tran quoc ha scritto:- Illusione:
- Allucinazione:
( a soreta!)
concedergli il "volendo" è sbagliato
esso è OBBLIGATO a fornire spiegazioni a meno che il suo non sia un quacquaracquando
e allora ad ogni suo apparire si dovrebbe eccepire: scusi, perchè Lei va quacquaracquando?
tema: sono illusioni ed allucinazioni quelle generate miscugliando il perturbo acustico per mezzo di 24 microfoni posizionati a cazzo e mestiere e senza sapere cosa fa un microfono che riprende uno strumento musicale che suona?
la svolgimento è nel libero arbitro arbitrario del povero fesso
Per cominciare: il giorno in cui si sarà riusciti a costruire un microfono con la capacità e la struttura dell'orecchio umano, intanto si sarà fatto UN passo avanti, ma ancora saremo molto lontani dalla soluzione.
Infatti ancora non avremo realizzato il sistema neurologico di decodifica di ciò che meccanicamente viene catturato dall'orecchio: una cosuccia da niente, il cervello umano...
Quando l'Ing.Russo, in altro 3D, dice che il microfono cattura tutto in modo stupidamente "democratico", mette tutti i vini nel fiasco, infila con precisione millimetrica il coltello nella piaga: il primo grande problema è proprio questo.Una prima via è quindi la messa a punto di
nuove tecniche di ripresa che per forza di cose devono prevedere più microfoni (stupidi) guidati da un'idea (intelligente) per superare la loro stupidità.
E' ciò che cerco di fare da 20 anni circa.
Comunque: qualche passuccio in avanti l'abbiamo fatto.
Innanzi tutto un primo step è relativo - manco a dirlo - all'interfaccia meccanico microfono-ambiente: bisogna cioè cercare di fare in modo che il suono dello strumento (= vibrazione composita di suoni fondamentali primari + armoniche dei medesimi
sviluppate dalle riflessioni dell'ambiente in cui il suono si propaga) giunga al "pezzo di latta" con uno sviluppo, perdonate il gioco di parole, armonioso delle armoniche medesime, senza perdere per strada le fondamentali.
Ma soprattutto che, quando tutto ciò investe il "pezzo di latta", le vibrazioni incontrollate del medesimo non distruggano il delicato equilibrio.
E qui ci sono vari sistemi, non per evitarlo del tutto - attualmente cosa impossibile - ma per contenere i danni.I
ho elaborato i miei, di sistemi, ma,
comprendetemi, non ho nessuna intenzione di spiattellarli, nel dettaglio ai quattro venti... Mi dispiace... Comunque:
viva il borotalco (se poi lo sommiamo al piombo, il cocktail diventa interessante).
Per quanto riguarda la prima questione (propagazione dei suoni in ambiente : scelta dell'ambiente), alcuni dipingono come ideale una sala asimmetrica senza partei parallele di discreta cubatura e
totalmente "disaccoppiata e messa ferma rispetto al... mondo! Questi alcuni non sanno che ha descritto la Sala A del mio nuovo studio di Preganziol... E questa è una prima risposta.
Per quanto riguarda le tecniche di ripresa, torniamo al punto di prima: non ho molta voglia di
divulgare troppo risultati raggiunti faticosamente, ma soprattutto ancora destinati a studio e approfondimento e inevitabile miglioramento.
Basti in questo caso dire che
la similitudine "fotografica" dell'Ingegnere è abbastanza focalizzata sulla via, ma noi pensiamo di averla abbastanza affinata, giocando sulle caratteristiche polari delle capsule dei microfoni utilizzati.
A grande richiesta, diciamo quindi alcune cose precise:1 - uso più microfoni (da 4 a 8), ma finalizzati a catturare il campo sonoro globale e non il singolo strumento;2 - questi microfoni sono uguali a due a due, ma differenti fra coppie per caratteristiche intrinseche della risposta polare di ciscuna coppia, ciascuna cioè è in grado di
sentire le medesime cose da un punto di vista spazio-temporale differente; Esempio: in una recente registrazione di un'arpa sola, effettuata nell'immacolata e purissima Sala A del mio studio di Preganziol, ho utilizzato 8 microfoni...3 -
ciascun microfono viene correlato all'ambiente di ripresa con tecniche di interfaccia meccanica che siano in grado di minimizzare (non risolvere, come dicevo prima, perchè ancora impossibile) le distorsioni indotte dalle ultime vibrazioni anomale,
quelle indotte dal microfono stesso (una via risolutiva sarà senz'altro lo studio e la realizzazione di nuovi materiali con cui costruire i microfoni stessi nella loro struttura portante, ma soprattutto nella parte vibrante, la membrana - e torniamo al discorso dell'orecchio...)
4 - nel momento in cui si è costretti ad usare i cosiddetti microfoni d'appoggio, o d'accento che dir si voglia, significa che l'errore globale ha superato il livello di guardia, la situazione di ripresa è compromessa da errori oltre soglia e quindi la sapienza del cuoco sta introducendo nuovi errori per compensare e ridurre quelli preesistenti per lo più legati all'imperfezione dell'ambiente di ripresa.
Di solito questo evento si avvera in condizioni ambientali (= sala di ripresa) non ottimali, ovvero nel 95% dei casi quando si riprende musica acustica dal vero... al di fuori del proprio habitat (= la sala che ciascuno di noi professionisti del suono dovrebbe aver realizzato per sè).(5 - a corollario del discorso sopra enunciato al punto precedente, mi duole dover porre una critica a certi colleghi che in nome di non so quale imprecisato integralismo, quando si trovano ad operare in sale "nemiche" non intervengono per modificare le imperfezioni evidenti.La storiella di riproporre l' "emozione dell'evento" mi suona tanto di incapacità di porre adeguati rimedi...
Ma quale emozione?L'emozione dell'evento la puoi vivere solo se stai lì in quel momento, guardando le smorfie e annusando le puzze di chi ti sta davanti e intorno, nel rito collettivo dell'ascolto. A casa le smorfie e le puzze - bendette - non ci sono: resta solo la sensazione sgradevole di un suono sbagliato...).Ambiente di ripresa, ambiente di riproduzione... ma sapete quale penso possa essere l'unica soluzione finale possibile?
L'eliminazione di uno dei due...
Tipicamente: dell'ambiente atto alla riproduzione, nel caso in cui si voglia riprodurre un evento accaduto in uno spazio reale e, viceversa, l'eliminazione dell'ambiente di ripresa, nel caso si stia riproducendo musica generata in assenza di un ambiente vero.
Questo secondo caso si propone abbastanza regolarmente già oggi (= musica elettronica generata dal computer, per esempio). Per quanto riguarda il primo caso - ben più vicino alle nostre esigenze - la strada è ancora lunga, ma non lunghissima. E dovrà per forza di cose intrecciarsi con la ricerca medica... Già: avete visto il film "Strange Days", 1998, regia di Katherine Bigelow, protagonista Ralph Fiennes?Bhè, se sì, avete la risposta finale, secondo me, se no... andatelo a vedere e poi ne riparliamo.
cordialità
marco lincetto
marco lincetto Modificato da - bubuluna il
13/06/2006 17:30:04