: Suono e tempo

Messaggio da leggereda sponsor » 16 set 2009, 14:40

baby rattle ha scritto:Le complicazioni che vedi non sono dovute a maggiore ampiezza della risposta in frequenza, il taglio meccanico causato
dai microfoni, dal vinile e dagli altoparlanti pone delle barriere invalicabili, il fatto che giustamente poni è che l'informazione non è contenuta nei rapporti di ampiezza e fase del segnale ma nella manipolabilità che di esso sa farne il ricettore per estrarne i significati; bello-brutto per fare un esempio per con tutti.

L'ordine sequenziale è il deus ex machina della parte strettamente fisico-matematica il quale balla ad ordini di infinito ed è quindi stimabile solo attraverso la congruenza.

Un violino di 2 metri cubi o un violino che appare uno strumento che suona non sono differenziati in frequenza.

La prossima volta che ci troveremo da Lorenzo A. ti sottoporremo ad un esperimento di fantascienza, qualcosa che consente di comprendere le conseguenze di modificazioni infinitesime dell'ordine sequenziale.


Certamente, ma tu parti già dal punto di vista della sequenza. Io volevo solo rimarcare che, dal punto di vista della cosiddetta scienza "ufficiale" dell'audio, basta che salti l'ipotesi fideisticamente accettata di correlazione tra percepito e analisi di Fourier per far andare per aria tutto lo scibile costruito fino ad oggi e ritrovarsi all'anno zero. Come in effetti sono, anche se non hanno ancora realizzato la faccenda.
Perché la conseguenza porta dritti alla non equivalenza dal punto di vista percettivo dei segnali nel dominio del tempo e della frequenza, ovvero alla non invarianza. Poi chi glielo dice alla Philips?
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Re: Suono e tempo

Messaggio da leggereda ciofne » 16 set 2009, 14:45

sponsor ha scritto:
ciofne ha scritto:Io penso che occorre ricominciare dal "metodo" con cui vogliamo indagare,
se il metodo è sbagliato è sbagliato tutto il resto.


Eheh tu volevi semplificare ma in realtà a voler andare a fondo riguardo il metodo non si trova fine alla complessità.
baby rattle introduceva i concetti di scienza nomotetica e scienza ideografica, le cui definizioni mi sono letto su wikipedia quindi adesso sono preparato :lol: . A parte gli scherzi, sono due esemplificazioni che possono rappresentare i due poli di oscillazione del metodo. Il problema è che la materia è tanto complessa che nessuno dei due la esaurisce completamente.
Abbiamo una prestazione resa da una macchina che però non è misurabile se non dal punto di vista del significato soggettivo. E dobbiamo non solo migliorare la macchina, ma contemporaneamente mettere in piedi un'impalcatura concettuale che dia fondamento al tutto. Ora non siamo affatto all'anno zero perché alcuni risultati sono in campo e si intravedono anche interessanti spunti teorici sistematizzanti.


Il mio semplificare era solo un "concetto di base" da adottare in riferimento al metodo, ovvero all'approccio necessario per venire a capo di qualsiasi cosa si voglia indagare, scusate il giro di parole ma mi è venuta così. :D
Prima si prende visione dell'insieme-sistema e poi avendo ben in mente il tutto si cerca eventualmente di indagare nel dettaglio di qualcosa,
indipendentemente da quanto complicata sia la faccenda.
A me pare sia il minimo da cui poter ragionevolmente partire, indipendentemente da quanto sia lunga la strada..
Quì, per fortuna, grazie al lavoro già fatto da Moss,
si riesce a vedere perlomeno la strada da seguire.

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