Contributo di Renato Giussani
Renato Giussani ( nato a Como nel 1947) è unanimemente considerato il massimo esperto italiano in campo elettroacustico, nonché il più prestigioso tra i nostri progettisti.
Tra le sue "opere" non possiamo non citare l’Audiolab Delta 3, un diffusore interamente costruito con componentistica nazionale, che negli anni ’70 fece vedere i sorci verdi ad oggetti quali l’AR 10¸, il B6W DM 6, il Celestion DL 66, il Kef 104AB largamente considerati come i migliori sistemi di altoparlanti di dimensioni ragionevoli presenti sul mercato. Oggi la Delta 3 è ricercatissimo oggetto da collezione nonché sistema ancora godibilissimo e sorprendente. Alla Delta 3 sarebbe dovuta succedere l’avveniristica Delta 4, che non vide mai la luce come Audiolab, ma venne poi proposta (sia pure in versione "semplificata", a tre vie) come "kit dimostrativo" dalla rivista Audio Review di cui Renato è stato per un decennio co-editore e responsabile del settore altoparlanti, e riproposta oggi sul sito
www.renatogiussani.it sempre in forma di kit (ma nelle versioni 4.3 e 4.5, più rispettose della formula originale a 4 vie del 1978), con piani di costruzione di libero e gratuito utilizzo. Dopo l’esperienza Audiolab (oltre a quella della direzione tecnica della rivista Stereoplay), Giussani assunse nel 1979 la direzione dell’Ufficio Ricerca e Sviluppo della ESB di Aprilia, già ben conosciuta sul mercato italiano, che grazie all’impulso e alle indubbie capacità dell’Ing.Giussani si sarebbe affermata su scala mondiale. Dopo aver contribuito in maniera determinante alla realizzazione della celeberrima serie LD - II della casa di Aprilia, Giussani (nel 1981) calò il suo asso nella manica, il sistema DSR, che attraverso una particolare conformazione del baffle e dei mobili (oltre che ad una scelta assolutamente non convenzionale delle frequenze d’incrocio), offriva una dispersione ed un campo sonoro di ampiezza e panoramica sino ad allora sconosciuti. Il 7/06, figlio diretto e più gestibile del riferimento 7/05, antesignano di una serie che avrebbe costituito un’ulteriore fondamentale pezzo di storia dell’elettroacustica moderna, finì perfino sulle pagine gestite da Harry Pearson, editore/direttore della rivista underground "The Absolute Sound", vero e proprio deus-ex-machina del mercato americano e non solo. Doug Sax scelse il 7/06 come diffusore di riferimento per le dimostrazioni dei risultati che otteneva nei suoi mitici studi di registrazione Sheffield Lab. L’incipit della lettera con cui Doug comunicava ai lettori di T.A.S. la sua "scoperta" delle 7/06 recitava così "Proprio come dal vivo…". Verso la fine degli anni ’80 inizia la collaborazione con un’altra significativa azienda italiana, la Orpheus (oggi Audiocarpet), per cui progetta la serie di diffusori Aedon Audio, che impiega una variante avanzata del sistema DSR. Nel 1995 viene presentato il primo "grande sistema italiano", il gigantesco Aedon Audio NPS-1000 (NPS=Natural Perspective System), destinato a diventare anch’esso una piccola leggenda. Attualmente Giussani è il proprietario nonché direttore generale della Argò Editore, che pubblica, tra le altre cose, le riviste l’Orologio, Argento!-Lifestyle & Interior Design, Crono World, e la recentissima rivista scientifica M!ND, dedicata alle Storie della Conoscenza e che vanta già collaboratori prestigiosi.
T-Amp ma non solo.
Alcune fondamentali notazioni scientifiche sul rapporto tra variazioni nella risposta in frequenza e percezione sonora.
"…Tutto ciò che viene emesso al di sopra dei 10.000 Hz contribuisce in maniera notevole alla "ariosità" ed alla sensazione di realismo della emissione. Una esaltazione localizzata intorno ai 10 kHz tende spesso ad enfatizzare oltremisura il fruscio di dischi non perfettamente nuovi e silenziosi, mentre una carenza della gamma fra i 5 e i 10 kHz causa una sensazione di "soffocamento" e di velatura dei suono ed in particolare delle voci.
Insieme ad altri membri "importanti" del mio vecchio gruppo di lavoro, già dagli anni '70 abbiamo più volte dimostrato la perfetta udibilità di differenze di livello di +0,1 dB (volume più o meno alto) ove queste siano estese a tutta la gamma audio. Quando la differenza di 0,1 dB fra due risposte in frequenza è confinata a particolari bande come la bassa, la medio-bassa, la media, la medio-alta, la alta, la altissima, le sensazioni d'ascolto che tali differenze (esclusivamente nella grandezza scalare "pressione acustica", o nella risposta ai morsetti dei diffusori) sono in grado di attivare sono molteplici e gli ascoltatori le descrivono spesso come:
- ambiente più o meno naturale e/o ampio oppure bassi più o meno estesi (se la gamma bassa fino a 125 Hz è più o meno forte di 0,1 dB...).
- transienti più o meno netti e/o prolungati oppure voci più o meno scatolate e/o confuse (se si tratta di gamma medio-bassa. Fra i 125 ed i 630 Hz)
- bassi più o meno morbidi e/o frenati e/o veloci, voci più o meno presenti potenti e/o riconoscibili (se i medi fra i 630 e i 4.000 Hz sono più o meno forti di 0,1 dB... )
- voci più o meno aperte e/o vicine e/o definite (se si tratta di gamma medio-alta. fra i 4.000 ed gli 8.000 Hz).
- fronte stereo più o meno ampio, strumenti più o meno definiti e risolvibili separatamente, transienti più o meno completi e puliti, suono più o meno affaticante (se si tratta di gamma alta fra gli 8.000 ed i 12.500 Hz)
- immagine più o meno ampia e/o ariosa e/o profonda e/o naturale (se si tratta di gamma altissima - oltre i 12.500 Hz)
E così via, coinvolgendo spessissimo anche termini di fantasia che vengono di norma tirati in ballo quando si vuol credere per forza all'udibilità dell'andamento della fase piuttosto che della risposta nel tempo entro poche decine di millisecondi, prima di essersi messi in condizione di non farsi influenzare da differenze di "livello" di 0,1 dB, come descritto sopra.
Quindi: differenze di risposta in frequenza di meno di un dB fra due tweeter sono udibili. In ambiente domestico divengono molto meno verificabili e/o importanti a causa dei numerosi fenomeni accessori che intervengono, ma non sono del tutto ininfluenti. Quello che voglio intendere è che non si dovrebbe garantire la risposta in frequenza degli altoparlanti e/o dei diffusori entro intervalli di pressione più ristretti, dal momento che ciò è che è sostanzialmente impossibile! Chi dichiara drivers matching entro +- 0,5 dB semplicemente dichiara il falso perché nessuno è in grado di smascherarlo.
Passando a considerazioni più pratiche, possiamo dire che frequenze più importanti durante la messa a punto dei filtri, così all'impronta, con annesse laconiche definizioni non esaustive potrebbero essere una/due ottave circa centrate attorno alle frequenze seguenti:
A: 50, B: 160, C: 400, D: 1000, E: 2000, F: 3150, G: 5000, H: 10000 Hz, I: 12500, L: 16000 (per chi li sente...)
A: I "bassi profondi" e l'ampiezza/immanenza delle grandi orchestre/gruppi specie dal vivo. Se è abbinata alla L è ancora meglio.
B: Potenza. Ma anche "gommosità", se esuberano/mancano altre frequenze. Il difetto può essere corretto aumentando le gamme da D a G, ma ovviamente ci sono dei limiti...
C: Scatolarità, effetto cartone (voci entro una "scatola da scarpe", specie se maschili), quando troppo. Leggerezza del tom (batteria), del sax baritono, delle note "medio-basse" della chitarra, quando poco. E annessi e connessi. Se è troppo poco C e troppi A e B può contribuire al famoso "basso gommoso".
D: Se è poco si perde "effetto presenza" se è troppo aiuta ad emergere i difetti della C.
E: Se è poco diminuisce "effetto presenza" se è troppo interviene il "pungente/fastidio".
F: Molto importante. Determina la caratterizzazione ed "articolazione" degli strumenti solisti e delle voci, specie femminili.
G: Apertura della timbrica degli strumenti aventi spettri "bassi ma non bassissimi". Se è troppo "archi alla corda".
H: Apertura/spaziosità del 99% degli strumenti e dei "rumori", applausi compresi. Se è eccedente comporta il famoso effetto durezza, freddezza, fastidio, "effetto cupole rigide" e/o "meno setosità" della gamma alta.
I: Queste cominciano ad essere alte frequenze "vere", solo armoniche "hi-fi" e rifinitura, anche "spaziale".
L: Come I, anzi meglio, ma solo per chi li sente davvero. Ariosità... Leggerezza e setosità dell'estremo alto.
C, F & G insieme: transienti più o meno "veloci"...
Dunque:
Gli effetti descritti possono apparire più o meno evidenti a seconda dello "step" adottato per esaltare o attenuare solo la zona interessata. E' evidente che più la transizione fra le zone inalterate e quella modificata è dolce e meno udibile sarà la variazione.
Ovvero, per tornare all’argomento/oggetto principale di questa analisi: Chi ha misurato la risposta in frequenza di questo amplificatorino (il T-amp), collegato ad una delle casse che ha ascoltato, in banda audio (20-20.000), e con una risoluzione sicuramente di almeno + 0,1 dB ?
Ho letto che l’amico Giampiero Matarazzo ha rilevato un’ esaltazione molto forte a 30 kHz. Da quale frequenza comincia a salire la curva...? Se iniziasse ad esserci già un’ esaltazione di + 0,1 dB a 10 kHz e poi via via sempre crescente , sarebbe già tutto spiegato (ampiezza della scena, ariosità, setosità e magari anche voci più definite specie le femminili).
Poi dice che gli "audiofili" non vogliono i controlli di tono..."
Addendum
Alcune risultanze sperimentali ripetibili di una oggettiva prova d'ascolto condotta molto seriamente il 7 agosto 2004 (riportate dal più tecnico dei partecipanti al test, per sua specifica ammissione, non era l’Ing. Renato Giussani):
"…In campo abbiamo messo quattro ampli valvolari di potenza da piccola a media. Regolando il livello per l'impossibilità di saturare abbiamo ottenuto un livello accettabile ma, credo di poter parlare a nome di tutti, almeno tre dB in più li avremmo graditi. Questo significa che con una cassa tradizionale avremmo dovuto usare il cornetto acustico. Badate che non si trattava di monotriodi da 3W, si arrivava sempre comunque sopra i 10W. Peraltro, con casse "raffinate" da 86-88 dB il concetto è estendibile alla fascia di amplificatori da > 60W. Il tutto con un sistema di diffusori (TFS-1 descritti su
www.renatogiussani.it) dal suono definito decisamente buono da molti autorevoli ascoltoni.
Premetto:
Che il primo ampli, commerciale, è stato scartato ad orecchio, e strumentalmente ha manifestato problemi intollerabili di motor-boating sulle basse, bassissime frequenze.
Che il gruppo di ascolto era così poco fondamentalista da essere finito ad ascoltare per le prove un disco proposto dal sottoscritto, l'unico veramente analfabeta da punto di vista musicale.
Che vi erano differenze, ad orecchio, fra TUTTI gli amplificatori e che siamo perfino stati in grado di esprimere un preferito direi condiviso da tutti.
Che il pezzo musicale da scegliere, mancando la commutazione diretta, deve avere inizio e fine con livello moolto simile, altrimenti si mettono in dubbio degli strumenti calibrati SIT ogni anno.
Che le differenze di risposta in frequenza ai morsetti dei vari oggetti, sono distinguibili da sole, riprodotte con cool edit nella loro globalità, 20-20kHz, 10 volte su 10…"
Esperienza dei "tester" umani.
"…Purtroppo una delle cose che più irritano della risposta in frequenza è che la variazione può essere, nelle preferenze, neutra, migliorativa, peggiorativa, in relazione all'ambiente, il pezzo, i gusti. Questo gioca contro la possibilità di rilevazione eppure si rileva sempre. Mette anche in evidenza differenze di terminologia, c'erano almeno due ottave di differenza fra l'aperto di Renato ed il mio. Anche sopra la definizione di medio-basso il sottoscritto a mostrato di avere dei problemi. Non esiste altra via se non quella da noi seguita per uniformare, col tempo, il vocabolario.
Dunque definiamo ancora:
Come la psicoacustica pesa enormente e che Xxxxxx è, nel gruppo, il soggetto che ne è più immune. E lo è per carattere. Basta conoscerlo, per capire perchè. Altra certezza è che chi pensa di esserne immune o di controllarla sarà colui che ne scopriremo esserne maggiormente affetto.
Come si sia a mala pena riusciti a togliere il primo velo su quel che c'è da fare.
Come la variabilità della risposta in frequenza non abbia spiegato tutto quel che abbiamo sentito ma, di fatto, sia talmente avvertibile come tale, da costituire un ostacolo insormontabile se non messa assolutamente sotto controllo e possibilmente eliminata…"
Vi chiederete, cosa c’entra tutto questo con il T-Amp? Allora rileggete da capo.
P.S. : un contributo MOLTO importante in letteratura:
http://www.audiosignal.co.uk/Resources/ ... ent_A4.pdf
Il Club degli 0.1 dB