audiomagika ha scritto:Voglio riprendere per un secondo il discorso su questo personaggio visto che sto ascoltando dei dischi trovati in un mercatino...
Vorre porre l'accento sulla gioia che traspare dal suonare di Rotondo, anche quando le accentature sono calanti (quasi sempre) e c'è asincronia, sembra quasi di veder sorridere i musicisti, il loro è un drive semplice, la sintassi elementare, il suono concreto e "serio". L'umore è quello che mareviglia... stanno ridendo e si divertono a suonare, lo spazio è pervaso dalla gioia e la seriosità di certa caratura jezzistica è completamente assente. Sembrano dire... ascoltate sto jazz, è semplice, intuitivo, divertente e non ha sovrastrutture!
Poi volendo queste si trovano... ma la prima lettura è leggera, sospesa, galleggia sul buon umore e sull'istintività...
ale
Questo mondo mi sembra sempre più rovinato dalla competizione, dalla prestazione, io rimango basito quando ascolto una orchestra sinfonica, un artista qualsiasi che suona una cosa qualsiasi e non ci trovo nulla sa ridire, un godimento totale, e poi ascolto acclamati cialtroni e sono lì a chiedermi chi gli ha messo la bacchetta o il microfono in mano.
In questa temperie generale i jazzisti sono i negri del genere umano, sempre lì a fornire prestazioni, quello che ci dice audiomagika ci mostra un altro mondo possibile, un mondo dove si suona senza pensare ad altro, si suona se se ne ha voglia e possibilmente in ambienti rilassati, si suona quello quello che si ha la passione di suonare.
Hanno messo in croce armstrong su tutti i libri scritti sul jazz perchè non produceva più rivoluzioni tutti i giorni, ascoltatelo con ella fitzerald, rilassato, gigione, una classe ed una scuola immense, due soffiate sulla trombetta e vai in paradiso.
Credo che siano molte le cose da rivedere su come si debba stare al mondo, ma credo che siano perdute per sempre, se non fai due concerti al giorno tutti i giorni dell'anno non sei nessuno e soprattrutto non sei nessuno se non trovi qualche parassitone che della tua arte ne faccia un business sfondato.
Il pensiero va al bocelli ma siamo OT.
Luoghi dove suonare, gente che suona, gente che ascolta, si rischia che si perda lo stesso senso della cosa; nella conservazione del prodotto dell'arte dei suoni musicali e nella sua riproduzione è già accaduto, il lutto va molto oltre la scomparsa del singolo artista.