suono musicale

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Re: suono musicale

Messaggio da leggereda baby rattle » 15 feb 2009, 9:11

Tornando al discorso iniziale, l'attribuzione del carattere di "individuo" ad uno strumento passa per una complessa elaborazione della quale poco o nulla sappiamo. La elaborazione per cui da una coppiola di segnali scalari reimmessi in ambiente a creare un campo ondulatorio sonoro confinato il cervello riesca ad estrarre un tale insieme di significati da essere in grado di fare un'astrazione linguistica, e riconoscere in quell'ambiente individui-strumenti che suonano pur come appartenenti al loro spazio tempo, è una possibile definizione ed insieme esito di riproduzione ad alta fedeltà. Una cosuccia da niente. Hai voglia a guardarti quella coppiola di segnali, li puoi affettare come ti pare, frequenze, fasi, traformate di tutti i tipi... quello che senti non è lì. Quello che è lì è la possibilità di abilitare un complesso processo di riconoscimento, assolutamente non invariante. Ed il processo determina il contenuto.



Per comprendere come il cervello estrae informazioni che non esistono nella scienza fisica occorre andare ai significati che sono alcunchè di trasmesso dalla specie umana per via cromosomica e culturale, ovvero valori condivisi non tutti e non sempre universali ed alla organizzazione generale della percezione in cui intervengono memoria, stand-by (mascheramento anterogrado), predizione, consequenzialità, aspettativa, selezione ed inseguimento selettivo di traccia, comparazione, significati etc. ove nell'etc. è compreso appunto l'ignoto poichè non risultano studi sulla elaborazione intellettivo emozionale di suoni musicali , sulla definizione delle categorie di osservazione e sulle modalità di formazione dei giudizi di valore.

Di alcunchè di estremamente complesso, forse la cosa più complessa che riguarda il cervello, la creazione della realtà spazio-temporale, la cosiddetta scienza ne ha ricavato l'onesto teorema del pupo Fourier ed i parametri di riconoscimento della provenienza di suoni elementari e privi di significato (tra cui ancora senza spiegazione il fenomeno della collocazione in basso dei suoni bassi, DA CUI IL LORO NOME, idem medi ed alti) senza neppure essere riuscita ad ESCLUDERSI quando si entra nel campo della sensazione ovvero nella non invarianza per lasciare campo all'osservazione fenomenologica ed alla costruzione del metodo e della classificazione degli eventi.

La scienza in realtà si esclude, invece chi ha MANEGGIATO finora la materia non è stato capace di non insultarla.

In assenza di osservazione fenomenologica siamo ancora a negare, altro che classificare, fenomeni giganteschi quali la non rispondenza del digitale alla rappresentazione dei suoni musicali ovvero alla presa datto che il teorema di Shannon che è scienza per il suono fisico e per i segnali elettrici, non vale per i suoni musicali.
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Re: suono musicale

Messaggio da leggereda Alexander » 4 ago 2009, 19:58

Credo che l'ascoltatore della Nuova Era sarà in grado di gestire, attraverso il riconoscimento degli stessi, la maggior parte dei meccanismi percettivi che lo orientano e quindi a misurare ed in seguito sospendere il proprio "atteggiamento".
Per quanto mi riguarda ho trovato molto utile per uscire dalla "gabbia di congruenza" intesa qui come luogo in cui mi portavo la somma dei meccanismi percettivi acquisiti ed aspettative non fruire della ricezione nella classica posizione al centro del triangolo.
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Re: suono musicale

Messaggio da leggereda baby rattle » 28 feb 2010, 9:16

Tanto scarsa è dunque la possibilità di giungere al suono e alle sue vibrazioni simpatiche se non intervengono le nostre mani che violentano e fecondano.
Per diventare musicale esso deve assolutamente ricorrere al sangue di chi lo percepisce e ne fa uso, simile alle forme d'ombra che ad Odisseo (Ulisse..nota aggiunta) non danno spiegazioni su di se ma su di lui che interroga.

Ernest Bloch
Spirito dell'utopia, edizione BUR ott 2009 pag 180.
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Re: suono musicale

Messaggio da leggereda baby rattle » 28 feb 2010, 9:33

La Sonata in si bemolle maggiore e le Variazioni sul tema di Diabelli risultano in ultima analisi ineseguibili, quasi fossero state scritte per uno strumento mai esistito e mai realizzabile, operando entrambe non con il suono reale ma con pure astrazioni sonore incorporere e cerebrali e servendosi del linguaggio pianistico solo come di un alfabeto approssimativo e abbozzato.

Ernest Bloch, testo citato




E' su questa base che potrà e dovrà essere costruita la nuova estetica del suono musicale riprodotto, suono i cui esiti possono essere superiori a quanto realizzabile nella produzione di suoni dal vivo; l'intensità, la densità, l'avvicendamento dei suoni nel tempo, i suoi intrecci, legami e dialoghi, il separarsi e l'abbandonarsi tra i suoni, la loro vita nello spazio aggiungono, come in tanti casi già riscontrati, ulteriore suggestione ed informazione sull'evento sonoro e sui significati della scrittura e sui contenuti espressivi della esecuzione.

Non si può percepire compiutamente cosa sta facendo un pianista o un violinista stando a trenta metri da lui ne tanto meno lo splendore del suono musicale prodotto.
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Re: suono musicale

Messaggio da leggereda baby rattle » 1 mar 2010, 17:17

Pertanto non c'è strada che conduca dal suono purificato(cioè obbediente grado, misura e quantità, come si addice ad un oggetto fisico e persino psicologico) al suono voluto e musicale, all'accordatura temperata, alla modulazione enarmonica, all'infinito caos evitato che non sono assolutamernte sostenibili solo sul piano acustico; alla tensione della sua melodia, alla dissonante policromiadella sua armonia, traforata successione e sovrapposizione spazio temporale del contrappunto, la più artificiale struttura del mondo; al suono denaturalizzato in quanto oggetto ormai quasi del tutto e primo fenomenale di ogni segretezza.

ernst bloch, opera citata, pagg. 184-185


suono musicale, suono VOLUTO, sovrapposizione spazio temporale, infinito caos evitato, siamo alle attribuzioni costitutive del materiale di cui si ragiona passando per la irriducibilità del suono ad alcunchè di misurabile o descrivibile con matematica ed altro come scrive altrove, siamo ad una materia che forse unica si confronta immediatamente e permanentemente con niente di meno che l'infinito, siamo al mistero della rappresentazione tempo che scorre in modo unidirezionale, attribuzione che non accetta di essere contraddetta neppure nell'infinitesimo .

se lo avessi letto prima e copiato sarebbe già un vanto, trovare queste corrispondenze da una ulteriore forza per andare avanti e consolazione per le fatiche sostenute.
.

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Re: suono musicale

Messaggio da leggereda misureaudio » 1 mar 2010, 17:49

baby rattle ha scritto:Pertanto non c'è strada che conduca dal suono purificato(cioè obbediente grado, misura e quantità, come si addice ad un oggetto fisico e persino psicologico) al suono voluto e musicale, all'accordatura temperata, alla modulazione enarmonica, all'infinito caos evitato che non sono assolutamernte sostenibili solo sul piano acustico; alla tensione della sua melodia, alla dissonante policromiadella sua armonia, traforata successione e sovrapposizione spazio temporale del contrappunto, la più artificiale struttura del mondo; al suono denaturalizzato in quanto oggetto ormai quasi del tutto e primo fenomenale di ogni segretezza.

ernst bloch, opera citata, pagg. 184-185


suono musicale, suono VOLUTO, sovrapposizione spazio temporale, infinito caos evitato, siamo alle attribuzioni costitutive del materiale di cui si ragiona passando per la irriducibilità del suono ad alcunchè di misurabile o descrivibile con matematica ed altro come scrive altrove, siamo ad una materia che forse unica si confronta immediatamente e permanentemente con niente di meno che l'infinito, siamo al mistero della rappresentazione tempo che scorre in modo unidirezionale, attribuzione che non accetta di essere contraddetta neppure nell'infinitesimo .

se lo avessi letto prima e copiato sarebbe già un vanto, trovare queste corrispondenze da una ulteriore forza per andare avanti e consolazione per le fatiche sostenute.

Non si può mancare, dopo la lettura di Bloch, un confronto tra quel livello espressivo e la poltiglia di troppe recensioni che balbettano di come riprodurre la Musica.

Avanti, Lorenzo, queste pagine sono di una utilità e opportunità culturale ben grande.
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Re: suono musicale

Messaggio da leggereda drpaolo » 2 mar 2010, 11:38

Ne parlavo domenica scorsa con uno degli amici di Roma con cui ci siamo incontrati, e credo sia l'argomento definitivo a favore dell'incommensurabilità del suono musicale; mi riferisco al c.d. temperamento equabile.

Una gamma di frequenza (=un ottava musicale), per la fisica, può essere divisa in un numero infinito di modi; la stessa divisione -se ci si riferisce ad un ascoltatore uomo- è limitata ad un numero definito e molto limitato di modi diversi.

Di fatto, per l'ascoltatore musicale moderno, il modo è uno solo: il temperamento equabile "definito" da J.S. Bach; stranamente questo vale sia per la musica c.d. seria, che per il rock, financo metal (e questo mi dà molto da pensare).

La divisione proporzionale di un'ottava in note musicali (che non sono altro che una convenzione e -dal punto di vista di un frequenzimetro :D - sono meno di nulla) può essere fatta solo rispettando determitate proporzionalità, che sono diverse in oriente ed occidente, ma sono solo e sempre quelle (cioè sono in numero ben definito) !
(Altra cosa che mi dà da pensare, ma esula dal presente ragionamento, è data dal fatto che la "divisione della scala" in toni diversi è legata al sentimento filosofico e religioso di quella parte del globo, ma transeat...).

Torniamo al ragionamento precedente: la divisione dell'ottava in intervalli proporzionali consonanti con il sentimento degli ascoltatori, in questo caso occidentali (e quindi parliamo di temperamento equabile) è fatta in "segmenti" la cui distanza può variare di Hertz o frazioni di Hertz (i c.d. cent).

All'interno dell'accordatura di temperamento la modifica di alcuni cent dell'intonazione ad es. di una corda, permette comunque un'accordatura "gradevole", ma può cambiare il significato percepito del brano da parte dell'ascoltatore, soprattutto per musica composta ad majorem Dei gloriam (e qui torna Bach e torna il discorso filosofico-religioso che avevo lasciato cadere prima).

Questo ovviamente è stato da me sperimentato all'ascolto, conoscendo qualche musicista che su questo ha ragionato e provato !

Ma allora, tornando al frequenzimetro o al microfono di misura: che differenza c'è tra un'accordatura a 831 Hz (per dire) o a 832 Hz ? Per la fisica sono esattamente la stessa cosa, sia che si introduca correlazione statistica per lo studio, o filtratura recursiva o qualsiasi altro ammennicolo matematico.

E (rifletto ad alta voce) se un battimento qualsiasi in un caotico ambiente di ascolto tradizionale, con caotiche apparecchiature di riproduzione tradizionali, mi alterasse il rapporto aureo percepito tra i toni dell'armonia di un brano e me lo rendesse privo di significato, da significativo che era in origine !? Ciò renderebbe forse ragione al fatto che il primo e più importante portato del sistema MOSS è quello di ridare significato ai brani ascoltati, al di là della pura correttezza degli armonici o della risposta in frequenza.

P.S. Leggerò sicuramente Bloch

PP.SS. Il sito il cui indirizzo mi aveva chiesto l'amico di Roma (se ci legge) è questo qui : http://bach1722.com/presentazione.htm
(Il maestro Paolo Venturino era il bambino che studiava musica con me; lui è diventato un grande e io sono rimasto una zucca, pazienza...).

PPP.SSS. Dottor Mattia, come va la caviglia ?


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Re: suono musicale

Messaggio da leggereda drpaolo » 2 mar 2010, 13:35

Sono qui da solo in laboratorio che sto sistemando l'oscillatore al rubidio (tanto per far sapere a chi al di fuori di qui ci legge che le misure -volendo- le possiamo fare anche meglio di loro e siamo anche più attrezzati :D :D :D ) e intanto rifletto su quello che ho postato prima.

...e mi vado vieppiù convincendo che le parole temperamento equabile sono un argomento devastante nei confronti di chi vuole costringere il suono musicale all'interno di misure.

Nel mondo fisico tutto è equabile (=divisibile in parti uguali): presa una grandezza misurata a piacere posso sempre trovare un divisore e anche -con astuto artifizio- dividere per zero.

Nel mondo musicale l'equabilità, che è difficile da trovare, deve essere temperata, cioè gli intervalli di divisione vanno "aggiustati" in maniera che siano consonanti con il sentimento umano.

La temperabilità ha anch'essa una gamma ristretta di azione e -nel suo ambito di applicazione- può portare a significati diversi.

Tra l'altro i misuromani ad oltranza, se fossero un po' più colti, saprebbero che, anche nell'osservazione di fenomeni naturali su scale temporali medio piccole (millenni), non c'è statistica né misura che tenga: deve intervenire la "temperabilità" per rendere i risultati osservabili (avevo già citato l'aneddoto dell'astrofisico Clifford Stoll in visita ad un Università cinese, credo).

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Re: suono musicale

Messaggio da leggereda misureaudio » 2 mar 2010, 13:41

drpaolo ha scritto:(Altra cosa che mi dà da pensare, ma esula dal presente ragionamento, è data dal fatto che la "divisione della scala" in toni diversi è legata al sentimento filosofico e religioso di quella parte del globo, ma transeat...).

Infatti, Paolo, eccellente considerazione. (Il problema è addirittura studiato in genetica delle popolazioni, articolo su IEEE EMBS).
drpaolo ha scritto:Torniamo al ragionamento precedente: la divisione dell'ottava in intervalli proporzionali consonanti con il sentimento degli ascoltatori, in questo caso occidentali (e quindi parliamo di temperamento equabile) è fatta in "segmenti" la cui distanza può variare di Hertz o frazioni di Hertz (i c.d. cent).

All'interno dell'accordatura di temperamento la modifica di alcuni cent dell'intonazione ad es. di una corda, permette comunque un'accordatura "gradevole", ma può cambiare il significato percepito del brano da parte dell'ascoltatore, soprattutto per musica composta ad majorem Dei gloriam (e qui torna Bach e torna il discorso filosofico-religioso che avevo lasciato cadere prima).

Questo ovviamente è stato da me sperimentato all'ascolto, conoscendo qualche musicista che su questo ha ragionato e provato !

Ma allora, tornando al frequenzimetro o al microfono di misura: che differenza c'è tra un'accordatura a 831 Hz (per dire) o a 832 Hz ? Per la fisica sono esattamente la stessa cosa, sia che si introduca correlazione statistica per lo studio, o filtratura recursiva o qualsiasi altro ammennicolo matematico.

Infatti.
(Potrebbe persino essere un problema la effettiva risoluzione dello strumento di misura, nel caso che esponi.)
(Questo è un esempio più che appropriato, solo che difficilmente sarà recepito dagli "epigoni" (nostrani) del Beranek...)
drpaolo ha scritto:E (rifletto ad alta voce) se un battimento qualsiasi in un caotico ambiente di ascolto tradizionale, con caotiche apparecchiature di riproduzione tradizionali, mi alterasse il rapporto aureo percepito tra i toni dell'armonia di un brano e me lo rendesse privo di significato, da significativo che era in origine !? Ciò renderebbe forse ragione al fatto che il primo e più importante portato del sistema MOSS è quello di ridare significato ai brani ascoltati, al di là della pura correttezza degli armonici o della risposta in frequenza.

Ipotesi tutt'altro che da trascurare.

P.S. Ciao Paolo. La caviglia si ripara troppo lentamente per il mio carattere. Tuttavia, avanti. (Grazie).

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