Suono e tempo

Regole del forum
Tutti possono iscriversi al Forum; è gradita l'indicazione delle proprie generalità nel profilo e nella firma, ma sono ammessi anche gli utenti anonimi, dal momento che ciò che conta è l'apporto costruttivo alla discussione e il mantenersi rigorosamente in tema.

Il Forum è moderato; ciò significa che ogni messaggio, prima di essere pubblicato, passa l'esame dei Moderatori di sezione, che ne autorizzeranno la pubblicazione se il messaggio è coerente col tema della sezione e contiene argomenti di merito e non insulti o provocazioni.
Messaggi ritenuti non coerenti col tema della sezione verranno spostati d'ufficio dai Moderatori nella sezione appropriata; messaggi di insulti o provocazioni verranno cancellati senza avviso.

Tutti gli Utenti sono incoraggiati a partecipare alla vita del Forum postando liberamente messaggi; non esistono argomenti troppo semplici o ingenui. L'unico limite è quello dell'Off Topic, dell'insulto o della provocazione.

I fraintenditori di professione sono invitati ad esercitare la loro professione altrove, come pure i rissosi. I Moderatori potranno esercitare poteri di sospensione temporanea dal Forum -previo avviso- nei confronti degli Utenti restii a seguire il presente regolamento, nonchè potranno esercitare la bannatura permanente degli iscritti che non mostreranno sufficiente creanza e senso delle regole che determinano una civile convivenza.

Re: Suono e tempo

Messaggio da leggereda misureaudio » 15 set 2009, 11:35

Mi faceva piacere segnalare in questa sede il link:

http://profs.sci.univr.it/~dafx/Final-P ... xpaper.pdf,

"AUDIO ANALYSIS BY A MODEL OF THE PHYSIOLOGICAL AUDITORY SYSTEM", Turicchia, L. et al.

(Non so se sia questo il thread più appropriato.)

L'articolo mi era piaciuto perché indica come sia possibile, a partire da un modello differenziale non lineare dell'orecchio interno, effettuare classificazioni di stimoli appartenenti alla prassi musicale (flauto, attacchi) omettendo del tutto i concetti contigui alla analisi di Fourier.

Contiene pure un notevole esercizio di meccanica razionale. Potrebbe non dispiacere a Lorenzo.
misureaudio
 
Messaggi: 460
Iscritto il: 2 set 2009, 11:13

Re: Suono e tempo

Messaggio da leggereda baby rattle » 15 set 2009, 22:27

misureaudio ha scritto:Mi faceva piacere segnalare in questa sede il link:

http://profs.sci.univr.it/~dafx/Final-P ... xpaper.pdf,

"AUDIO ANALYSIS BY A MODEL OF THE PHYSIOLOGICAL AUDITORY SYSTEM", Turicchia, L. et al.

(Non so se sia questo il thread più appropriato.)

L'articolo mi era piaciuto perché indica come sia possibile, a partire da un modello differenziale non lineare dell'orecchio interno, effettuare classificazioni di stimoli appartenenti alla prassi musicale (flauto, attacchi) omettendo del tutto i concetti contigui alla analisi di Fourier.

Contiene pure un notevole esercizio di meccanica razionale. Potrebbe non dispiacere a Lorenzo.



Spiace che professori universitari si attardino con modellizzazioni di fisiologia dell'ascolto, se non si introducono i significati, l'attenzione elettiva e l'elaborazione intellettivo emozionale siamo a prima della preistoria epoca in cui l'uomo ha cominciato a costruire il suono musicale attraverso l'osservazione fenomenologica e la trasmissione dei valori.
.

Raphaèl maì amècche zabì almi
vede signor norico nordata, il problema è questo: se io le fornisco le spiegazioni, Lei le capisce?
se comprimi l'aria ti sei pippato l'onda
ad ogni scheggiatura del suono, ad ogni spigolo dell'onda corrisponde una fitta al cervello!
LUTTO FRESCO, bebbo consegna a omi cidio
dormi tranquillo e asciutto, passato quello arriva altro lutto


http://recchia.mastertopforum.com/index.php
Avatar utente
baby rattle
 
Messaggi: 43309
Iscritto il: 21 gen 2009, 14:48

Re: Suono e tempo

Messaggio da leggereda misureaudio » 15 set 2009, 22:40

baby rattle ha scritto:
Spiace che professori universitari si attardino con modellizzazioni di fisiologia dell'ascolto, se non si introducono i significati, l'attenzione elettiva e l'elaborazione intellettivo emozionale siamo a prima della preistoria epoca in cui l'umo ha cominciato a costruire il suono musicale attraverso l'osservazione fenomenologica e la trasmissione dei valori.


L'articolo infatti si ferma molto prima di affrontare i meccanismi da te indicati, appartenenti ad una persona cosciente più ancora che alla fisiologia del suo stesso cervello. Le conclusioni raggiunte nell'articolo tuttavia indicano l'esistenza di pattern bidimensionali ben distinguibili in corrispondenza di stimoli distinti. Quel che mi incuriosiva era uno step successivo possibile: stimoli corrispondenti allo stesso segnale distorto da differenti amplificatori a quali pattern porterebbero? Sarebbero distinti o contigui, e di quanto, fissata una qualche metrica?
misureaudio
 
Messaggi: 460
Iscritto il: 2 set 2009, 11:13

Re: Suono e tempo

Messaggio da leggereda baby rattle » 16 set 2009, 8:15

misureaudio ha scritto:
baby rattle ha scritto:
Spiace che professori universitari si attardino con modellizzazioni di fisiologia dell'ascolto, se non si introducono i significati, l'attenzione elettiva e l'elaborazione intellettivo emozionale siamo a prima della preistoria epoca in cui l'umo ha cominciato a costruire il suono musicale attraverso l'osservazione fenomenologica e la trasmissione dei valori.


L'articolo infatti si ferma molto prima di affrontare i meccanismi da te indicati, appartenenti ad una persona cosciente più ancora che alla fisiologia del suo stesso cervello. Le conclusioni raggiunte nell'articolo tuttavia indicano l'esistenza di pattern bidimensionali ben distinguibili in corrispondenza di stimoli distinti. Quel che mi incuriosiva era uno step successivo possibile: stimoli corrispondenti allo stesso segnale distorto da differenti amplificatori a quali pattern porterebbero? Sarebbero distinti o contigui, e di quanto, fissata una qualche metrica?




Io parto da un assioma, chi ha costruito l'infinita bellezza del suono musicale lo ha fatto senza modellizzazioni della fisiologia o della allocazione delle risorse ma solamente mediante il riconoscimento e la trasmissione dei valori.

Uno strumento musicale non potrà mai essere descritto, i parametri che lo rappresentano hanno a che fare con l'infinito di diversi ordini di infinito: sequenze multiple e multirealtà, come si ragionava con sponsor.

Dove la modellizzazione impera, parte invariante del sistema, guarda caso non c'è andato nessuno a modellizzare per scoprire l'errore omnicomprensivo che compie il sistema, alterazione dei tempi di esistenza, e per trovarne i rimedi:
rigidezza dinamica, via disegno strutturale e funzionamento a reazione d'inerzia, creazione di sequenze congruenti attraverso la riduzione massima degli effetti del secondo ambiente e mediante la creazione della storia spazio temporale a verifica di congruenza.

Siamo in una situazione in cui uno ha fatto tutto, e non c'è altro da fare se non trovare rapporti di causa effetto per componenti quali resistenze, condensatori, elemetti attivi,il resto del mondo ancora non sa neppure da dove si comincia, una situazione piuttosto esplosiva in termini di paranoia e affini quando si va a comunicare certe questioni.

Dal versante della riproduzione dei suoni resta invece del tutto aperta la questione di come andare a riprendere i suoni, ci sono alcune ipotesi molto spinte tra cui quella che non è detto che per la ripresa gli strumenti debbono essere disposti in ambiente come per l'esecuzione dal vivo ed altre ancora più complicate che per ora tengo riservate ma occorrerà sperimentare, se ci fosse qualche ente pubblico universitario o meno se ne potrebbe parlare.
.

Raphaèl maì amècche zabì almi
vede signor norico nordata, il problema è questo: se io le fornisco le spiegazioni, Lei le capisce?
se comprimi l'aria ti sei pippato l'onda
ad ogni scheggiatura del suono, ad ogni spigolo dell'onda corrisponde una fitta al cervello!
LUTTO FRESCO, bebbo consegna a omi cidio
dormi tranquillo e asciutto, passato quello arriva altro lutto


http://recchia.mastertopforum.com/index.php
Avatar utente
baby rattle
 
Messaggi: 43309
Iscritto il: 21 gen 2009, 14:48

Re: Suono e tempo

Messaggio da leggereda baby rattle » 16 set 2009, 8:22

Come si fa a ragionare su alcunchè se non si tiene conto che il cervello fa dei giochetti di slittamento temporale, avanti-dietro e che è capace di invertire anche il prima-dopo temporale e tutte le concatenazioni logiche?

L'implicazione della memoria nella COSTRUZIONE della realtà e le sue modalità di funzionamento secondo le ultime teorie, che meglio ti può illustrare sponsor e di cui c'è già qualcosa nel forum, rendono ridicolo ogni tentativo di simulazione matematico-fisiologico.

L'essere umano la realtà è in grado di inventarsela e di cambiarla a piacimento, e dunque?

Non mi sembrano grandi ed oscure questioni che possano non essere presenti alla attenzione degli accademici paludati altrimenti di cosa indagano.
.

Raphaèl maì amècche zabì almi
vede signor norico nordata, il problema è questo: se io le fornisco le spiegazioni, Lei le capisce?
se comprimi l'aria ti sei pippato l'onda
ad ogni scheggiatura del suono, ad ogni spigolo dell'onda corrisponde una fitta al cervello!
LUTTO FRESCO, bebbo consegna a omi cidio
dormi tranquillo e asciutto, passato quello arriva altro lutto


http://recchia.mastertopforum.com/index.php
Avatar utente
baby rattle
 
Messaggi: 43309
Iscritto il: 21 gen 2009, 14:48

Re: Suono e tempo

Messaggio da leggereda sponsor » 16 set 2009, 9:58

misureaudio ha scritto:
baby rattle ha scritto:
Spiace che professori universitari si attardino con modellizzazioni di fisiologia dell'ascolto, se non si introducono i significati, l'attenzione elettiva e l'elaborazione intellettivo emozionale siamo a prima della preistoria epoca in cui l'umo ha cominciato a costruire il suono musicale attraverso l'osservazione fenomenologica e la trasmissione dei valori.


L'articolo infatti si ferma molto prima di affrontare i meccanismi da te indicati, appartenenti ad una persona cosciente più ancora che alla fisiologia del suo stesso cervello. Le conclusioni raggiunte nell'articolo tuttavia indicano l'esistenza di pattern bidimensionali ben distinguibili in corrispondenza di stimoli distinti. Quel che mi incuriosiva era uno step successivo possibile: stimoli corrispondenti allo stesso segnale distorto da differenti amplificatori a quali pattern porterebbero? Sarebbero distinti o contigui, e di quanto, fissata una qualche metrica?


Anch'io sono piuttosto scettico di fronte all'articolo da te proposto, pur con un giudizio forse più sfumato e in chiaroscuro di quello di baby rattle.
Infatti c'è comunque un dato positivo secondo me, ovvero che si cominciano a vedere nella letteratura scientifica più avveduta alcune prese di distanza rispetto alle classiche analisi alla Fourier per intenderci, almeno dal versante delle modalità percettive dell'essere umano e delle possibili spiegazioni sottostanti. Questo sembra niente ma è già importantissimo.
I limiti sostanziali che vedo, ma sono i limiti di molta letteratura scientifica odierna, è lo schema riduzionistico che diventa modalità ontologica della conoscenza. Mi spiego meglio: si tende sempre a delimitare un ben preciso campo di indagine, si fa un'ipotesi, l'ipotesi viene suffragata da un qualche dato sperimentale e si arriva a una conclusione. L'idea di fondo è che mettendo insieme tutti i pezzetti di una miriade di articoli si possa forse fondare una visione complessiva e coerente. Questo io non lo credo possibile, almeno non lo è in tutti quei settori scientifici che lambiscono o anzi interagiscono pesantemente con l'umano (che siano la medicina, la psicologia, e nel nostro caso la riproduzione dei suoni musicali). Su questo si discuteva in qualche altro thread: quando si ha a che fare con l'umano entra in gioco un tale livello di complessità e tutta la relativa giungla dalla percezione alla rappresentazione alla creazione di significati che il modello riduzionistico mostra tutta la sua impotenza a venirne a capo.
Nel campo della percezione dei suoni musicali io credo che l'approccio più fruttuoso sia simile a quello della psicanalisi in qualche modo: un approccio olistico, che viaggia e lavora sul percepito, la sua rappresentazione interiore e sui significati connessi. Un approccio quindi che ricomprenda anche la fisiologia dell'orecchio e i suoi meccanismi di funzionamento, che dubito possano essere dissezionati tramite riduzionismo e individuati come il "numinosum" che spiega cosa noi sentiamo e perché. I movimenti timpanici vengono in qualche modo trasformati in impulsi elettrici, e li comincia il caos: si mescola creazione di significati, cultura personale, attenzione differenziale spesso autodiretta, spezzoni temporali mescolati senza alcun controllo consapevole. La significatività e la ripetitività di un esperimento di stampo riduzionista viene a mio avviso inficiata, per quanto magari con suoni semplicissimi e dall'impatto emotivo e cognitivo nullo (il campanello di Pavlov?) magari qualcosa esce pure fuori come correlazione stimolo-descrizione del percepito. Ma questo aiuta nel momento in cui noi ci occupiamo soprattutto di significato emotivo, perché la musica è solo significato emotivo? Ho i miei dubbi.
sponsor
 
Messaggi: 160
Iscritto il: 21 gen 2009, 16:14

Re: Suono e tempo

Messaggio da leggereda misureaudio » 16 set 2009, 10:28

Il modello presentato da Lorenzo Turicchia è indubbiamente limitato a quanto potrebbe accadere prima che la coscienza e quanto culturalmente sedimentato nell'uomo intervengano a elaborare, costruire significati, provare emozioni. Il motivo che mi ha spinto a presentare l'articolo sul Forum sta proprio nei due aspetti sottolineati da sponsor. Il primo è che si toglie dal contesto l'uso di qualsiasi tecnica operante con la trasformata di Fourier. Il secondo è che una tecnica raffinata di pattern generation come quella esposta da Turicchia viene testata esclusivamente nel contesto di stimoli acustici molto ben differenziati all'origine, essendo chiara per un ascoltatore umano la differenza udita al manifestarsi degli stessi. Tuttavia una tecnica come quella esposta presenta un duplice problema, per quanto potrei valutare io. Il primo è quello che non esiste comunque il presupposto di valutarne l'accuratezza, dato che pattern distinguibili in uscita non hanno proprio nessun riferimento-bersaglio esterno definito. Potrebbe essere interessante, (mia personale curiosità), (sempre tenendo conto delle osservazioni prima espresse in senso negativo), valutare la sensibilità del modello alle piccole perturbazioni dei pattern di ingresso. Vorrei capire se il segnale originale e sue copie perturbate da non linearità tipiche, in condizioni postulate di invarianza, possano generare (quali) classi di pattern di uscita. Mi interesserebbe capire quali classi di equivalenza si possano costruire su quei pattern.
misureaudio
 
Messaggi: 460
Iscritto il: 2 set 2009, 11:13

Re: Suono e tempo

Messaggio da leggereda baby rattle » 16 set 2009, 11:20

Beh, hai picchiato più forte di me!
.

Raphaèl maì amècche zabì almi
vede signor norico nordata, il problema è questo: se io le fornisco le spiegazioni, Lei le capisce?
se comprimi l'aria ti sei pippato l'onda
ad ogni scheggiatura del suono, ad ogni spigolo dell'onda corrisponde una fitta al cervello!
LUTTO FRESCO, bebbo consegna a omi cidio
dormi tranquillo e asciutto, passato quello arriva altro lutto


http://recchia.mastertopforum.com/index.php
Avatar utente
baby rattle
 
Messaggi: 43309
Iscritto il: 21 gen 2009, 14:48

Re: Suono e tempo

Messaggio da leggereda ciofne » 16 set 2009, 11:24

Se possibile, come sempre, cerco di sviluppare il discorso ad un livello più basso e più comprensibile ai "meno" preparati.
Io penso che occorre ricominciare dal "metodo" con cui vogliamo indagare,
se il metodo è sbagliato è sbagliato tutto il resto.
Prima di tutto occorre prendere coscienza di tutto il sistema uomo-suoni.
Prima di lanciarsi in improbabili misure a riconferma di non si sa che cosa, dico così perchè se il fine è quello di ricercare una riconferma da una qualche misura, essendo all'oscuro del sistema... mi chiedo,
come potrà mai una misura svelare un errore sistematico.
Faccio un esempio dei più clamorosi:
che senso ha, simulare un altoparlante con sw sempre più evoluti, se poi la modellizzazione dello stesso è sbagliata?


Valter
ciofne
 
Messaggi: 353
Iscritto il: 21 gen 2009, 16:30

Re: Suono e tempo

Messaggio da leggereda misureaudio » 16 set 2009, 11:47

baby rattle ha scritto:Beh, hai picchiato più forte di me!

Ma no che non picchio! Siamo tra persone gentili e ben disposte. Le divergenze che emergono sono sempre originate da curiosità che mi sembrano sane. Mi sembra che la discussione prenda, qui, una piega utile senza eccezioni. Bene, molto bene anche la moderazione. (Si è capito che con voi parlo volentieri?)
misureaudio
 
Messaggi: 460
Iscritto il: 2 set 2009, 11:13

PrecedenteProssimo

Torna a Teoria

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 7 ospiti

cron