Dico la mia (LP, CD, Vinile... etc)
Marco Lincetto 12:48
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...No, apro un nuovo 3D perchè l'altro aperto un paio di giorni fa è nato male, da un presupposto profondamente sbagliato.
Certo, essere costretti periodicamente, ogni tot mesi a ripetere sempre le stesse cose... è un po' noioso.
Ma con serenità francescana (... ...) ci riprovo.
Con buonapace di chiunque, il digitale ad alta risoluzione è oggi il metodo più fedele all'evento originale di registrare e riprodurre la musica.
NESSUNA QUESTIONE DI ACUSTICA?
eggià...cosa può saperne costui?
Sì, certo, però... Però bisogna innanzitutto partire proprio dalla registrazione: se questa è fatta senza rispettare l'evento originale, per incapcità o per scelta di chi la fa... Di che stiamo a parlare?
Ma facciamo ancora un passo indietro: cosa distingue l'evento originale da una sua pur eccellente copia registrata? Guardate, non è la dinamica in senso stretto, non è neppure la timbrica in senso stretto, MA è la quantità di informazioni ambientali, soprattutto a basso livello, che dal vivo ci sono e sono perfettamente percepibili, mentre è dannatamente difficile catturare e riprodurre su qualsivoglia sistema di registrazione/riproduzione (sia esso digitale o analogico).
Già la codifica di ripresa stereofonica è un limite enorme, rispetto alla realtà, che - ricordo anche ai più distratti e/o i più "khoeministi" - è "multicanale" per un numero di canali tendente ad infinito. Ma poi, dove casca veramente l'asino è nella intrinseca incapacità di tutti i sistemi di registrazione di catturare in modo perfetto e lineare le informazioni a basso livello, a partire da -30db in giù. Ovvero l'humus, le fondamenta, tranquillamente percepibili dal vivo; quella cosa che ci rende parte vivente dell'evento che stiamo ascoltando (in questo difiicilissimo range si trovano le armoniche più alte dei suoni fondamentali, ad esempio, quegli elementi che rappresentano i dati di targa, le peculiarità più specifiche dei singoli strumenti per come li conosciamo dal vivo).
Ora, se la risoluzione a 16bit del classico CD si arrende con disperazione ad un pianissimo d'orchestra a -60db, con certezza una ripresa nativa a 24bit fa un bel passo avanti, nella direzione della fedeltà.
A questo proposito mi piace citare una registrazione in cui questo elemento di distinzione del 24bit vs 16bit è eclatante ed immeditamente percepibile. Mi riferisco all'inzio del secondo movimento della Settima Sinfonia di Beethoven, nell'esecuzione del 2000 dei Berliner diretti da Abbado nell'ambito della famosa integrale: ascoltatelo prima in versione Cd e subito dopo in versione DVD-Audio, oppure anche nella recente versione "liquida" 24/96.
Ebbene, in CD pur tirando l'orecchio, pur magari alzando il volume, il segnale è magmatico, confuso, veramente lontano da un esperienza live. In 24bit ecco che immediatamente la trama degli archi è nitida, si distinguono con precisione le sezioni, si sentono pure tutti quei microrumori che solo 70 musicisti sanno fare... che prima erano un qualcosa di fastidioso e non immediatamente percepibile.
Dunque cosa significa tutto ciò?
Che per apprezzare l'alta risoluzione digitale, sia essa liquida o solida, tramite file o tramite Blu Ray, o tramite SACD o tramite il meraviglioso "de cuius" DVD-Audio... è assolutamente necessario:
1 - che la registrazione sia nativa in HD;
2 - che sia realizzata senza alchimie di mastering, tipo compressione selvaggia;
3 - che sia relativa a programmi musicali che hanno in sè la dinamica come elemento distintivo (se ascoltate gli AC/DC, il CD basta e avanza);
4 - che chi ascolta, sappia cosa ascoltare e perchè.
Senza questi presupposti, capisco che molti possano non apprezzare l'alta risoluzione digitale o quantomeno non notare differenze dal vecchio CD.
E con certezza il parco di registrazioni disponibili, tolta la grande maggioranza di quelle relative alla musica classica e qualche sparuto esempio di musica acustica non classica, non aiuta a fugare i dubbi degli scettici. Anzi, al contrario...
Oh, ma veniamo a parlare dell'analogico... Qui il discorso si fa insidioso.
L'analogico ha oggettivi limiti e difetti, minori nei nastri master e molto maggiori su vinile, tali per cui io non mi sento di accreditarlo come sistema massimamente fedele all'evento musicale originale.
PERO'... sono proprio i difetti dell'anaologico a renderlo più... "friendly" alle orecchie di molti appassionati (...a volte anche delle mie).
Cerco di spiegarmi, anche se non è facile. Molti a questo punto parlerebbero delle tipiche distorsioni non lineari del nastro, della enfatizzazione ad arte delle armoniche pari... (e anch'io ne ho parlato spesso).
Ma oggi voglio ricollegarmi al discorso di prima e mi voglio soffermare sul rumore di fondo intrinseco all'analogico.
Sì, proprio quel rumore che nelle registrazioni migliori finisce per fondersi ed integrarsi senza soluzione di continuità con il rumore dell'ambiente, e di quello in cui è stata fatta la registrazione, e di quello in cui viene riprodotto il supporto. Il rumore dell'analogico è un naturale trade union che compensa, maschera quello che non c'è. Si sostituisce a quello che non c'è dando l'illusione che ci sia.
L'Analogico è un grande, piacevolissimo, inganno.
Il problema dell'analogico è che non ha alcun margine di miglioramento rispetto ai risultati raggiunti alla fine degli anni '80: i suoi limiti verso una registrazione/riproduzione fedele sono invalicabili. E lo sono di fatto, anche perchè la ricerca tecnologica si è fermata e parallelamente si è sviluppata la ricerca in ambito digitale.
In conclusione.
Il digitale HD, comunque lo si rigiri, è superiore all'analogico (anche se ancora lontano dalla perfezione della realtà, perfetta per assunto invalicabile); ma è facilmente comprensebile che moltissime persone possano apprezzare di più l'analogico. Anche e soprattutto per via del tipo di musica ascoltato e delle modalità, ancora molto spesso "analogiche" con cui si registra il digitale.
P.S.: da tanti anni io seguo un mio percorso di ricerca nel mio lavoro di registrazione che mi ha portato oggi - e da qualche anno, in realtà - a mischiare i due mondi, ovvero ad utilizzare sia strumenti analogici che digitali, per arrivare ad un master finale che cerchi la mediazione perfetta del meglio dei due mondi. La ricerca, in quanto tale, lo studio in quanto tale, non finisce mai, ma oggi sono moderatamente soddisfatto di certi risultati raggiunti...
Post edited by Marco Lincetto at 2013-11-03 12:54:17
"Baby, Light My Fire!"