il microfono di misura

il microfono di misura

Messaggio da leggereda tran quoc » 28 ott 2017, 10:34

...e naturalmente la correlazione tra microfono di perturbo e suono nel cervello...



La memoria ecoica, invece, è la capacità di ritenere informazioni ricevute mediante il canale uditivo. La memoria sensoriale uditiva, così come quella visiva, può essere suddivisa in tre tipi: memoria ecoica che dura pochi millisecondi, memoria uditiva a breve termine che dura dai 5 ai 10 secondi e la memoria uditiva a lungo termine.
Un suono, differentemente da un’immagine, si struttura nel tempo. Anche un semplice tono puro implica la fluttuazione della pressione sonora nel tempo. Quindi per percepire un suono abbiamo bisogno di un sistema che immagazzini lo stimolo nel tempo.
Per ciò che concerne l’ascolto del parlato furono condotte in specifico diverse ricerche come ad esempio gli studi di Lieberman (1954) o le ricerche condotte da Efron (1970), o ancora gli studi portati avanti da Deatherage ed Evans (1969). Altri studi vennero successivamente condotti da autori come Plomp (1964), Guttman e Julesz (1963) atti a misurare la velocità di decadimento della memoria ecoica.
Dalle ricerche condotte emerge come i comportamenti della memoria ecoica e della memoria iconica appaiano molto simili tra loro.

In conclusione possiamo affermare che le memorie sensoriali si caratterizzano per essere magazzini di input esterni, con depositi separati per i differenti sensi; sono cioè registrazioni fedeli delle informazioni sensoriali ricevute. Non è possibile impedire l’immagazzinamento dell’informazione in arrivo. L’informazione stessa viene perduta rapidamente e le nuove informazioni in entrata cancellano quelle vecchie.

A seguito della conservazione nel sistema di memoria sensoriale, l’informazione in entrata viene parzialmente codificata nel magazzino di MBT. La MBT o memoria di lavoro (working memory) definisce l’informazione contenuta nel deposito a breve termine, nonché la capacità della mente di trattenere le informazioni all’interno del comparto stesso di MBT. Essa, inoltre, è la sede principale dell’elaborazione mentale delle informazioni e la sede del pensiero conscio.

L’informazione può penetrare nel deposito a breve termine provenendo sia dal deposito sensoriale sia dal deposito a lungo termine.
La MBT presenta capacità molto limitata, infatti, solo poche informazioni possono essere elaborate simultaneamente, come dimostrano i già citati studi di Ebbinghaus.

Il numero di item, ovvero l’unità di informazione, che un individuo riesce a ricordare definisce l’estensione della MBT, la quale mediamente risulta determinata da 7 item. Questo intervallo viene definito span di memoria. Fu Jacobs (1887) ad ideare la tecnica per valutare le capacità di memoria, che consiste nel richiedere al soggetto di ripetere una sequenza di stimoli immediatamente dopo la loro presentazione. La sequenza inizia con un solo elemento e viene aumentata fino a quando il soggetto non è più in grado di ripeterla correttamente.

Dopo ogni ripetizione la traccia di un item si estingue rapidamente e andrebbe completamente perduta se non fosse rinnovata da un’altra ripetizione.

L’estensione della MBT è determinata quindi dalla velocità con cui ci si sposta da un item all’altro nella ripetizione e anche dalla velocità con cui una traccia si estingue quando l’item non viene ripetuto.

Tale effetto viene denominato oblio a breve termine e fu studiato alla fine degli anni cinquanta da John Brown in Inghilterra e dai Peterson negli Stati Uniti. Essi idearono delle procedure sperimentali che evidenziavano un oblio estremamente rapido per piccole quantità di informazione se il soggetto veniva distratto per breve tempo. (Brown 1958; Peterson e Peterson, 1959).

L’impossibilità di ricordare delle informazioni se il tempo trascorso tra l’apprendimento e il recupero è lungo, è dovuta al decadimento della traccia mnestica: le informazioni apprese possono venire definitivamente cancellate. Un’altra spiegazione dell’oblio a breve termine è quella fornita dai sostenitori della teoria dell’interferenza, secondo i quali il ricordo svanisce a causa dell’interferenza esercitata da elementi di disturbo che possono intervenire durante il processo di memorizzazione.

La ricerca di David Waugh e Donald Norman, del 1965, voleva dimostrare proprio questo fenomeno.
Altri studi, modificando l’esperimento di Peterson e Peterson, hanno messo in evidenza il fenomeno dell’inibizione proattiva, ossia quel fenomeno per il quale il materiale appreso precedentemente interferisce con la memorizzazione successiva.
L’interferenza retroattiva e l’inibizione proattiva mettono in luce il fatto che le nostre esperienze interagiscono tra loro, facendo si che il nostro ricordo di un’esperienza non può essere isolato rispetto al ricordo di altre esperienze. Quanto più due esperienze sono simili, tanto maggiore è la probabilità che interagiscano. In molti casi questa interazione è utile, dal momento che il nuovo apprendimento continua a costruirsi sul quello precedente.

L’informazione dopo essere stata conservata nel magazzino di MBT, in alcuni casi, viene trasferita nel magazzino di MLT.
La MLT rappresenta quel magazzino all’interno del quale l’informazione è ritenuta per periodi di tempo di durata considerevole. Scopo principale della memoria a lungo termine è proprio l’immagazzinamento dell’informazione, a differenza degli altri magazzini di memoria, quali ad esempio quello sensoriale o a breve termine, dove questa funzione è un carattere secondario di altri aspetti del sistema.

Nel 1972 Tulving propose una prima distinzione all’interno della MLT tra memoria episodica e memoria semantica, dove per memoria episodica ci si riferisce al sistema che immagazzina informazioni ed eventi specifici nella loro collocazione temporale in relazione all’identità del soggetto, e per memoria semantica ci si riferisce a conoscenze astratte e generali che trascendono le condizioni spaziali e temporali in cui la traccia si è formata e si organizzano in modo tassonomico ed associativo.
Le concezioni di stabilità e immutabilità della MLT sono state messe in discussione nelle attuali ricerche sul richiamo, definito anche con il termine inglese di retrieval. Sara (2000), Nadar e Le Doux (2002) hanno condotto alcune ricerche di tipo sperimentale, dalle quali è emerso che i ricordi non sono immagazzinati in maniera stabile all’interno del sistema mnemonico, ma nel momento in cui vengono rievocati, sono sottoposti all’interferenza di nuovi stimoli in entrata, la traccia mnestica diviene flessibile e nuovamente soggetta ad un processo di riconsolidamento.
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Re: il microfono di misura

Messaggio da leggereda tran quoc » 28 ott 2017, 10:40

se poi penzi alla misura in asse ad un metro e QUELLO si fa 2 recchie a velocità mach 1 con passeggiate di 150 -:- 350 metri in ambiente...sparando bolle di sapone a 20...100...1.000..10.000...20.mila al secondo OGNI SECONDO...
SPARAMPAZZANDO AD OGNI TOCCO E RITOCCO

DIMME TE!

cioè...lo devi dire a te...e se anche FAI FINTA di aver capito, alla prossima fiera li pesti a bastonate ....

TANTO DA FARGLI PASSARE LA VOGLIA E DA FARLI FALLIRE IN EDICOLA

che è cosa semplice e indolore: non compri la rivista e TI TRANSITI...
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Re: il microfono di misura

Messaggio da leggereda tran quoc » 28 ott 2017, 10:43

TUO NEMICO MORTALE
è l'edicolante....!

lo sai cosa fa quello?

prende i tuoi soldi e li porta al bassanelli....

al còrciulo...

al mauro neri futuri....( che poi le briciole le da' pure al punzo filippo)

financo al borducche...
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Re: il microfono di misura

Messaggio da leggereda tran quoc » 28 ott 2017, 10:44

lo sai che ci fanno quelli coi tuoi soldi?

leggi....

cioè...leggi e capisci...
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Re: il microfono di misura

Messaggio da leggereda tran quoc » 28 ott 2017, 10:51

come dichi...ti vorresti rivolgere al pesavento psichiatra di scienza SCHICCHERA e accademico dell'audio?

te lo sconsiglio...

ma non tanto per la schicchera, robbe leggera e rodaggera, quanto per l'accademosità dell'audio...


nota:
la scienza della SCHICCHERA al cervello hanno dovuto proibirla come hanno fatto con la droga perchè faceva molto male
che scienza è una scienza che deve essere proibita?
è la scienza più galileiana che c'è, anche esso dovette essere interdetto dall'elucubro ulteriore
sarebbe arrivato ad affermare che le recchie sono due e non hanno bisogno alcuno di misure di perturbo acustico

esse hanno fatto da sole per millenni e per l'ETERNITA' faranno così...

anche oggi come oggi al CONCERTO...

a casa...

alla fiera...

METTI la misura?

ma tanto ANDOSCAPPI...sempre dalle recchie deve passà...

e quando passa di lì fa male....LO SAI CHE FA MALE !
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