di baby rattle il ieri, 22:26
ciofne ha scritto:ma che cosa succede nella riproduzione?
Luc1gnol0 ha scritto: Da quel che ricordo, in fase di riproduzione di un programma musicale registrato con codifica stereofonica si ha una sovrapposizione tra le informazioni spazio-temporali entro-contenute nella registrazione, quali che siano, così come interpretate (modificate?) dalla catena riproduttiva (nella fase di transito dall'estrazione del segnale alla emissione dello stesso), e le informazioni "aggiunte" (per così dire) dall'interazione tra le onde di pressione acustiche emesse dal sistema di altoparlanti, l'ambiente di ascolto, e la catena riproduttiva stessa.
Sempre se non ricordo male, tale sovrapposizione fornisce al sistema orecchio-cervello dell'ascoltatore "notizia" dell'esistenza di due "storie", dell'incongruenza tra le due citate serie di informazioni (detto in maniera imperfetta), generando il fenomeno (non quello appartenente dell'acustica, ma quello proprio della teoria dei suoni musicali) del "mascheramento" (per suono correlato, credo si dica).
Dunque, in generale il sistema di altoparlanti quali impostazioni, quali canoni dovrà seguire (per minimizzare gli effetti di una "nuova storia" del suono musicale), e tali canoni devono rispettarsi pure per la riproduzione della musica cd. "amplificata", o la questione in qualche modo deve variare rispetto a quella non preventivamente amplificata?
Questo argomento si può recintare e trattare in modo quasi indipendente, la sovrapposizione dei due eventi spazio-temporali è una delle condizioni del sistema che imprescindibilmente debbono essere poste al centro di ogni considerazione secondo due accezioni: mascheramento propriamente detto, caoticizzazione ovvero incongruenza.
Il mascheramento comporta la perdita di informazione, la incongruenza non consente l'estrazione dei significati musicali ovvero bellezza del suono, espressione di scrittura e di esecuzione.
La soluzione si ottiene massimizzando l'informazione primaria e riducendo l'informazione prodotta dal secondo evento spazio-temporale.
In questa ottica verrebbe da pensare all'annullamento totale dell secondo evento spazio temporale, sfortunatamente questo non è possibile perchè aumenterebbe l'incongruenza.
il cervello costruisce due realtà spazio temporali, una con la vista ed una con l'udito, la percezione di un suono che appartiene ad un ambiente che non congruisce con quello costruito con la vista, ad esempio nell'ascolto in cuffia, crea una insanabile incongruenza.
Si va quindi dall'estremo del lasciar produrre la massima informazione dal secondo evento al suo totale annullamento, entrambe le situazioni creano una massima incongruenza la prima dovuta alla caoticizzazione la seconda al conflitto di attribuzione, la soluzione sta nel ridurre l'intervento del secondo ambiente mediante la creazione del minor numero di segnali in circolazione (voce unica) e mediante il controllo della emissione e controllo della ricezione, entrambe da realizzare sperimentalmente mettendo in campo le categorie di osservazione ed i giudizi di valore (e siamo di nuovo alle scatole cinesi).
La conguenza è un giudizio di valore, come quasi tutto quello che si può dire con riferimento al suono musicale, alla musica e non solo.
Il giudizio di valore può essere correttamente emesso solo se si impiega un metodo osservazionale al riparo da errori sitematici quali quelli causati dal misconoscimento dei meccanismi di inganno della percezione e più ancora della sua elaborazione intellettivo-emozionale ed attraverso un concorso di conoscenze tecnico-culturali tra cui, prevalente, la cognizione del tipo e quantità di errori che il sistema sta compiendo (scatola cinese).
io suono come tu mi vuoi