da tran quoc » 7 feb 2016, 8:47
quando l’avvenire attraente per le vagheggiate promesse avrà perso ogni seduzione (vaghe…future), né udirò più te, bebbo (dolce amico), [recitare] i tuoi versi (il verso) e l’armonia malinconica che li ispira (lo governa), né più nel cuore sentirò l’ispirazione (spirto) delle Muse e dell’amore, unica consolazione della mia vita errabonda (mia vita raminga – perché esule), quale consolazione sarà per la vita finita (qual…perduti) una lapide (sasso – pietra sepolcrale) che distingua i miei resti dagli infiniti altri (le mie dalle infinite ossa) che la morte sparge (semina) in terra e in mare?
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titina arret'a porta vene o vendo e si la porta