L'accettazione nei sistemi di riproduzione del suono musicale dell'equipollenza delle cause di errore, della tempo varianza, del fatto che il contenuto è sconosciuto e che il processo fa il contenuto, e di una serie di altre evidenze sperimentali estrapolate in condizioni di ascolto controllato rende a mio avviso impossibile inquadrare la materia nel novero delle scienze classiche, cartesiane, "riduzioniste". Del resto se sospendendo su elastici un cavo si ottengono risultati di ascolto molto significativi, è difficile se non impossibile ricondurre il percepito a una variazione (in questo caso infinitesima) di parametri elettromagnetici "tradizionali": quello che di fatto accade è che è variato il processo nel suo complesso e l'entità apparente della modifica apportata non è in grado di dirci nulla a priori sull'ampiezza di variazione del risultato. L'unica possibilità resta la verifica sperimentale (che presenta di suo incredibili complessità per l'inter-relazione con la fisiologia umana e ad un livello più alto con la creazione di significati).
Qui siamo secondo me a un punto topico, nel senso che occorre di fatto abbandonare l'approccio causale tradizionale, che opera in senso riduzionistico, ovvero con l'obiettivo di semplificare il modello: il modello non è semplificabile oltre un certo limite pena la perdita di specificità, così come il modello di come funzioni una sinapsi e un assone non dice niente su come funziona un cervello. Credo sia necessario introdurre un punto di vista olistico, simile a quello teorizzato da Ilya Progogine per l'irreversibilità nei sistemi complessi (vedere per un primo approccio a questi temi il link http://it.wikipedia.org/wiki/Epistemolo ... ssit%C3%A0).
In quest'ottica mi sembrano del tutto impossibili le "discussioni" e le condivisioni di esperienze se non si chiarisce l'approccio di fondo: se infatti il mio approccio è olistico non potrò mai raggiungere una qualsivoglia forma di dialogo sui termini del problema con chi invece applica uno stretto approccio riduzionista (aggiungo io: storicamente fallimentare perché non ha mai spiegato e governato i fenomeni della riproduzione dei suoni musicali).
In senso olistico, più che i rapporti causali, contano quelle che definirei con un concetto che mi invento in questo momento (ma che non è affatto estraneo ad altre discipline) le "sincronicità", ovvero le analisi delle concomitanze sperimentali tra i fenomeni. E qui mi fermo...