baby rattle ha scritto:Consideriamo un recipiente, introduciamo 10 litri al secondo, smaltiamo un litro al secondo, il livello cresce.
Consideriamo un ambiente, immettiamo un suono a bassa frequenza con 90 dB di livello sonoro, l'ambiente lo smaltisce, ad esempio, in un secondo ovvero il livello si abbassa in un secondo del 90 % secondo convenzione o 60 dB sempre secondo convenzione; il suono viene immesso in modo continuo quindi nel mentre si riduce quello immesso nel primo istante aumenta il livello totale essendo l'immissione maggiore dello smaltimento.
A quale livello sonoro si perviene?
Quale è la sensazione sonora costretta a crescere per un suono che all'aperto sarebbe di intensità costante?
La sensazione sonora cresce in ogni caso in modo diverso tra l'ascolto del medesimo suono in ambiente di prima generazione e quello di riproduzione venedo a ripetersi di nuovo il fenomeno dell'accumulo e con la salita di livello ancora più veloce nel secondo caso di accumulo.
Come si potrebbe definire e trattare questa distorsione di intensità sonora ai fini della congruenza, livelli relativi tra i diversi strumenti e porzioni dello stesso strumento, ed ai fini del mascheramento per suono correlato anche nell'evento di prima generazione?
Come intervenire in una ipotetica situazione di ripresa dei suoni musicali?
Non mi risulta molto chiaro il punto. Il fenomeno dell'accumulo in ambiente non si dovrebbe verificare, almeno finché non si superino livelli di potenza acustica immessa decisamente elevati, perchè le dissipazioni sono notevoli (già la dissipazione operata dalle molecole dei gas dell'aria, sul cui moto browniano si sovrappone la quantità di moto isotropa ed omogenea del fronte d'onda acustico, attenua i livelli molto rapidamente, senza considerare le dissipazioni delle superfici). Per ragionare su cosa può accadere occorrerebbe avere un dato di potenza acustica dissipabile dall'ambiente nel suo complesso.
Comunque, pur non avendo onestamente capito il punto, mi veniva in mente un'altra cosa, che forse qualche ulteriore spunto lo può fornire.
Torniamo sempre al discorso della non invarianza, molto sottile secondo me e che forse non è mai stato sviscerato fino in fondo.
Infatti se prendiamo un qualsiasi ambiente e immettiamo un treno d'onde acustiche impulsive (il classico impulso di Dirac) e misuriamo l'ampiezza nel tempo dell'onda acustica generata in un punto, otteniamo una risposta che è nient'altro che la risposta all'impulso dell'ambiente in quel punto. Ipotizzando in via teorica di ripetere la misura in tutti i punti dell'ambiente otteniamo la risposta all'impulso complessiva, funzione dello spazio e del tempo. Ora è palese che, trascurando del tutto le possibili microvariazioni di parametri fisici (temperatura ad esempio) e se non modifichiamo l'ambiente, tale risposta all'impulso sempre quella è, non varia con il tempo, per cui da questo punto di vista l'ambiente si comporta come un sistema stazionario (ovvero tempo invariante).
Su questo assunto si basa tutta la teoria dell'equalizzazione ambientale etc., che effettivamente è in grado di intervenire alterando la risposta all'impulso dell'ambiente.
Il
piccolo problema è che in questo schema non si è affatto tenuto conto del suono di prima e di seconda generazione. Infatti l'invarianza dell'ambiente, e tutto il relativo trattamento dei livelli e delle equalizzazioni, può funzionare solo nel caso di suono di prima generazione.
Come ormai dovrebbe essere chiaro, almeno a coloro che leggono questo forum, l'ambizione dell'alta fedeltà è la riproduzione di un evento spazio-temporale "altro", nato in un ambiente diverso da quello di ascolto, che rispetto all'ambiente di ascolto stesso è un suono di seconda generazione. Pertanto, qui mi permetto di essere vago perché la mente un poco vacilla, qualsiasi ambiente di riproduzione per il fatto di avere una risposta impulsiva che ha una durata finita diversa da zero caoticizza per definizione l'evento riprodotto, ovvero ne altera i tempi di esistenza. E qualsiasi modifica della risposta impulsiva dell'ambiente in riproduzione (ad esempio ad opera di un'equalizzazione) non fa altro che modificare tale caoticizzazione introducendo ulteriore caoticizzazione. I tempi di esistenza del suono di prima generazione, una volta riprodotti, sono irrimediabilmente alterati dall'immissione nell'ambiente di riproduzione. Le modalità secondo cui avviene questa alterazione sono talmente complesse e sono influenzate da così tante variabili che il
minimo che si possa dire è che il sistema complessivo
rispetto al suono di seconda generazione è non invariante, facendo la comoda operazione di usare il tempo come variabile "rifugium peccatorum" (in pratica non conosciamo le variabili in gioco e la loro interazione quindi diciamo che c'è una dipendenza dal tempo). Tutto questo senza neanche far entrare in gioco il discorso della percezione umana, che opera nella medesima direzione di dipendenza dal tempo e dalla storia passata.