flauto

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flauto

Messaggio da leggereda baby rattle » 27 gen 2009, 12:37

Il flauto può essere dritto o traverso.....

no scusate...ricominciamo.

Il flauto è uno strumento facilmente riproducibile....

no..spetta...ricominciamo.

Il flauto non richiede potenza amplificatoria

non richiede diffusori a prova di MIL e MOL

non richiede requisiti di banda passante

non pone problemi di fattore di smorzamento

non pretende distorsioni armoniche da piccole unità dopo il quarto zero dopo la virgola, è di per se eufonico

non richiede correnti di picco

non richiede alto slew-rate

non richiede efficienza nei trasduttori

non si preoccupa della controreazione a cavallo

i cavi non vanno in crisi per R,L,C destabilizzando l'ampli e tutto il condominio

l'ambiente non satura

i vicini non protestano

la moglie non si isterizza con i boom e zin zinnnnnnn

i figli non chiedono soldi sul più bello del passaggio sonoro

ma.....ALLORA....

perchè non si riesce a sentire bene un flautino che suona?

da solo o in un insieme di orchestra sinfonica?

e se i flauti in riproduzione invece che uno solo fossero diventati sessantaquattro?

o infiniti?

Sarà mica per quello?
.

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vede signor norico nordata, il problema è questo: se io le fornisco le spiegazioni, Lei le capisce?
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ad ogni scheggiatura del suono, ad ogni spigolo dell'onda corrisponde una fitta al cervello!
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Re: flauto

Messaggio da leggereda baby rattle » 27 gen 2009, 13:01

Anche per la chitarra classica è così.

Il violino, il clavicembalo, l'arpa, un quartetto d'archi, un oboe, un fagotto, un pianoforte suonante piano, una tromba, un saffofono, una orchestra sinfonica a basso volume, un complesso rock a basso volume, nessuno richiede parametri elettroacustici da primato.

Ci deve essere qualcosa che non capisco e qualcosa che mi sfugge.
.

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Re: flauto

Messaggio da leggereda baby rattle » 27 gen 2009, 13:53

Mi chiedevo, tempo fa, ma quante sono le voci che ripetono la stessa cosa?

E allora provai a contarle:

una voce per ogni microfono, dalla parte della ripresa quindi

ciascuna di quelle voci viene immessa in ciascuno dei due canali, destro e sinistro (per chiarezza, e per gioco, il canale sinistro sta a sinistra ed il canale destro sta a destra

quindi n voci moltiplicato due

2 n vengono emesse da ciascun altoparlante, trascurando n fa 6 per un tre vie (minimo sindacale, massimo a motivo di conguenza)

ancora moltiplicato due a causa dei centratori dell'altoparlante che sono membrane in vibrazione

moltiplicato due per ciascuna parete del diffusore che di solito, migliore situazione riscontrabile, sono 6

le voci vengono protratte nel tempo a causa del comportamento di ogni parte e quindi è come se altri altoparlanti o mocrofono o dove vogliamo collocare la cosa emettessero la voce originaria

quindi, tralasciando il fatto che nel continuo temporale le nuove sorgenti dovrebbero essere definite come di numero infinito, aggiungiamo una voce per ogni componente

una per ogni resistenza, condensatore, induttanza, fusibile, cavo, presa elettrica, valvola(transistor) chassis, una cartonata per la sorgente analogica e perfino per ogni bicchieretto della vetrina o il servizio buono di bicchieri della nutella.

Queste voci spazzolano le orecchie per una ottantina di volte, mediamente, circolando in ambiente secondo direzioni e con istanti di passaggio del tutto ignoti

Ci deve essere qualcosa che non mi torna, qualcosa che mi sfugge
anche perchè stiamo modellizzando a componenti discreti invece che nel continuo
e stiamo trascurando tutti gli interallacciamenti elettromeccanomagnetici.

SICCHE'!

Poi c'è l'omo audiofilo che tutte queste voci le concia lui nella sua testa!

SICCHE'!

Sicchè tempo fa mi venne l'idea di mettere un poco d'ordine riducendo il numero delle voci e regolandone la circolazione.

E i risultati?

Boh!

Mah!
.

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