LA TEORIA DELLA RELATIVITA'

bollore, fuocore

Re: LA TEORIA DELLA RELATIVITA'

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2017, 8:15

mi offro volontario per ripulire la mente di chi, fra coloro i quali sono stati contagiati dal "Morbo della Sapienza di Moss", cominci anche solo lontanamente a subodorare che qualcosa non torna fra le "dottrine" inculcategli dal genio di Latina.
lincetto COLBOTTO


- ripulire la mente ( il mio socio dischetto è pesavento francesco della SCHICCHERA)
- contagiati dal morbo
- subodorare
- dottrine
- qualcosa che non torna

non si aspettassero che dica cosa c'è che non torna...

ssssst....shshshshsh....in sostanza voleva riportare a miti consigli il nuti paolo, il bebbo stesso con quel 50% di miglioramento...tutti gli osannatori...anche binari gianfranco maria...

cioè...lui è lincetto e, non bastasse, il babbo adriano ha composto per 16 flauti della marina in fanfara con l'esercito della salvezza...
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Re: LA TEORIA DELLA RELATIVITA'

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2017, 8:46

13/06/2006

aveva appena letto della modellizzazione a componenti perfetti con riferimento al microfono
intese dare sfoggio di aver capito

scolta...dice ernesto...

Per cominciare: il giorno in cui si sarà riusciti a costruire un microfono con la capacità e la struttura dell'orecchio umano, intanto si sarà fatto UN passo avanti, ma ancora saremo molto lontani dalla soluzione.

Infatti ancora non avremo realizzato il sistema neurologico di decodifica di ciò che meccanicamente viene catturato dall'orecchio: una cosuccia da niente, il cervello umano...

Quando l'Ing.Russo, in altro 3D, dice che il microfono cattura tutto in modo stupidamente "democratico", mette tutti i vini nel fiasco, infila con precisione millimetrica il coltello nella piaga: il primo grande problema è proprio questo.

Una prima via è quindi la messa a punto di nuove tecniche di ripresa che per forza di cose devono prevedere più microfoni (stupidi) guidati da un'idea (intelligente) per superare la loro stupidità.

E' ciò che cerco di fare da 20 anni circa
.

Comunque: qualche passuccio in avanti l'abbiamo fatto.

Innanzi tutto un primo step è relativo - manco a dirlo - all'interfaccia meccanico microfono-ambiente: bisogna cioè cercare di fare in modo che il suono dello strumento (= vibrazione composita di suoni fondamentali primari + armoniche dei medesimi sviluppate dalle riflessioni dell'ambiente in cui il suono si propaga) giunga al "pezzo di latta" con uno sviluppo, perdonate il gioco di parole, armonioso delle armoniche medesime, senza perdere per strada le fondamentali.

e già qui bagonghi dei legionari fa fatica a trascinarselo dietro qual sasso di zavorra che sostituisca la fatidica BATTERIA da 70

Ma soprattutto che, quando tutto ciò investe il "pezzo di latta", le vibrazioni incontrollate del medesimo non distruggano il delicato equilibrio.

minchia, un microfono a vibrazioni incontrollate fa parte del'incubo esistenziale

E qui ci sono vari sistemi, non per evitarlo del tutto - attualmente cosa impossibile - ma per contenere i danni.

I ho elaborato i miei, di sistemi, ma, comprendetemi, non ho nessuna intenzione di spiattellarli, nel dettaglio ai quattro venti...

Mi dispiace... anche perchè ne so meno di un cazzo moscio essendo essi del tutto noti dalla grammatica vibrazionale...eventuali altri sono delirio e peggio...

Comunque: viva il borotalco (se poi lo sommiamo al piombo, il cocktail diventa interessante).

eeeeeh...era tenero e gentile come il majandi alle prime mail, affettuoso


Per quanto riguarda la prima questione (propagazione dei suoni in ambiente : scelta dell'ambiente), alcuni dipingono come ideale una sala asimmetrica senza partei parallele di discreta cubatura e totalmente "disaccoppiata e messa ferma rispetto al... mondo!


anche qui mostrava di saper volere della immobilità quale fondamento della rigidezza dinamica
non poteva e non può distinguere tra immobilità assoluta e immobilità in banda utile...

Questi alcuni non sanno che ha descritto la Sala A del mio nuovo studio di Preganziol...


eeeeddaaaaiiii....stavo per dirlo io!


E questa è una prima risposta.

Per quanto riguarda le tecniche di ripresa, torniamo al punto di prima: non ho molta voglia di divulgare troppo risultati raggiunti faticosamente, ma soprattutto ancora destinati a studio e approfondimento e inevitabile miglioramento.

Basti in questo caso dire che la similitudine "fotografica" dell'Ingegnere è abbastanza focalizzata sulla via, ma noi pensiamo di averla abbastanza affinata, giocando sulle caratteristiche polari delle capsule dei microfoni utilizzati.

ha capito tutto!


A grande richiesta, diciamo quindi alcune cose precise:

1 - uso più microfoni (da 4 a 8), ma finalizzati a catturare il campo sonoro globale e non il singolo strumento;

2 - questi microfoni sono uguali a due a due col resto di quattro, ma differenti fra coppie per caratteristiche intrinseche della risposta polare di ciscuna coppia, ciascuna cioè è in grado di sentire le medesime cose da un punto di vista spazio-temporale differente; Esempio: in una recente registrazione di un'arpa sola, effettuata nell'immacolata e purissima Sala A del mio studio di Preganziol, ho utilizzato 8 microfoni...

3 - ciascun microfono viene correlato all'ambiente di ripresa con tecniche di interfaccia meccanica che siano in grado di minimizzare (non risolvere, come dicevo prima, perchè ancora impossibile) le distorsioni indotte dalle ultime vibrazioni anomale, quelle indotte dal microfono stesso (una via risolutiva sarà senz'altro lo studio e la realizzazione di nuovi materiali con cui costruire i microfoni stessi nella loro struttura portante, ma soprattutto nella parte vibrante, la membrana - e torniamo al discorso dell'orecchio...)

4 - nel momento in cui si è costretti ad usare i cosiddetti microfoni d'appoggio, o d'accento che dir si voglia, significa che l'errore globale ha superato il livello di guardia, la situazione di ripresa è compromessa da errori oltre soglia e quindi la sapienza del cuoco sta introducendo nuovi errori per compensare e ridurre quelli preesistenti per lo più legati all'imperfezione dell'ambiente di ripresa.

Di solito questo evento si avvera in condizioni ambientali (= sala di ripresa) non ottimali, ovvero nel 95% dei casi quando si riprende musica acustica dal vero... al di fuori del proprio habitat (= la sala che ciascuno di noi professionisti del suono dovrebbe aver realizzato per sè).

(5 - a corollario del discorso sopra enunciato al punto precedente, mi duole dover porre una critica a certi colleghi che in nome di non so quale imprecisato integralismo, quando si trovano ad operare in sale "nemiche" non intervengono per modificare le imperfezioni evidenti.

La storiella di riproporre l' "emozione dell'evento" mi suona tanto di incapacità di porre adeguati rimedi... Ma quale emozione?L'emozione dell'evento la puoi vivere solo se stai lì in quel momento, guardando le smorfie e annusando le puzze di chi ti sta davanti e intorno, nel rito collettivo dell'ascolto. A casa le smorfie e le puzze - bendette - non ci sono: resta solo la sensazione sgradevole di un suono sbagliato...).

Ambiente di ripresa, ambiente di riproduzione... ma sapete quale penso possa essere l'unica soluzione finale possibile?


L'eliminazione di uno dei due...Tipicamente: dell'ambiente atto alla riproduzione, nel caso in cui si voglia riprodurre un evento accaduto in uno spazio reale e, viceversa, l'eliminazione dell'ambiente di ripresa, nel caso si stia riproducendo musica generata in assenza di un ambiente vero.

Questo secondo caso si propone abbastanza regolarmente già oggi (= musica elettronica generata dal computer, per esempio).

Per quanto riguarda il primo caso - ben più vicino alle nostre esigenze - la strada è ancora lunga, ma non lunghissima.

verranno FUORI in seguito i multi canali fino ad infinito, impossibile nel relativo...si capisce...

E dovrà per forza di cose intrecciarsi con la ricerca medica... Già: avete visto il film "Strange Days", 1998, regia di Katherine Bigelow, protagonista Ralph Fiennes?

Bhè, se sì, avete la risposta finale, secondo me, se no... andatelo a vedere e poi ne riparliamo.

cordialità

marco lincetto

Modificato da - bubuluna il 13/06/2006 17:30:04



sostanzialmente non si è capito chi è costui
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Re: LA TEORIA DELLA RELATIVITA'

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2017, 8:53

perchè da lì a poco avrebbe scatenato l'inferno della tempesta di sabbia?

perchè si vide messo in pericolo....

ci dica lincetto: cosa fa un microfono che riprende uno strumento musicale che suona?

non lo sa...!

ma fa sempre in tempo a mostrare di sapere, non ci sono segreti da svelare...ci dirà, lui che si occupa di microfoni a membrana- recchia, come fa una membrana microfonica, o di recchia, a vibrare, nel medesimo istante infinitesimo, a tante frequenze diverse con una diversa ampiezza per ciascuna di esse...venti-ventimila e anche più...

I repeat: non si è compreso chi è lincetto marco figlio di adriano!
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Re: LA TEORIA DELLA RELATIVITA'

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2017, 9:04

mi offro volontario per ripulire la mente di chi, fra coloro i quali sono stati contagiati dal "Morbo della Sapienza di Moss", cominci anche solo lontanamente a subodorare che qualcosa non torna fra le "dottrine" inculcategli dal genio di Latina.
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cosa ci vuole a confutare?

cianno anche la scienza nuova del majandi...majandi della majandulanza ambulanza...mica fischietti ermenegildo!

spetta che mi fiondo nel RELATIVO ASSOLUTO del suo fratello di sangue sordo carlo carli ( ora feroce nemico mortale visto anche come pigliano le cose con leggerezza)

è dalla scola,,,
che vojiono metterti,,
la soma,,,, Shocked ,,
farti diventare un bravo bimbo,,,,,
in,,capace,,,,
Ti insegnano a non pensare con la tua testa,,,,
bensì a copiare quello che altri hanno pensato,,,,ma io non sono un pappagallo,,,,,
sono un asino,,,,
e alla scola,,,
preferivo il Caimano alla Stazione Termini,,,, Laughing
alle nozioni imposte,,l aria aperta de villa Borghese,,,, Wink
Ancora non capivo bene,,,,,quel qualcosa che non andava,,,,
ma già all epoca la soma mi pesava,,,,
Una volta levata,,,,fù tutto più facile,,,,
esser padroni di se stessi,,,,

la cosa più difficile der monno,,,,
l asino cominciò a legger,,,,
ascoltare,,,
Osservare
a seguire un percorso unico,,,,
non quello dettato dal ministero,,,,
uguaglio per tutti,,,
ma quello che mi ero dettato io,,,,
La musica mi accompagnava ovunque,,,,
sempre,,,,
e quanno caddi,,,maturo dall arbero,,,,
iniziai a lavorare in un,,,
negozio di dischi,,,,
era quello che volevo fare,,, Wink
io,,,
non quello che volevano farmi fare,,,,, Shocked
gli altri Arrow
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Re: LA TEORIA DELLA RELATIVITA'

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2017, 9:07

è dalla scola,,,
che vojiono metterti,,
la soma,,,,



è nei particolari che si nasconde il diavolo

trova le dieci piccole differenze

majandi
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Re: LA TEORIA DELLA RELATIVITA'

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2017, 9:18

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mi offro volontario per ripulire la mente di chi, fra coloro i quali sono stati contagiati dal "Morbo della Sapienza di Moss", cominci anche solo lontanamente a subodorare che qualcosa non torna fra le "dottrine" inculcategli dal genio di Latina.
lincetto COLBOTTO



TUTTA


la scienza per la riproduzione dei suoni musicali sta nella robba moss

altrove c'è il nulla ed il delirio della scoreggia di somaro, anche per le cose più che già acclarate e presenti sui libri

TUTTA
riconosciuto, acclamato e osannato...fino alla commozione...

manca la ripresa dei suoni, a cominciare dall'ambiente adatto per la ripresa ai fini della riproduzione di STRUMENTI CHE SUONANO

e non del SUONO DEGLI STRUMENTI...robbe davvero di un pazzescamente relativo!



"moss totally free!"


fai un po' tu!

si ritroveranno nell'oltretomba con le casse?
...la vita del disagio mentale li ha divisi per sempre...
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Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2017, 9:25


"moss totally free!"


fai un po' tu!

si ritroveranno nell'oltretomba con le casse?
...la vita del disagio mentale li ha divisi per sempre...




cioè...metteteli nella stessa cassa...sarà la prima cassa sterio...

a chi muore prima poi lo esumano e ci mettono dentro l'altro

l'importante è che sia STEREO

come dichi...ci vuoi assortire pure benedetti, pasini, bebbo ed altro stock?

gajardo!....una bella FOSSA COMUNE!

ed ai superstiti: il forum della fossa comune
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Re: LA TEORIA DELLA RELATIVITA'

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2017, 9:28

tran quoc ha scritto:

"moss totally free!"


fai un po' tu!

si ritroveranno nell'oltretomba con le casse?
...la vita del disagio mentale li ha divisi per sempre...




cioè...metteteli nella stessa cassa...sarà la prima cassa sterio...

a chi muore prima poi lo esumano e ci mettono dentro l'altro

l'importante è che sia STEREO

come dichi...ci vuoi assortire pure benedetti, pasini, bebbo ed altro stock?

gajardo!....una bella FOSSA COMUNE!

ed ai superstiti: il forum della fossa comune



secondo me si pone un GOSSO POBBLEMA :

chi dorme da capo e chi dorme da piedi?

il sonno del giusto
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Re: LA TEORIA DELLA RELATIVITA'

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2017, 9:46

Est modus in rebus: non finirò mai di ripeterlo.

Per quanto riguarda la questione relativa all'Ing.Lorenzo Russo: è vero, il clima è esacerbato.

Tantissimo esacerbato.

Basta nulla perchè alcune persone, fra cui il sottoscritto, esplodano.

Ma hai provato a chiederti perchè?

La mia è ovviamente una domanda retorica.

Senza dubbio tu lo frequenti, magari ne sei pure amico, non lo so.

Comunque non puoi non riconoscere che l'atteggiamento proditorio con cui questa persona insulta e diffama in continuazione persone che non hanno nulla a che fare con lui, rasenta ormai dimensioni patologiche.

Ogni tanto mi chiedo, sinceramente, perchè.

Perchè un uomo di cultura, quale non ho dubbi Russo possa essere considerato, si abbassi a questi livelli.

L'attacco in mala fede, "pro domo sua", è il primo pensiero; ma l'ostinazione reiterata, l'essere comunque ridotto a dialogare con 10 persone ed essere inviso praticamente all'intera comunità di appassionati a cui lui vorrebbe rivolgersi, lasciano purtroppo intendere che Russo abbia seri problemi di disturbi mentali, chiaramente patologici.

E questo purtroppo non lo dico io, che non ho nessuna competenza per affermarlo, ma un illustre psichiatra, docente universitario, che ha analizzato con grande attenzione e scrupolo gli scritti, le reazioni, i pensieri dell'Ing.Lorenzo Russo ai tempi in cui scriveva su queste colonne.

Insomma, che altro dire? Io sono una persona molto trasparente, anche troppo.

Ma non mi nascondo dietro a un dito.

Alla parola, preferisco l'azione: il mio modo di intendere le cose, da sempre, preferisco dimostrarlo nella pratica quotidiana del mio lavoro che è sotto gli occhi (e le orecchie) di tutti: e quando dico tutti, intendo tutti, non ho misteri, nè formule magiche da tenere nascoste.

Quello che posso offrire è il frutto di una continua ricerca, che non finirà mai, che giorno dopo giorno traduco in fatti, oggetti concreti, verificabili.

Ovunque.

Non ho altro da aggiungere.

Buona notte. E cordialità.

marco lincetto / produttore discografico / proprietario di etichetta discografica / ricercatore




aggiungo, lui è timido e non si vanta, che è il figlio di uno dei più grandi compositori del secolo XX ( dico...non 20...doppia incognita)

tale adriano lincetto la cui grandezza GLI HA LASCIATO I SEGNI SULLA PSICHE

e sebbene lui lo abbia fanculato a più riprese, racconto suo, non ha potuto affrancarsi dal peso della grandezza

o lo supera o resta un fallito esistenziale!
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Re: LA TEORIA DELLA RELATIVITA'

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2017, 10:01

http://forum.videohifi.com/discussion/179645/adriano-lincetto/p1


Adriano Lincetto
Marco Lincetto April 2010
Posts: 26,696Member
Adriano Lincetto era mio papà.

Ma al di là di questo fatto tutto sommato incidentale, è stato un grande musicista.

E’ stato uno straordinario pianista; è stato un eccelso compositore, forse uno dei più grandi compositori del ‘900.

Esattamente 14 anni fa, a quest’ora in cui sto scrivendo – circa le 23.30 – entravo in quella “sala d’attesa” del reparto rianimazione dell’ospedale di Padova. Dietro al vetro, opaco e impenetrabile, c’era mio papà: o meglio, c’era quel poco di fisico che ancora lo legava a questo mondo, visto che lui, la sua essenza vitale, era probabilmente già da qualche altra parte, schivando la tristezza degli ultimi momenti in terra di un corpo troppo improvvisamente colpito da un accidente imprevisto ed imprevedibile e da questo troppo rapidamente consumato.

Non l’ho visitato quella notte, perché sapevo che non c’era già più. Stavo lì, in silenzio, con mio zio Danilo, suo fratello, seduto al mio fianco.Ma in quel silenzio, in realtà, parlai molto, con mio papà.Il nostro rapporto non era stato facile. Fra i miei 18 ed i miei 33 anni ci siamo spesso mandati affanculo reciprocamente: più io a lui, che viceversa, però.

Poi, la musica, ci ha riunito, magicamente. In quei due anni che precedettero quel fatidico 24 aprile 1996 ci fu quasi una rincorsa per recuperare il tempo perduto.E quella piccola cosa che si chiama Velut Luna fu il motore ed il collante. Velut Luna esiste solo perché io sapevo di poter contare sul miglior direttore artistico in assoluto che qualsiasi – ripeto: QUALSIASI – compagnia discografica potesse, e possa, ambire ad avere.

E nonostante lui fosse molto allineato al pensiero di Celibidache,

eeeee....troppo lungo documentare....celibidache era affetto da pazzia paranoica a suo dire...era TARATO MENTALMENTE....

per quanto riguarda le registrazioni (di fatto non esistono sue registrazioni come pianista, tranne un paio di concerti da me ripresi quando ero ancora un bimbo ed una registrazione dell’ORTF, ovvero la radio nazionale di Francia, oggi assolutamente introvabile), non disdegnò il mio progetto.Forse, a pensarci bene, proprio per come lui la pensava, il suo accettare il coinvolgimento in questa avventura può essere considerato un grande atto d’amore nei miei confronti: da parte di un padre, nei confronti di un figlio.Quella notte fra il 23 ed il 24 aprile 1996 fu senza dubbio la più lunga e la più importante della mia vita, fino ad oggi. E quando alle nove circa di mattina del 24 mi comunicarono che mio papà era morto, avevo già raggiunto la ferrea convinzione che non solo non avrei dovuto mollare la missione che mi ero prefisso di sviluppare, ma anzi con ancora più convinzione dovevo proseguire.E così fu. E così è. E così sarà. Finchè avrò fiato. Esattamente come ha sempre fatto lui.Mio papà ha fatto tante cose, nella sua vita. In quei 59 anni è riuscito a lasciare tante tracce del suo passaggio; è riuscito a vivere ben più di una sola vita.Ha “inventato” una delle 5 o 6 più grandi cantanti liriche di tutti i tempi, sicuramente la più grande interprete rossiniana di sempre, ovvero Lucia Valentini Terrani.L’ha, letteralmente, plasmata. Ed in casa era di famiglia: per me era “zia Lucia”. Avevo 8 anni quando nell’estate del ’69 eravamo in vacanza insieme, a Cervia, in un grande appartamento in affitto e vedemmo insieme l’allunaggio dell’Apollo 11.E poi la carriera concertistica internazionale, come pianista e come camerista prestigioso: dieci anni intensi, fra i ’60 ed i ’70 in cui ha girato tutta l’Europa, con tournee che lo tenevano lontano da casa anche per mesi (ed in cui – oggi ne sono consapevole – io ho sofferto la sua assenza).E poi il Metropolitan… ovvero quando mio papà, per la sua innata ritrosia, per il suo senso di appartenenza alla sua terra, disse no, nel 1972, all’offerta di assumere l'incarico di "maestro preparatore", ricevuta dalla dirigenza del prestigioso teatro newyorkese (contratto biennale, stipendio principesco, casa pagata a Staten Island, scuola pagata nei migliori college per me e mio fratello…)E poi il conservatorio Pollini, la sua seconda casa. Prima, insieme al suo Maestro Silvio Omizzolo, ha contribuito a farlo diventare “Conservatorio”. Poi la cattedra di pianoforte. Poi la “vicedirezione” a fianco di Claudio Scimone: più di dieci anni in cui, in virtù della splendida assenza del vanesio mentore dei Solisti Veneti, di fatto tenne le redini di uno dei più grandi ed importanti conservatori italiani. E poche settimane dopo la sua morte era prevista la sua acclamazione come direttore…In mezzo a tutto ciò, però, il vero motore della sua vita fu… la sua Musica. Mio papà ha scritto tantissima musica, perché non poteva farne a meno. Ma lui scriveva non per la gloria, non con quell’ambizione dissimulata tipica del compositore a la page, molto fintamente modesto. No, mio papà scriveva per se stesso e per i suoi amici. Quante volte un collega, un amico, bussava alla porta della sua aula in conservatorio e gli chiedeva di scrivere qualcosa per lui!A questo proposito, mi piace qui citare quanto ha scritto di lui il famoso filosofo Radu Lidijenko, che ebbe la ventura di conoscerlo a Parigi, nel 1966 e poi restare in contatto epistolare con lui (ed ora, con me):“ Vi sono persone che stanno tra noi e che, pure se troppo silenziose, danno l’impressione d’essere gente normale. Queste persone però vivono in un altro mondo, non nel normale mondo di tutti noi; loro vivono nel mondo vero, e vedono le cose così come sono, e altrettanto semplicemente le descrivono, dandoci a volte una specie di folgorazione.Adriano Lincetto, e la sua musica lo mostra, si è sottratto alla parodia del cosiddetto mondo artistico, a sua volta una grottesca e micidiale parodia del cosiddetto mondo in generale, senza dar peso ai suggerimenti, alle imposizioni ed ai criteri che da quella parodia dell’arte venivano. La sua salvezza, e quella di chi lo ascolti, sta tutta nell’equilibrio in cui ha vissuto e composto, al di là del vecchio e del nuovo; un buon modo di trovare spazio e luce è quello di isolarsi in buona compagnia.”Ecco: questo breve, folgorante, scritto di Lidijenko fotografa in modo perfetto mio papà e la sua musica.Non ho nessuna intenzione, quindi, di banalizzare la sua arte cercando di incasellarla in una descrizione formale tanto inutile, quanto addirittura insultante.Ho registrato già un paio di dischi dedicati a sue composizioni, ma il “disco dei dischi”, quella che io penso sia la sua musica più sentita e significativa, l’ho registrata lo scorso settembre., con l’Orchestra di Padova e del Veneto, diretta dal mio amico Fabio Framba. Si tratta di una suite per orchestra da camera, ricavata dalle musiche di scena scritte per una pantomima in atto unico, messa in scena nel dicembre del 1969, su testo di Cornelia Mora Taboga. Si intitola “I Sogni di Gianò” ed è la storia di un barbone, che dopo aver vissuto, si chiude nei suoi sogni, con la sua fisarmonica, in riva alla Senna.Gianò è Adriano, naturalmente.Ed il bello di queste persone, il bello di un grande autore, è che non muore mai: la sua musica sta lì, imperiosa ed imperitura.Questa registrazione andrà dentro un disco, che a sua volta sarà allegato alla nostra cara Audiophile Sound, nel numero di settembre.Però io ve ne voglio regalare un pezzetto subito: gli ultimi sette minuti, in cui, nel finale, potrete apprezzare la più bella e struggente melodia mai scritta, in cui l’oboe ed il flauto si inseguono in una rincorsa verso il cielo, sostenuti dal respiro degli archi.A chiunque me ne farà richiesta, manderò volentieri, interamente a mie spese, il master clone di questi sette minuti.Perché la musica di mio papà deve continuare e muoversi fra la gente come piaceva a lui: da un amico all’altro.P.S.: a volte, per non dire sempre, ci sono segnali che ci indicano un disegno molto al di sopra di noi. Mio papà è morto fra il 23 ed il 24 aprile 1996. Esattamente 5 anni dopo, contro ogni previsione, per una srie di eventi fra loro concatenati e fortuiti, senza minimamente far conto della data, il 23 aprile, mi sono sposato con Patrizia.Oggi, 23 aprile 2010, è nata Elena, la prima figlia del mio socio Andrea.La vita continua.Marco Lincetto"Sono un operatore del settore musicale e sono molto inadeguato al settore in cui opero. Sono inadeguato tout-court"http://i36.tinypic.com/209nexv.jpghttp://i34.tinypic.com/a085qw.jpgModificato da - marco lincetto il 24/04/2010 00:33:56Modificato da - marco lincetto il 24/04/2010 09:14:17
"Baby, Light My Fire!"



https://youtu.be/fkxruUPmTIk

era adriano che firmava le musiche di febo conti nell'imitazione di ridolini

a carosello

ma c'erano anche PEZZI di bach in versione beach

https://youtu.be/Bp48k2fX90w

ci vogliono i soldi per poter ascoltare e a me non mi va di spenderli

https://itunes.apple.com/us/album/adria ... mpt=uo%3D4

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