L’elaborazione mentale dell’oggetto sonoro e la possibilità di definirlo attraverso una serie di qualità, alcune delle quali misurabili ( cognizione pre-civiltà) , permette infine di connotare il suono in senso estetico: suoni e aggregati sonori possono essere belli o brutti.
Ma non solo: i suoni possono esaltare ( vedi caccoso) o deprimere ( vedi còrciulo), rallegrare o rendere tristi ( vedi bebbo a jella e lutto con morto) , rilassare o eccitare.
Ciò accade all’ascolto spontaneo dei suoni che ci circondano, ma anche di quelli che produciamo. Come disse Boezio, il maggiore teorico musicale della tarda antichità, "nulla è così strettamente umano quanto l’abbandonarsi a dolci armonie e il sentirsi infastiditi da quelle discordanti ( vedi il berlinguer che satura) , e questo non si limita a gusti individuali, o a specifiche età, ma abbraccia le tendenze di tutti ... quindi a ragione Platone ( platorello grande con pecette e CCI) disse che l’anima del mondo è in stretto rapporto con l’armonia musicale" (Boezio, De institutione musica, I,1).
oggi hhhhabbiamo conosciuto boezio...
zio del simulo punzo