Alcuni appunti sparsi teorico-metodologici sui metodi di comparazione della qualità di apparecchiature hi-fi, in particolate di quel metodo conosciuto come
doppio cieco:
Se il sistema è
invariante esiste sempre, per definizione, una funzione di trasferimento "migliore", per cui i test in "doppio cieco" non hanno ragione di esistere, in quanto basterebbe la misura della funzione di trasferimento del sistema per dirimere la questione, misura, peraltro, relativamente facile da eseguire.
Se il sistema è
non invariante un test in "doppio cieco" non avrebbe comunque ragione di esistere, per i seguenti motivi:
a) L' attenzione differenziale dell'ascoltatore che esegue i test non è conosciuta a priori, per cui io non posso avere alcun riscontro certo, neppure su su base statistica, se non con un numero di campioni di ascolto così alto da essere impraticabile (migliaia, decine di migliaia, o più ?).
b) Qualora la procedura dell'ascolto "cieco" fosse praticabile, la definizione di "migliore", "peggiore" o semplicemente "diverso" non esisterebbe, di fatto, se non a livello fenomenologico, che -al momento- è un livello indefinibile (vedi le liti per definire il c.d. nero infrastrumentale o altri concetti simili sui forum hifi), mancando una base semantica comune per l'interpretazione di questi termini in campo della riproduzione audio (cfr. gli ancora più interminabili flames su argomenti tipo: il mio ampli, che costa la metà, suona meglio del tuo, che costa il doppio).
Allo stato attuale , quindi, il concetto di test in "doppio cieco", per l'audio, non è esattamente definibile e quindi la sua validità è pressochè nulla.
Il problema ineliminabile è che ogni giudizio di comparazione relativo ad una qualsiasi entità fisica (comparazione di masse, di numeri atomici, di momenti di inerzia, di quantità di moto, di funzioni di trasferimento, ecc.) è fatto (può essere fatto) su scala atemporale.
Dall'istante successivo a quello del Big Bang (un millisecondo più tardi, và, lasciamogli il tempo di assestarsi
) la comparazione tra massa A (data) e massa B (parimenti data) mi dà lo stesso risultato della stessa comparazione effettuata oggi.
In ambiente tempovariante le cose non vanno così: la comparazione tra la misura della distanza fatta (ad esempio: GPS) tramite radiopropagazione tra l'antenna del satellite SV1 e SV2 e l'antenna ricevente a terra, al netto dei moti relativi dei corpi, fatta in questo preciso istante e nell'istante successivo (che -non a caso- viene denominato:
epoca) mi dà risultati diversi.
Se si ha un pò di dimestichezza con l'analisi dei residui della matrice di covarianza, per misure simili, ci si può rendere facilmente conto di "quanto" ci voglia per assestare la comparazione entro un range di ragionevole affidabilità.
Tornando al campo audio: la comparazione di qualsivoglia sistema, fatta dallo stesso ascoltatore, è fortemente tempo-dipendente (il soggetto oggi può avere il mal di denti e preferire A a B e domani essere perfettamente felice, e preferire B ad A, tanto per fare esempi banali, ma chiari).
Una comparazione tempo-dipendente non potrà mai avere i valori "assoluti" (=assolutamente atemporali) che sono proprii della scienza fisica, ad es. e quindi -per definizione- non potrà mai essere rigorosa.
Una dimostrazione di teorema che tenga conto esclusivamente del caso particolare non è particolarmente calzante.
Parimenti un metodo di comparazione il cui funzionamento non avviene in un quadro di "atemporalità" (seppure ammetto che qualche volta il risultato del doppio cieco può dare parvenza di funzionamento, ma per semplice botta di @ulo -definizione ascientifica-
), non può essere giudicato un metodo universale ed affidabile da usare in ogni situazione.
E su questo non ci sono sofismi che tengano...
P.S. La medicina "storica", la psicologia, l'antropologia, persino l'economia sono scienze prettamente osservazionali, perchè hanno a che fare con l'individuo (o i gruppi di individui); mi sfugge il perchè la scienza della riproduzione dei suoni musicali -pur avendo a che fare esclusivamente con il singolo individo anch'essa- deve sfuggire al suo destino e deve essere incasellata a forza nel gruppo delle scienze fisiche cui non appartiene, solo perchè qualche inconsapevole ingegnere "ignorante" (capiamoci bene sul significato della parola), 70 o 80 anni fà ha deciso così.
Paolo