Aleandro Tour 2018: studio o live?
Moderatore: F.Calabrese
geeksAgainstLoudness
Aleandro Tour 2018: studio o live?
Messaggio da geeksAgainstLoudness » sabato 7 aprile 2018, 0:42
Come anticipato da @Miseno, nei giorni scorsi ho avuto l’eccezionale fortuna di ascoltare entrambi gli Aleandri: prima a casa sua l’Aleandro Bianco, e poi, il giorno dopo, l’Aleandro Nero a casa del suo proprietario. Con questi, ho completato il Sacro Graal degli ascolti: Paragon (ormai piu’ di un anno fa), Aleandro Bianco e Nero. In mezzo, una valanga di km ma ne e’ veramente valsa la pena!
Ci sono tantissime cose da raccontare: la parte emotiva, la parte piu’ razionale, ed anche la parte strumentale. Partiro’ da quella emotiva, perche’ poche storie, inutile girarci attorno, questi impianti prima di tutto emozionano. Esattamente come un evento dal vivo. Ma sanno anche radiografare il materiale ascoltato come probabilmente solo un tecnico del suono e’ in grado di fare. E da qui il titolo del thread: un Tour, perche’ di fatto sono andato a due eventi. Studio, perche’ mi sono sentito proiettato in uno studio di registrazione. E live, perche’ quando si ruota la manopola, questi impianti muovono aria come capita solo ai concerti.
E quindi, per chi non ha voglia di leggere tutto il mio post, alla domanda studio o live?, rispondo: ENTRAMBI!!! L’Aleandro (bianco o nero che sia) unisce le due cose, chiudendo il cerchio tra pro, live e home: qui c’e’ tutto.
NOTA: e’ passato troppo tempo dall’ascolto del Paragon in quel di Bracciano, difficile fare confronti. Ma se quel sistema, per quanto incredibile, aveva qualche difetto (note alte maschili e basse femminili un po’ nasali, e forse un po’ di gigantismo, anche se da quanto ne so risolte da una successiva versione dell’xover passivo), gli Aleandri mi sembrano essere una spanna piu' in alto.
LE EMOZIONI
Chiunque abbia partecipato ad un evento musicale live (dalla classica agli stadi al jazz a...), avra’ provato, piu’ di qualche volta, quel momento “Brividi sulla collottola” o “Mi sono commosso al punto da versare la lacrimuccia”. Con gli Aleandri, preparatevi a vivere molti di questi momenti anche a casa, specialmente al primo ascolto. In realta’ va detto che i proprietari dei due impianti erano piu’ cool di me: segno che avere dei giocattoli del genere a disposizione ogni giorno crea un po’ di assuefazione.
Che dire: l’Aleandro Bianco, complice una sistemazione temporanea su una parete in una stanza un po’ troppo stretta, presenta una scena stretta, quasi da jazz club sottoterra, ma un rigore timbrico che fa fluire le note, soprattutto contrabbassi e voci, senza soluzione di continuita’. Si chiudono gli occhi, e la solita “coniglia” Jessica Rabbit e’ li a farvi innamorare, Gilmour con le sue chitarre ed i suoi assoli, le atmosfere di Sting, Knopfler con il suo Private Investigations.
Ecco, proprio di Private Investigations voglio parlare. Avete presente il tipico ascolto audiofilo? Il tunz a destra il vibrafono a sinistra, l’attacco il bla bla. L'ascolto sull’Aleandro, invece, e' tutt'altro: la prima parte, senza percussioni aggressive, vi fara’ quasi addormentare cullandovi nella melodia. E cosi’, quando arriva il primo tunz (che vi eravate dimenticati di aspettare), vi fara’ fare un salto, quasi vi spaventera’, tanto forte ed improvviso sara’ rispetto alla melodia ascoltata fino a quel momento. Per non parlare delle corde di chitarra, pizzicate quasi violentate, degli sdeng che mai avevo sentito uscire da un impianto.
O prendiamo Dune Mosse di Zucchero & Miles Davis. Lo sapete come una tromba, anche se suonata dolcemente, ha comunque un che di aggressivo, di graffiante? E soprattutto, come la voce di Zucchero contenga anni e anni di sregolatezza in quel compromesso tra dolcezza ed effetto raspa? E come il basso in questo brano faccia muggire qualunque impianto, rompendo la magia al primo Don’t cry peromuuUUUUU? Beh, qui la magia continua, nessuna mucca e la musica continua!
Per finire con The Wall Pt. 1, elicottero, The Wall Pt. 2. E 0dB di DCX. Qui le emozioni sono quelle di un concerto. Ed anche un po’ del Vietnam, visto come l’elicottero sia li, a muovere veramente aria con le sue pale. Le botte di grancassa che massaggiano lo sterno, quel ghigno che solo quando fai donuts con una trazione posteriore e ti si riempie l’abitacolo di fumo, quell’effetto 500HP sotto le chiappe di un Delta preparato in accelerazione... Oooops, ma non parlavamo di The Wall? Beh, lo sappiamo tutti dal file wav che il picco di dB lo si ha sul coro dei bambini. Adesso finalmente lo so anche dall’ascolto.
Grazie @Miseno per l’esperienza indimenticabile. E grazie Fabrizio per aver creato questo capolavoro di oggetto per riprodurre la musica. Non e’ un impianto, e’ un riproduttore di emozioni.
Nuovo giorno, nuovo Aleandro, quello Nero questa volta. Qui la seduta e’ stata molto piu’ tecnica (con @Miseno a dare una mano al suo compare dark per la messa a punto dell’impianto), con esperimenti su fasi, allineamento tra sub, misure con Rew... Ma anche qui c’e’ stato spazio per una breve carrellata di brani.
Qui l’impianto e’ sistemato meglio: stanza molto piu’ grande, casse molto piu’ distanziate, i sub (quelli di nuova generazione) strategicamente “sparsi in tutta la stanza”. Ed anche una TV in mezzo, per godersi un po’ di AV (vedi sotto il gran finale). Ma mentre il Bianco e' stato circa quattro anni nelle mani di Fabrizio e dei suoi fonometri, qui Fabrizio e' passato solo una volta, e c'e' ancora del lavoro da fare per tirare fuori tutto il potenziale.
Le emozioni del Bianco ci sono tutte, ma mentre il Bianco e’ un animale piu’ riflessivo, piu’ analitico e rifinito, ma che al momento giusto tira fuori la grinta, il Nero e’ un diavolo da domare. I bassi sono “tanti”, scendono di piu’ e con piu’ watt sono in grado di muovere piu’ aria, gli alti godono di hardware migliore, e cosi’ le stesse canzoni vengono presentate in modo piu’ maestoso, incutendo timore e rispetto. Forse le emozioni sono piu’ da live e meno da studio, ma non sempre.
Il Nero, pero’, e’ ancora giovane, scalpita, a volte si scompone, e la gamma medio-bassa ha ancora qualcosa che non regge il confronto con il resto. E cosi’, il Nero e’ forse ancora un po’ piu’ impianto e meno generatore di emozioni. Se sul Bianco si ascolta musica e basta, sul Nero, complici le mille prove fatte, i primi brani hanno emozionato meno. Fino a quando... DCX del Nero a -6dB (che gia’ suonano piu’ forte dei 0dB del Bianco, siamo al limite del troppo forte), dagli con The Wall e via. Qui l’effetto live era completo. Dimenticati i piccoli difettucci da mettere a posto, godiamoci i dB. Mai, dico mai, avevo sentito un The Wall cosi’ potente, cosi’ forte, ma allo stesso tempo cosi’ secco e senza distorsioni. Elicottero che tira vento, bambini al limite del fastidio alle orecchie, ed il ghigno ancora piu’ pronunciato. Wow!!!
GRAN FINALE
A questo punto, quando credevo che lo show fosse finito, il proprietario dell'Aleandro Nero ha tirato fuori una faccia come con dire: e adesso vogliamo divertirci? Accende la TV, accende il BDP, ed eccoci sulla prima scena di Dunkirk. Soldati nel paese, pompa dell'acqua, sigaretta nel portacenere, e BAM! Non scherzo, un colpo di proiettile talmente fisico da essere vero. In passato qualche amico mi ha trascinato al poligono. Mi aveva colpito quanto secchi e "d'impatto" fossero I colpi di pistola. Non il boom boom a cui i film ci avevano abituato. Qui i colpi di mitra sul portone di legno li percepisci, il legno che si rompe, il terrore di essere colpiti... Fino al bombardamento in spiaggia.
Si passa a Live in Pompeii del 2016. Volume a palla e via, proiettati dentro al concerto. Mezz'ora filata dimenticandomi del mondo, tra laser, assoli di chitarra, tastiere, batterie. Impressionante l'inizio di Sorrow, con la chitarra distorta che ti entra nelle viscere. Spaziale l'inizio di Run Like Hell, con la chitarra talmente palpabile da sembrare li, un pizzicato fisico sulla pelle piuttosto che nelle orecchie. Ed un Comfortably Numb con collottola, lacrima e applauso finale. E poi, ad impianto spento, quell'atmosfera ovattata post-concerto, rintronato ma felice. Mancava solo la piada dal furgone del ristoro per ritornare alla macchina.
Grazie @proprietariodellaleandronero. E di nuovo grazie Fabrizio!!!
Mi rimane solo un dubbio, ora. A fine Aprile mi aspetta Roger Waters con i suoi line arrays. Sara’ all’altezza di Fabrizio e dei suoi Aleandri?
http://www.hifi-forumlibero.it/phpBB3/v ... 71#p131409
TROVA un briciolo di entusiasmo in più rispetto alle recensioni del CCI, del majandume, dei pezzi con l'anima del bebbo,
delle scoregge del benedetti chettelodicoaffà...
ma anche degli stranierofoni di ari perso ( harry pearson e similari SFONDATI DI CERVELLO)
segui il percorso della malattia mentale che porta a tiromancino col CANCRO AL CERVELLO
e a micheletto ormai grandicello