Dispersione nei diffusori

Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda pulsar » 23 feb 2009, 2:47

Un saluto a tutti, se permesso, riguardo a questo argomento chiedo il vostro parere per capire se sono proprio fuori strada o solo molto indietro nell'intendere alcuni concetti a livello generale:
Può essere corretto ritenere che quello che si sta cercando di fare, o meglio si è realizzato con il Full Moss, sia in alcuni aspetti assimilabile a quello che in ottica è uno stereogramma?
Nel senso che: così come l'immagine tridimensionale dello stereogramma viene percepita (smascherata) dalla sovrapposizione di 2 viste della stessa immagine riferite a 2 direzioni che si focalizzano in un determinato punto oltre il piano del foglio,
può essere che:
le 2 storie spazio-temporali, riprodotte dai diffusori (con determinate modalità di emissione) concentrandosi e focalizzandosi alla testa dell'ascoltatore, riescano a fare in modo che, a livello percettivo, il cervello possa sincronizzarsi sui “caratteri di congruenza” (presenti nelle 2 sequenze L & R) e appartenenti alle singole storie spazio-temporali delle singole sorgenti sonore di prima generazione, portando alla creazione di una sorta di campo sonoro intorno alla testa dove l'ascoltatore avverte la percezione spazio-temporale degli strumenti di origine.
Se quanto scritto ha un senso proseguo col ragionamento:
con lo stereogramma, per avere la percezione dell'immagine nascosta, devo portare l'attenzione su un piano spaziale diverso da quello del foglio che ha l'immagine visibile normalmente;
in riproduzione, per fare in modo che il cervello riesca a discriminare la storia S-T di prima generazione, contenuta all'interno della nuova storia S-T nell'ambiente di riproduzione, devo riuscire a proporla come se appartenesse a un diverso piano spazio-temporale.
Si potrebbe considerare che l'ascoltatore, essendo investito inizialmente dal suono diretto dei diffusori, immagazzina nella propria finestra di memoria temporale il contenuto originale della sequenza delle storie S-T di prima generazione; se si riesce a fare in modo che i contributi dell'ambiente di riproduzione dalla prima riflessione in poi avvengano con modalità spaziali specifiche e slittate temporalmente (ritardate) quel tanto che basta (non ho idea né quanto né come), forse la nostra sensibilità percettiva riesce a separare le 2 storie spazio-temporali e a concentrarsi su quella che interessa.

Mi scuso per l'approccio semplicistico e per nulla tecnico, e ringrazio per le osservazioni che mi aiutino, se possibile, a chiarirmi le idee e proseguire nella comprensione.
Aldo
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Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda sponsor » 23 feb 2009, 13:56

pulsar ha scritto:Un saluto a tutti, se permesso, riguardo a questo argomento chiedo il vostro parere per capire se sono proprio fuori strada o solo molto indietro nell'intendere alcuni concetti a livello generale:
Può essere corretto ritenere che quello che si sta cercando di fare, o meglio si è realizzato con il Full Moss, sia in alcuni aspetti assimilabile a quello che in ottica è uno stereogramma?
Nel senso che: così come l'immagine tridimensionale dello stereogramma viene percepita (smascherata) dalla sovrapposizione di 2 viste della stessa immagine riferite a 2 direzioni che si focalizzano in un determinato punto oltre il piano del foglio,
può essere che:
le 2 storie spazio-temporali, riprodotte dai diffusori (con determinate modalità di emissione) concentrandosi e focalizzandosi alla testa dell'ascoltatore, riescano a fare in modo che, a livello percettivo, il cervello possa sincronizzarsi sui “caratteri di congruenza” (presenti nelle 2 sequenze L & R) e appartenenti alle singole storie spazio-temporali delle singole sorgenti sonore di prima generazione, portando alla creazione di una sorta di campo sonoro intorno alla testa dove l'ascoltatore avverte la percezione spazio-temporale degli strumenti di origine.

Benvenuto Aldo, su questo credo ti potrà dire qualcosa il creatore del FM, comunque considera che una delle caratteristiche più "inquietanti" di quel sistema è che la percezione di congruenza risulta sostanzialmente svincolata dalla posizione di ascolto, e coerente con la posizione stessa.
pulsar ha scritto:Se quanto scritto ha un senso proseguo col ragionamento:
con lo stereogramma, per avere la percezione dell'immagine nascosta, devo portare l'attenzione su un piano spaziale diverso da quello del foglio che ha l'immagine visibile normalmente;
in riproduzione, per fare in modo che il cervello riesca a discriminare la storia S-T di prima generazione, contenuta all'interno della nuova storia S-T nell'ambiente di riproduzione, devo riuscire a proporla come se appartenesse a un diverso piano spazio-temporale.
Si potrebbe considerare che l'ascoltatore, essendo investito inizialmente dal suono diretto dei diffusori, immagazzina nella propria finestra di memoria temporale il contenuto originale della sequenza delle storie S-T di prima generazione; se si riesce a fare in modo che i contributi dell'ambiente di riproduzione dalla prima riflessione in poi avvengano con modalità spaziali specifiche e slittate temporalmente (ritardate) quel tanto che basta (non ho idea né quanto né come), forse la nostra sensibilità percettiva riesce a separare le 2 storie spazio-temporali e a concentrarsi su quella che interessa.

Mi scuso per l'approccio semplicistico e per nulla tecnico, e ringrazio per le osservazioni che mi aiutino, se possibile, a chiarirmi le idee e proseguire nella comprensione.
Aldo

Trovo questo approccio interessante, e anche latore di un punto di vista che può aiutare ad allargare la discussione. Faccio qualche riflessione ad alta voce.
Lo slittamento temporale non è possibile per vari motivi. Non solo non è possibile, ma se lo fosse a mio avviso distruggerebbe la coerenza complessiva. La riproposizione della storia S-T di origine (chamiamola evento A) deve avvenire nel medesimo tempo di quella che nasce nella stanza di ascolto (evento B). Come dicevamo entrambe portano informazioni di congruenza essenziali all'ascoltatore: se manca la A non esiste il presupposto (sono qui seduto a fare IL CHE?), ma se manca la B viene meno il principio di realtà (ma sono veramente QUI seduto? Ed è questa, per inciso, la probabile differenza percettiva tra spazio aperto e camera anecoica che rende quest'ultima inaccettabile). A e B devono coesistere.
Invece il punto chiave è proprio quello che citavi quando parlavi delle modalità SPAZIALI specifiche. La cosiddetta "ortogononalizzazione" si realizza nello spazio. Si fà in modo che... A e B si sovrapongano il meno possibile nello spazio. Con un piccolo dettaglio trascurabile, che sembra un problema insormontabile ma in realtà è la leva: B esiste nello stanza di ascolto come fenomeno fisico-acustico di prima generazione, A invece è un evento puramente percettivo.
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Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda baby rattle » 23 feb 2009, 14:23

Altro che semplicistico!

Hai scritto che la stereofonia non è più quanto nelle premesse e quanto nelle realizzazioni della elaborazione teorica di Blumlein, come già detto più volte da dr Paolo, ed hai scritto che il cervello estrae informazioni che non esistono sulla CARTA!

Mi dispiace per te, ti troverai a scontrarti con un mondo che di aprire queste porte non vuole proprio saperne, meno parlerai e meglio ti troverai, eccetto che qui!

Per il resto la definizione delle modalità di costruzione della storia spazio temporale sono ancora in buona parte da scoprire.

Trattare la materia in modo scientifico, riconoscendo e classificando gli eventi ed i meccanismi e le relative interazioni è molto complesso ed enomemente lungo e complicato, provvederanno i posteri!
.

Raphaèl maì amècche zabì almi
vede signor norico nordata, il problema è questo: se io le fornisco le spiegazioni, Lei le capisce?
se comprimi l'aria ti sei pippato l'onda
ad ogni scheggiatura del suono, ad ogni spigolo dell'onda corrisponde una fitta al cervello!
LUTTO FRESCO, bebbo consegna a omi cidio
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Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda baby rattle » 23 feb 2009, 14:25

sponsor ha scritto:
pulsar ha scritto:Un saluto a tutti, se permesso, riguardo a questo argomento chiedo il vostro parere per capire se sono proprio fuori strada o solo molto indietro nell'intendere alcuni concetti a livello generale:
Può essere corretto ritenere che quello che si sta cercando di fare, o meglio si è realizzato con il Full Moss, sia in alcuni aspetti assimilabile a quello che in ottica è uno stereogramma?
Nel senso che: così come l'immagine tridimensionale dello stereogramma viene percepita (smascherata) dalla sovrapposizione di 2 viste della stessa immagine riferite a 2 direzioni che si focalizzano in un determinato punto oltre il piano del foglio,
può essere che:
le 2 storie spazio-temporali, riprodotte dai diffusori (con determinate modalità di emissione) concentrandosi e focalizzandosi alla testa dell'ascoltatore, riescano a fare in modo che, a livello percettivo, il cervello possa sincronizzarsi sui “caratteri di congruenza” (presenti nelle 2 sequenze L & R) e appartenenti alle singole storie spazio-temporali delle singole sorgenti sonore di prima generazione, portando alla creazione di una sorta di campo sonoro intorno alla testa dove l'ascoltatore avverte la percezione spazio-temporale degli strumenti di origine.

Benvenuto Aldo, su questo credo ti potrà dire qualcosa il creatore del FM, comunque considera che una delle caratteristiche più "inquietanti" di quel sistema è che la percezione di congruenza risulta sostanzialmente svincolata dalla posizione di ascolto, e coerente con la posizione stessa.
pulsar ha scritto:Se quanto scritto ha un senso proseguo col ragionamento:
con lo stereogramma, per avere la percezione dell'immagine nascosta, devo portare l'attenzione su un piano spaziale diverso da quello del foglio che ha l'immagine visibile normalmente;
in riproduzione, per fare in modo che il cervello riesca a discriminare la storia S-T di prima generazione, contenuta all'interno della nuova storia S-T nell'ambiente di riproduzione, devo riuscire a proporla come se appartenesse a un diverso piano spazio-temporale.
Si potrebbe considerare che l'ascoltatore, essendo investito inizialmente dal suono diretto dei diffusori, immagazzina nella propria finestra di memoria temporale il contenuto originale della sequenza delle storie S-T di prima generazione; se si riesce a fare in modo che i contributi dell'ambiente di riproduzione dalla prima riflessione in poi avvengano con modalità spaziali specifiche e slittate temporalmente (ritardate) quel tanto che basta (non ho idea né quanto né come), forse la nostra sensibilità percettiva riesce a separare le 2 storie spazio-temporali e a concentrarsi su quella che interessa.

Mi scuso per l'approccio semplicistico e per nulla tecnico, e ringrazio per le osservazioni che mi aiutino, se possibile, a chiarirmi le idee e proseguire nella comprensione.
Aldo

Trovo questo approccio interessante, e anche latore di un punto di vista che può aiutare ad allargare la discussione. Faccio qualche riflessione ad alta voce.
Lo slittamento temporale non è possibile per vari motivi. Non solo non è possibile, ma se lo fosse a mio avviso distruggerebbe la coerenza complessiva. La riproposizione della storia S-T di origine (chamiamola evento A) deve avvenire nel medesimo tempo di quella che nasce nella stanza di ascolto (evento B). Come dicevamo entrambe portano informazioni di congruenza essenziali all'ascoltatore: se manca la A non esiste il presupposto (sono qui seduto a fare IL CHE?), ma se manca la B viene meno il principio di realtà (ma sono veramente QUI seduto? Ed è questa, per inciso, la probabile differenza percettiva tra spazio aperto e camera anecoica che rende quest'ultima inaccettabile). A e B devono coesistere.
Invece il punto chiave è proprio quello che citavi quando parlavi delle modalità SPAZIALI specifiche. La cosiddetta "ortogononalizzazione" si realizza nello spazio. Si fà in modo che... A e B si sovrapongano il meno possibile nello spazio. Con un piccolo dettaglio trascurabile, che sembra un problema insormontabile ma in realtà è la leva: B esiste nello stanza di ascolto come fenomeno fisico-acustico di prima generazione, A invece è un evento puramente percettivo.





Sempre GAGLIARDO!

Mi attizza costui!
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Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda sponsor » 23 feb 2009, 19:46

baby rattle ha scritto:...

Trattare la materia in modo scientifico, riconoscendo e classificando gli eventi ed i meccanismi e le relative interazioni è molto complesso ed enomemente lungo e complicato, provvederanno i posteri!


Ingegnè cerchiamo di fare qualcosina anche noi... i posteri se continua così torneranno all'età della pietra, dovranno ricominciare a lavorare di zappa: conviene che gli lasciamo qualcos'altro oltre che i dieci comandamenti.
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Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda baby rattle » 23 feb 2009, 22:31

sponsor ha scritto:
baby rattle ha scritto:...

Trattare la materia in modo scientifico, riconoscendo e classificando gli eventi ed i meccanismi e le relative interazioni è molto complesso ed enomemente lungo e complicato, provvederanno i posteri!


Ingegnè cerchiamo di fare qualcosina anche noi... i posteri se continua così torneranno all'età della pietra, dovranno ricominciare a lavorare di zappa: conviene che gli lasciamo qualcos'altro oltre che i dieci comandamenti.




Io conto sulla tua fatica!

Tu sei sfaticato e rischia che si attacchino anche i posteri!

Eravamo arrivati alla proiezione del pensiero nel pensiero, con ortoganalizzazione, parallelismo, intersecazione costruttiva e distruttiva, divaricazione previsionale, focalizzazione consequenziale, disaccordo a 10 Hz, recupero della proiezione con rilancio anterogrado, funzione di stand-by e collage posticipato, creazione fantasiosa su tema precostituito, invenzione pura replicabile e non replicabile etc. ...

Se si riuscisse a sperimentare la nuova tecnica di ripresa si potrebbe elaborare, al riparo da disturbi sistematici, la capacità e modalità del cervello di costruire la realtà spazio temporale doppia contemporanea e non confliggente.

Che dichi....facciamo in tempo oppure lasciamo i compiti da fare?
.

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Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda sponsor » 23 feb 2009, 23:08

baby rattle ha scritto:
Io conto sulla tua fatica!

Tu sei sfaticato e rischia che si attacchino anche i posteri!

Eravamo arrivati alla proiezione del pensiero nel pensiero, con ortoganalizzazione, parallelismo, intersecazione costruttiva e distruttiva, divaricazione previsionale, focalizzazione consequenziale, disaccordo a 10 Hz, recupero della proiezione con rilancio anterogrado, funzione di stand-by e collage posticipato, creazione fantasiosa su tema precostituito, invenzione pura replicabile e non replicabile etc. ...

Se si riuscisse a sperimentare la nuova tecnica di ripresa si potrebbe elaborare, al riparo da disturbi sistematici, la capacità e modalità del cervello di costruire la realtà spazio temporale doppia contemporanea e non confliggente.

Che dichi....facciamo in tempo oppure lasciamo i compiti da fare?


Intanto definirei i compiti... poi qualcuno li farà. Comincerei dall'indice.
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Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda pulsar » 24 feb 2009, 2:44

Vi ringrazio per le risposte e i chiarimenti, mi ritiro per riordinare le idee.

Nel frattempo un'altra sola domanda: mi confermate che l'ambiente anecoico, in riproduzione, è inaccettabile per implicazioni relative "solamente" alla percezione dell'ascoltatore (motivo già sufficiente per evitarlo) oppure ci sono anche delle cause che riguardano la parte fisico-acustica?

Grazie
Aldo
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Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda baby rattle » 24 feb 2009, 8:52

Cominciamo da questo: attrazione differenziale del suono musicale in funzione dell'intensità, del colore e della limpidezza di rappresentazione nello spazio e nel tempo e sua influenza nella scelta della musica e dell'impianto.
Rilevanza nello svolgimento del festival di saremo, nel successo della pausini e nel ritorno di gambacorta cicciotta vecchiotta carrà.
Questo compitino te lo cucchi tu!
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Re: Dispersione nei diffusori

Messaggio da leggereda baby rattle » 24 feb 2009, 8:59

pulsar ha scritto:Vi ringrazio per le risposte e i chiarimenti, mi ritiro per riordinare le idee.

Nel frattempo un'altra sola domanda: mi confermate che l'ambiente anecoico, in riproduzione, è inaccettabile per implicazioni relative "solamente" alla percezione dell'ascoltatore (motivo già sufficiente per evitarlo) oppure ci sono anche delle cause che riguardano la parte fisico-acustica?

Grazie
Aldo



Non c'è nulla di fisico-acustico che riguardi l'essere umano; la sensazione si forma dopo la filtratura secondo le curve di loudness (fletcher e munson), dopo aver subito il mascheramento per rumore avulso e per suono correlato e dopo l'avvenuta selezione mediante l'attenzione differenziale, eteroeccitata (vedi compitino per sponsor) o indirizzata (miscela tra il primo e atti di volontà preordinati).

ECCO ALCUNE alcune delle cause per cui il microfono, la misura, avvengono per qualcosa che non attiene all'essere umano, qualcosa che non accade perchè l'accadere attiene solo all'essere umano che lo rileva, direttamente o per informazione relata!

L'anecoico in spazio confinato non congruisce con l'esperienza e gli altri sensi che indicano l'esistenza di uno spazio chiuso che la mancanza delle riflessioni sonore nega.

Quando si è in anecoico in spazio aperto il conflitto di conguenza non nasce!

Se poi andiamo alla nuova definizione di suono vediamo che in anecoico manca interamente la storia spazio temporale e quindi il suono dello strumento non è quello per cui è stato costruito a meno che non si tratti di corni per il richiamo della caccia ed equivalenti.

La nuova definizione di suono musicale costringe a tener conto dell'ambiente dove si suona, esattamente come facevano gli antichi: strumenti, luoghi e scrittura intesi come un organismo unico.
.

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