misureaudio ha scritto:baby rattle ha scritto:
Spiace che professori universitari si attardino con modellizzazioni di fisiologia dell'ascolto, se non si introducono i significati, l'attenzione elettiva e l'elaborazione intellettivo emozionale siamo a prima della preistoria epoca in cui l'umo ha cominciato a costruire il suono musicale attraverso l'osservazione fenomenologica e la trasmissione dei valori.
L'articolo infatti si ferma molto prima di affrontare i meccanismi da te indicati, appartenenti ad una persona cosciente più ancora che alla fisiologia del suo stesso cervello. Le conclusioni raggiunte nell'articolo tuttavia indicano l'esistenza di pattern bidimensionali ben distinguibili in corrispondenza di stimoli distinti. Quel che mi incuriosiva era uno step successivo possibile: stimoli corrispondenti allo stesso segnale distorto da differenti amplificatori a quali pattern porterebbero? Sarebbero distinti o contigui, e di quanto, fissata una qualche metrica?
Io parto da un assioma, chi ha costruito l'infinita bellezza del suono musicale lo ha fatto senza modellizzazioni della fisiologia o della allocazione delle risorse ma solamente mediante il riconoscimento e la trasmissione dei valori.
Uno strumento musicale non potrà mai essere descritto, i parametri che lo rappresentano hanno a che fare con l'infinito di diversi ordini di infinito: sequenze multiple e multirealtà, come si ragionava con sponsor.
Dove la modellizzazione impera, parte invariante del sistema, guarda caso non c'è andato nessuno a modellizzare per scoprire l'errore omnicomprensivo che compie il sistema, alterazione dei tempi di esistenza, e per trovarne i rimedi:
rigidezza dinamica, via disegno strutturale e funzionamento a reazione d'inerzia, creazione di sequenze congruenti attraverso la riduzione massima degli effetti del secondo ambiente e mediante la creazione della storia spazio temporale a verifica di congruenza.
Siamo in una situazione in cui uno ha fatto tutto, e non c'è altro da fare se non trovare rapporti di causa effetto per componenti quali resistenze, condensatori, elemetti attivi,il resto del mondo ancora non sa neppure da dove si comincia, una situazione piuttosto esplosiva in termini di paranoia e affini quando si va a comunicare certe questioni.
Dal versante della riproduzione dei suoni resta invece del tutto aperta la questione di come andare a riprendere i suoni, ci sono alcune ipotesi molto spinte tra cui quella che non è detto che per la ripresa gli strumenti debbono essere disposti in ambiente come per l'esecuzione dal vivo ed altre ancora più complicate che per ora tengo riservate ma occorrerà sperimentare, se ci fosse qualche ente pubblico universitario o meno se ne potrebbe parlare.