Dopo tanta gestazione è nato un convertitore frutto del lavoro di Paolo Caviglia e di Lorenzo Russo e adesso ne possiamo parlare compiutamente.
Sono un paio di giorni che "gira" a casa mia, sono un paio di giorni che sto godendo come un matto con il digitale come mai accaduto prima.
Niente iperbole, nessun proclama, solo musica... restituita in uno spazio che al digitale era negato.
Ogni tempo è quello giusto, mai troppo affrettato e mai in ritardo, il suono è limpido e circondato da un silenzio che incanta.
Ogni strumento è meglio integrato nell'insieme e ogni leggera variazione di livello è resa come se fosse la cosa più naturale al mondo.
Sembra accompagnarti per mano facendoti capire cos'è il digitale al massimo livello possibile. Non forza, non strilla, non mugugna mai e mai una singola nota viene "mangiata". Questo è un digitale che si fa ascoltare con tutta tranquillità, dove tutti gli altri impegnano, lui rilassa il cervello, lo svuota dallo sforzo di cercare appigli. Tutto è li, già esposto e finito.
Un'altra cosa quindi... un altro modo di vedere il suono numerico. Come i giradischi Moss fanno la strada da soli e si imperviano verso vette nemmeno intuibili da tutti gli altri, così questo dac non è paragonabile con nessuna macchina da me ascoltata, è un'altra cosa, un altro mondo. Paolo sei stato grande e grande è il lavoro di travaso di informazione teorico/pratica che Russo ha iniettato in questo lavoro. Si sente.
Posso allargarmi?
Se non si ascolta questa macchina è interdetta ogni possibilità di fruire del digitale. O così o niente.
ale