suono musicale

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suono musicale

Messaggio da leggereda baby rattle » 4 feb 2009, 19:18

Questa entità è davvero portentosa e misteriosa, inindagabile per lo più ed abbondandemente se non totalmente inindagata.

Proviamo qui brevemente e schematicamente a vedere di cosa è fatto.

Osserviamo un segnale relativo ad un suono musicale secondo i dettami della scienza fisica; ampiezza per ogni frequenza ed i relativi rapporti di fase, c'è tutto.

Se lo osserviamo allo stato di segnale elettrico, con ogni e qualsivoglia analisi di qualsivoglia precisione e dettaglio non sappiamo letteralmente neppure se è un suono musicale armonico, bello, e di cosa è composto, uno, dieci, cento violini, due trombe, un oboe, un timpano quello messo lì, quello messo là, grande così, grande cosà etc.

Dobbiamo DEDURNE che nello stato di segnale analizzato dalla scienza fisica, con i dati che esso ci fornisce, non possiamo sapere nulla, neppure cosa è figurarsi trarne i significati.

Nel dominio del tempo il segnale ad una certa frequenza ha certa ampiezza in un certo istante, cosa ha concorso a formare quell'ampiezza in quell'istante?

magari è la somma di quanto emesso da un flauto che fatti i suoi giri si presenta in quel momento con quella componente; a quello si aggiunge magari la quota parte di un timpano, di un violino etc. come fa il cervello a ricollocare tutto, a riassegnare tutto allo strumento che lo ha prodotto?

Qui comincia l'avventura del signor bonaventura che vincerà un milione se saprà individuare quali informazioni sono contenute nel segnale suono musicale in modo che il cervello possa costruirci una realtà spazio temporale dove distinguere la quota parte di ciascun segnale emesso ed attribuirla all'autore.

Come il SOLITO questo è preliminare a discorsi più complicati.
.

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Re: suono musicale

Messaggio da leggereda baby rattle » 4 feb 2009, 19:27

Aggiungo che il discorso vale sia per il suono dal vivo che, con le dovute ulteriori distinzioni e complicazioni, per il suono riprodotto.

La questione serve a dirimere preliminarmente SE conosciamo tutto perfettamente quello che è in un disco, ipotesi della scienza fisica, o non ne conosciamo ASSOLUTAMENTE nulla, ipotesi di partenza della scienza della riproduzione dei suoni musicali.

Se vale questa seconda ipotesi sarà il PROCESSO di riproduzione a determinare il CONTENUTO, affermazione che sconvolge e rivoluziona quanto finora universalmente affermato.

Detto tra noi,pissi pissi, sarebbe la stessa cosa anche se fosse noto il contenuto iniziale,ma, ssssst non fatelo sapere in giro!
.

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Re: suono musicale

Messaggio da leggereda baby rattle » 5 feb 2009, 10:45

vediamo se da qualche parte ci sono informazioni inaccessibili alla misura, ovvero alla scienza fisica.

4 + 4= 8

+ 4= 12

+ 4=....

essì,lo so,facile facile,ma il dato non esiste,non si può rilevare (ad esempio se fossero pesi via via aggiunti, saprei il peso totale senza che si possa fare la misura perchè sulla bilancia non ci finiscono, non ci sono).

Come si forma il dato, l'informazione?

Chi lo ha costruito?

Se prendiamo serie numeriche noi possiamo PREDIRE i membri successivi, a partire dalla regola di composizione o più complicatamente dall'algoritmo di formazione......

eppure i dati non esistono!

Esiste la regola per costruirli.

La somma è una REGOLA per costruire la realtà!

E' un poco più chiaro cosa è una serie, una sequenza, una aspettativa, una predizione, una costruzione, una probabilità, una costatazione, un estrarre dati che non esistono (rapporti di relazione, di significato, di appartenenza, di posizione, di bellezza, di realtà. di esistenza, prima, durante, dopo, etc.) ?

Chi costruisce il suono musicale?

Cosa occorre all'essere umano per la costruzione della realtà, sua, del suono musicale e del rapporto con esso?

Io suono come tu mi vuoi!
.

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Re: suono musicale

Messaggio da leggereda baby rattle » 5 feb 2009, 10:49

4 + 4 = 9

eh..no!

Non congruisce!

Eccome mai non congruisce, chi dice che 4 + 4 = 8?

( a parte il nome in se altrimenti ricadiamo in giulietta e romeo)
.

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Re: suono musicale

Messaggio da leggereda baby rattle » 5 feb 2009, 10:54

Il violino è grosso grosso così, balla,si sposta, ( ondeggia, pencola, urta, sbalza,
risale, prende il vento), il suono non si capisce chi l'ha prodotto, i bassi sono la somma di tutti i suoni bassi emessi..

eh..no!

Non congruisce!

Da dove trarre le info per costruire il suono musicale ed il suono musicale riprodotto che è una sua complicazione accessoria-necessoria?
.

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Re: suono musicale

Messaggio da leggereda baby rattle » 5 feb 2009, 11:07

Se abbiamo due suoni la fisica ci dice qualcosa, frequenza, livello e fase, ma se ne abbiamo uno solo in cui concorrono tanti contributi come facciamo ad assegnare i singoli contributi ai legittimi titolari?

In un suono con una storia spazio temporale questo è possibile quasi perfettamente (dal vivo, in riporduzione) (si constata che ci sono strumenti che suonano) per un suono che non ha una storia spazio temporale cioè che non è vissuto nello spazio questo è impossibile, è interdetto!

Come distinguo due gemelli perfettamente identici?

Con la fisica, con la misura, con la scienza di rappresentazione se li espongo uno alla volta è impossibile.

Ma se li espongo tutte e due insieme?

Stabilisco, consento di stabilire, un dato di esistenza e realizzo e formulo rapporti di relazione!

Almeno so che sono due, e non è poco, se li seguo non li confondo più perchè anche se non ne conosco il nome quello è quello e quell'altro è quell'altro, e come posso confondermi?

Essere o non essere..questo sembra essere il problema!

Come si fa a confutare l'affermazione di scienza che dopo che si instaura il campo riverberato non si riconosce più la provenienza dei suoni?

E' un passaggio fondamentale per comprendere come la cosiddetta scienza abbia finora detto un sacco di corbellate non avendo tenuto presente cosa sa fare e cosa fa l'essere con le orecchie!
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Re: suono musicale

Messaggio da leggereda baby rattle » 5 feb 2009, 18:49

Quindi l'ascoltatore costruisce una realtà spazio temporale chiamata suono musicale a partire da segnali emessi da strumenti.

Cosa e come emette uno strumento?

In termini di scienza fisica si sa solo per scheletrica parte, non descrittiva, addirattura sottrattiva del bene primario, lo svolgimento temporale.

In termini esperenziali si sa tutto, si ascolta ed è tutto lì!

Eccetto ancora i significati perchè i significati relativi al suono musicale sono prodotto di cultura.

Se ascoltiamo un violino la memoria ci confina entro un campo ben delimitato, ampio ma delimitato, al variare ecccessivo delle caratteristiche classificate il violino non è riconosciuto più come tale, ad esempio aumentando le basse frequenze può apparirci un violoncello, allo stesso modo aumentandone la dimensione apparente.

La memoria è una gabbia di congruenza, è la guida al RICONOSCIMENTO, atto, non banale, che segue la prima conoscenza.

Se suoniamo un violino ad un aborigeno il tizio come considera la cosa?

Apprezza, si spaventa, salta, si incanta?

Se ascoltiamo uno strumento d'epoca come ci appare, stridente, soffocato, legnoso, disarticolato?
.

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Re: suono musicale

Messaggio da leggereda ciofne » 5 feb 2009, 19:10

Se suoniamo un violino ad un aborigeno il tizio come considera la cosa?

Apprezza, si spaventa, salta, si incanta?

Se ascoltiamo uno strumento d'epoca come ci appare, stridente, soffocato, legnoso, disarticolato?



Mi ricordo di un film dove un cieco fin dalla nascita,
che non aveva mai veduto niente di niente,
gli viene ridata la vista,
sembrerebbe un fatto normale e positivo per chi la riceve e invece le sua prima reazione è stata lo smarrimento più totale.
Prendeva visione di un mondo di cui non conosceva neanche i colori e il fatto di non poter esprimere quello che vedeva gli creava angoscia.
Ecco che crollavano tutti i suoi riferimenti, ora ricominciava da capo e tutto gli sembrava così complicato..
ciofne
 
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Re: suono musicale

Messaggio da leggereda baby rattle » 5 feb 2009, 19:34

ciofne ha scritto:
Se suoniamo un violino ad un aborigeno il tizio come considera la cosa?

Apprezza, si spaventa, salta, si incanta?

Se ascoltiamo uno strumento d'epoca come ci appare, stridente, soffocato, legnoso, disarticolato?



Mi ricordo di un film dove un cieco fin dalla nascita,
che non aveva mai veduto niente di niente,
gli viene ridata la vista,
sembrerebbe un fatto normale e positivo per chi la riceve e invece le sua prima reazione è stata lo smarrimento più totale.
Prendeva visione di un mondo di cui non conosceva neanche i colori e il fatto di non poter esprimere quello che vedeva gli creava angoscia.
Ecco che crollavano tutti i suoi riferimenti, ora ricominciava da capo e tutto gli sembrava così complicato..




Per capire alcuni meccanismi fondamentali della costruzione della realtà dobbiamo far ricorso alla figura del primitivo, noi siamo ormai skilled, corrotti e mettiamo in atto una quantità di trucchi che il primitivo non può conoscere.

Il trucco del prestigiatore una volta conosciuto rende non più incredibile l'evento prodotto; in questo caso ci sono due atteggiamenti quello di chi accetta in toto la credibilità dell'evento (la donna segata in due) e quello che statuisce :non so come fa ma certo in due non la sega, sono due donne.

L'atteggiamento verso l'evento determina il risultato del nostro elaborare, se si pensa che il tale interprete sia grandioso subiamo emozioni indicibili, se pensiamo che sia un cialtrone non vediamo l'ora che finisca il concerto.

Queste riflessioni spezzettate sono relative ad alcune delle innumerevoli componenti che concorrono a costruire la realtà, i meccanismi di selezione, di scelta, dei suoni musicali (quelli che arrivano alla attenzione sono TUTT'ALTRA COSA, OGNI VOLTA DIVERSI, rispetto a quelli partiti) e la ricerca/ritrovo delle relazioni e dei significati al loro interno sono sono tali e tanti che enumerarli, quelli che si conoscono ovviamente, sarebbe di per se confusivo.

E' meglio in questa fase non fare sintesi ma solo analisi di cose parcellizzate, la sintesi è invero difficilissima mentre l'analisi mostra quali e quante cose sono state denegate dall'attenzione e dall'esame da parte della cosiddetta scienza ufficiale.

Il tutto per arrivare a mostrare COSA SERVE all'ascoltatore in sede di produzione/riproduzione dei suoni musicali per consentirgli di costruire una soddisfacente realtà.
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Re: suono musicale

Messaggio da leggereda sponsor » 12 feb 2009, 17:32

baby rattle ha scritto:Se abbiamo due suoni la fisica ci dice qualcosa, frequenza, livello e fase, ma se ne abbiamo uno solo in cui concorrono tanti contributi come facciamo ad assegnare i singoli contributi ai legittimi titolari?

In un suono con una storia spazio temporale questo è possibile quasi perfettamente (dal vivo, in riporduzione) (si constata che ci sono strumenti che suonano) per un suono che non ha una storia spazio temporale cioè che non è vissuto nello spazio questo è impossibile, è interdetto!


Questa osservazione mi sembra di fondamentale importanza. Gli strumenti sono individui (a maggior ragione considerando che sono un tutt'uno con il musicista che li suona) e devono essere riconosciuti come tali per poter attribuire loro una serie di caratteristiche che ne costituiscono il carattere sonoro. L'attribuzione di alcunchè passa per il riconoscimento del loro essere individui, senza questo riconoscimento non potrà avvenire. Ma non esiste la possibilità di riconoscere gli strumenti come individui se non ricollocandoli nel loro spazio e tempo di esistenza, per cui le due cose devono andare insieme. La "fedeltà" di riproduzione passa necessariamente per questo, non ci sono altre possibilità. Chi teorizzasse la possibilità di far ri-vivere un individuo del passato nel tempo presente interagendo con esso direbbe una ovvia fesseria. Eppure si leggono di queste cose tutti i giorni per quanto riguarda la riproduzione della musica: riportare lo strumento come se suonasse nella stanza dove avviene la riproduzione. Quello strumento non potrà mai suonare in questa stanza perchè è esistito come individuo altrove: i due eventi di cui si parlava in un altro post non potranno mai collassare in uno solo.
Se osserviamo anche il linguaggio che viene utilizzato dalla critica musicale, noteremo che si parla sempre della musica come di una rappresentazione drammatica in cui gli strumenti o gli insiemi di strumenti esprimono appunto carattere di individuo o di "coro". Ad un livello di astrazione più alto le forme musicali, come la fuga o la forma sonata, vengono spesso studiate considerando i nuclei tematici come "individui" (Wagner parlerebbe di leitmotiv).
Tornando al discorso iniziale, l'attribuzione del carattere di "individuo" ad uno strumento passa per una complessa elaborazione della quale poco o nulla sappiamo. La elaborazione per cui da una coppiola di segnali scalari reimmessi in ambiente a creare un campo ondulatorio sonoro confinato il cervello riesca ad estrarre un tale insieme di significati da essere in grado di fare un'astrazione linguistica, e riconoscere in quell'ambiente individui-strumenti che suonano pur come appartenenti al loro spazio tempo, è una possibile definizione ed insieme esito di riproduzione ad alta fedeltà. Una cosuccia da niente. Hai voglia a guardarti quella coppiola di segnali, li puoi affettare come ti pare, frequenze, fasi, traformate di tutti i tipi... quello che senti non è lì. Quello che è lì è la possibilità di abilitare un complesso processo di riconoscimento, assolutamente non invariante. Ed il processo determina il contenuto.
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