Dispersione nei diffusori

Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda uffa! » 27 gen 2009, 22:39

Mi sono sempre chiesto come fosse possibile e comunemente accettato che un diffusore possa tranquillamente disperdere suoni, con angoli che vanno in pratica da 360° per i gravi, fino ad uno molto più ristretto, per gli acuti.

Cosa succederebbe se si potesse rendere omogenea per tutte le frequenze quella dispersione e ridurla ad un angolo ristretto?
Ciao, Roberto
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Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda baby rattle » 28 gen 2009, 8:21

uffa! ha scritto:Mi sono sempre chiesto come fosse possibile e comunemente accettato che un diffusore possa tranquillamente disperdere suoni, con angoli che vanno in pratica da 360° per i gravi, fino ad uno molto più ristretto, per gli acuti.

Cosa succederebbe se si potesse rendere omogenea per tutte le frequenze quella dispersione e ridurla ad un angolo ristretto?



Uffa, un nick più normale potrebbe far piacere a tutti, interventi così densi farebbe piacere svolgerli con chi si conosce meglio, senza polemica o costrizione, beninteso.

Quanto al merito la questione posta in questi termini non ha seguito, le cose sono molto più complesse e tutto va visto in funzione della creazione della storia spazio temporale e la creazione di una "voce unica".

La dispersione omnidirezionale è quanto di più sbagliato si possa mettere in campo, il bilanciamento in frequenza della emissione secondo la sola direzione verso l'ascoltatore è quanto di più riduttivo ed è una delle massime cause di fallimento delle misura anche trattando la materia con la scienza fisica che peraltro si chiama fuori nella parte non invariante del sistema cioè da dopo che il suono lascia il diffusore per cui le misure non hanno senso alcuno.
.

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Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda sponsor » 28 gen 2009, 12:19

uffa! ha scritto:Mi sono sempre chiesto come fosse possibile e comunemente accettato che un diffusore possa tranquillamente disperdere suoni, con angoli che vanno in pratica da 360° per i gravi, fino ad uno molto più ristretto, per gli acuti.

Cosa succederebbe se si potesse rendere omogenea per tutte le frequenze quella dispersione e ridurla ad un angolo ristretto?


Un meccanismo ci sarebbe, ed è quello di allargare a dismisura la membrana (più la membrana è larga rispetto alla lunghezza d'onda su un dato piano, minore è la dispersione nel piano considerato). Purtroppo questo non funziona affatto perchè le membrane "larghe" alterano la sequenza (ho scritto proprio poco fà il motivo su un altro post). L'ideale sarebbe un fronte perfettamente sferico (membrana puntiforme) ma allo stesso tempo confinato, cosa che non è fisicamente realizzabile. Allora che si fa? Si usano membrane "sufficientemente" piccole per "preservare" la sequenza in partenza (il famoso woofer da 17 cm al massimo) e allo stesso tempo si mettono in campo delle tecniche per "ortogonalizzare" quello che non interessa rispetto alla sequenza principale, che poi sono tutte le "voci spurie" che girano in ambiente di ascolto, le uniche cose di cui si occupi (male) l'elettroacustica e di cui si biascica (malissimo) sulle riviste. Ma come si fà ad "ortogonalizzare"? Come si fà a rendere le voci spurie in ambiente "simili" al fruscio di un disco, che esiste ma come tale non disturba la percezione del suono musicale?
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Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda uffa! » 29 gen 2009, 1:02

baby rattle ha scritto:
Quanto al merito la questione posta in questi termini non ha seguito, le cose sono molto più complesse e tutto va visto in funzione della creazione della storia spazio temporale e la creazione di una "voce unica".

La dispersione omnidirezionale è quanto di più sbagliato si possa mettere in campo, il bilanciamento in frequenza della emissione secondo la sola direzione verso l'ascoltatore è quanto di più riduttivo ed è una delle massime cause di fallimento delle misura anche trattando la materia con la scienza fisica che peraltro si chiama fuori nella parte non invariante del sistema cioè da dopo che il suono lascia il diffusore per cui le misure non hanno senso alcuno.


Diciamo che uno tenta di approcciare il tutto ( scusate il bisticcio di parole) partendo necessariamente da posizioni non omnicomprensive ( non ho verità in tasca, vado cercando..), partivo dal seguente assunto, magari sbagliato.

I misuratori, mettono un mic in asse, usano una finestra temporale regolata per la massima convenienza, e raccontano che hanno un diffusore perfetto; le nostre orecchie, rimangono ricettive ben oltre il limite imposto da tale finestra.

Fatto salvo il necessario controllo sulla generazione del segnale e la successiva emissione in ambiente, pensavo che se il suono diretto dopo averci investito, venisse in buona parte assorbito, qualche passo in avanti, lo si potesse fare.

Non attuando il controllo sull'angolo di emissione ad es., su basse e mediobasse ( con assorbente, non con pannelli riflettenti a loro volta), ci troveremmo ad avere ulteriori intere sequenze (le chiamiamo di terza generazione a seguire?) che ci investono (dopo aver rimbalzato su parete di fondo, pavimento, soffitto), con forza paragonabile a quella radiazione diretta, sovrapponendosi alla stessa, aumentando notevolmente la caoticità.

Ps:

Uffa! mi piace, esprime impazienza, mi pare il caso.
Ciao, Roberto
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Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda sponsor » 29 gen 2009, 14:53

uffa! ha scritto:...
Fatto salvo il necessario controllo sulla generazione del segnale e la successiva emissione in ambiente, pensavo che se il suono diretto dopo averci investito, venisse in buona parte assorbito, qualche passo in avanti, lo si potesse fare.


Usare la parola DOPO temo possa essere fuorviante.
Imposterei il ragionamento in tutt'altro modo: cominciamo col dire che ci troviamo nella parte non invariante del sistema, la parte diffusore-ambiente-ascoltatore. Per cui fare riferimento solo alla realtà fisica del campo sonoro immesso in un ambiente confinato non dice tutto quello che occorre sapere.
Infatti in questa benedetta stanza avvengono DUE eventi dal punto di vita percettivo (sono pigro e riprendo quanto da me scritto in un altro forum):
Evento num. 1: due sorgenti (i diffusori) immettono suoni in ambiente. Noi ci troviamo in quell'ambiente, per cui siamo in grado di ricostruire perfettamente la provenienza dei suoni e tutto il corollario di eventi (riflessioni etc.) che ricostruiscono percettivamente la realtà del luogo in cui ci troviamo. Questo evento, che è l'unico che ha una sua connotazione "fisica", NON CI INTERESSA, anzi DISTURBA. E' RUMORE. Paradossalmente questo è l'unico evento che viene "curato" e studiato dalla fisica acustica.
Evento num. 2: siamo sempre in quell'ambiente ad ascoltare ma percepiamo un'altra realtà spazio temporale, che viene CREATA unicamente dai nostri meccanismi percettivi e che NON ESISTE come tale in quel luogo; questa realtà viene portata dal campo sonoro immesso, ed è legata al luogo di ripresa. Questa realtà "altra" contiene, unica e sola, l'integrità del messaggio sonoro. Percepiamo spazi, tempi, colori, masse di orchestre o ensemble che sono un tutt'uno con l'evento musicale (anzi neanche un tutt'uno, SONO l'evento musicale e non ce ne sono altri al di fuori di questo).

L'evento che noi consideriamo "riproduzione fedele" e che i nostri sistemi tentano di replicare è il numero 2. Tuttavia l'evento numero 1 esiste (anzi, tutti i progettisti del mondo credono che sia l'unico!) e non può essere completamente "assorbito". Qui dico un'altra cosa: non DEVE essere completamente assorbito perchè porta le informazioni di congruenza vista-udito rispetto al fatto di trovarsi in QUELLA stanza. Quindi l'evento 1 serve anch'esso, ma purtroppo di norma và ad interferire con l'evento 2.
Cosa si fà? Occorrerebbe individuare e mettere in campo le tecnologie atte a rendere percettivamente ortogonali i due eventi. Cosa intendo per "percettivamente ortogonali"? Intendo: lasciare che l'evento 1 esista, sia percepito, ma non vada ad inficiare la percezione dell'evento 2, o perlomeno lo faccia il meno possibile. Insomma che l'evento 1 si comporti come il fruscio di un giradischi, un rumore non correlato rispetto al segnale, che ci suggerisca che siamo effettivamente nella stanza dove stiamo, ma che insieme si mantenga percettivamente distinto dall'evento numero 2 che stà riaccadendo proprio li davanti a noi. Faccio notare che stiamo ragionando nel campo percettivo, della non invarianza, e che dal punto di vista della fisica acustica nella stanza esistono delle sorgenti attive che emettono un campo di onde sonore confinato, punto e basta.
Si può fare tale ortogonalizzazione dei due eventi percepiti? Si. Ma prima di dire come, aspetto reazioni.
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Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda audiomagika » 29 gen 2009, 15:03

Bello Salvatore.... eccezionale!
Se andiamo avanti così faccciamo tremare i polsi a mezzo mondo! Facciamo tutto?

ale
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Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda Papero » 29 gen 2009, 15:33

Sponsor, hai un modo di scrivere talmente chiaro che è un vero piacere leggerti.
Sei riuscito a far comprendere dei concetti affatto semplici da assimilare, hai un vero talento in tal senso.
Marco P.
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Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda sponsor » 29 gen 2009, 16:26

Ringrazio molto sia Audiomagika che Papero, la chiarezza di oggi è una conquista figlia di tante discussioni fatte tra noi tutti negli innumerevoli forum che hanno preceduto questo... e anzitutto c'è l'Inge che ha la primogenitura intellettuale di tutto. Ora speriamo solo che certe cose possano diventare patrimonio comune.
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Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda drpaolo » 29 gen 2009, 17:30

Bravo, Salvatore, sei grande...

Paolo
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Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda ciofne » 29 gen 2009, 18:24

Salvatore,
nomination number two.

Valter
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