sponsor ha scritto:Comunque se (dico per assurdo... ovvio) affinando queste metodologie di indagine si arrivasse a scoprire che la supposta limitazione in banda dell'orecchio umano a 20 khz ha senso solo per i segnali sinusoidali stazionari e non ne ha alcuno invece per i segnali musicali... cosa accadrebbe di tutto il digitale? Semplice, alziamo la frequenza di campionamento e stiamo a posto. Ok, la alziamo ma fino a che valore se si scoprisse che l'analisi percettiva in regime armonico non ha proprio senso? Chi fissa questo valore? Con quali criteri? Cosa si direbbe poi sui paper scientifici per giustificare tali criteri?
Poi magari la alziamo (come del resto è stato già fatto con dvd sacd etc.) e scopriamo che dal punto di vista del gradimento soggettivo all'ascolto i problemi sono ancora tutti lì, neanche scalfiti. E quindi?
Le complicazioni che vedi non sono dovute a maggiore ampiezza della risposta in frequenza, il taglio meccanico causato
dai microfoni, dal vinile e dagli altoparlanti pone delle barriere invalicabili, il fatto che giustamente poni è che l'informazione non è contenuta nei rapporti di ampiezza e fase del segnale ma nella manipolabilità che di esso sa farne il ricettore per estrarne i significati; bello-brutto per fare un esempio per con tutti.
L'ordine sequenziale è il deus ex machina della parte strettamente fisico-matematica il quale balla ad ordini di infinito ed è quindi stimabile solo attraverso la congruenza.
Un violino di 2 metri cubi o un violino che appare uno strumento che suona non sono differenziati in frequenza.
La prossima volta che ci troveremo da Lorenzo A. ti sottoporremo ad un esperimento di fantascienza, qualcosa che consente di comprendere le conseguenze di modificazioni infinitesime dell'ordine sequenziale.