Ma come sapete non incenso niente men che meno il mio impianto, piace a me e cio’ mi basta
Ma come sapete non incenso niente men che meno il mio impianto, piace a me e cio’ mi basta
Naturalmente subentra a un certo punto il gusto:
Ho 75 anni e non ho "hélas" mai trovato un negozio hifi che avesse fatto il minimo sforzo per disporre le Bose 901 come si deve. Parlare Bose 901 fà apparire il sorrisetto sapiente ai "gourou" di turno che si son fatti fare il "lifting io sò". Povere caricature del mondo attuale dove la cultura è solo quella delle patate.
Ciao
dadox
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Inviato 2 ore fa
@audio retro Mi ritengo strafortunato, nell’essere riuscito per un pelo a restaurare in via ufficiale le mie. Ultimo upgrade, destinato a durare nel tempo, non più con i tanto criticati altoparlanti con sospensioni in foam, ma con le sospensioni in tela. Dureranno più di qualsiasi attuale forumer vivente
dadox
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Inviato 7 ore fa
@PMV @Elements Ciao. Non sono posizioni conciliabili, purtroppo. Il sistema direct/reflecting, nato negli anni ‘60 è brevettato, quindi nel bene o nel male, adottato soltanto da Bose.
Entrando nel dettaglio, basta un attimo liberare la testa dai canonici concetti di ascolto ai quali ci si approccia di solito, cosa che a qualcuno riesce a schiocco di dita, ad altri invece proprio non riesce.
La 901 non è nata per imporsi come la soluzione a tutte le limitazioni che qualsiasi diffusore tradizionale ad emissione diretta ha, ovvero un unico vertice d’ascolto, bensì la corretta emulazione della percezione sonora di un programma audio come quando si presenzia ad un ascolto live, direttamente in loco. Cosa che nulla a che vedere con il solo ascolto stereofonico.
Chi ha avuto modo di recarsi anche solo occasionalmente che so, ad una serata jazz presso un club, sa di che parlo.
Non più un fattore di materiali, risposte in frequenza, efficienza o palcoscenici ampi o ristretti, ma di una esperienza più vicina alla presenza fisica sul luogo. Che ovviamente, come qualsiasi altro diffusore, migliori sono le elettroniche necessarie al pilotaggio ed alla riproduzione, nonché le incisioni, migliore sarà il risultato. E infatti si arriva al fattore fedeltà timbrica, cioè al percepire gli strumenti nel modo più “vero”.
Nell’audio invece, Amar Bose inseguiva il concetto che per ottenere un diffusore il più perfetto possibile, dovesse riprodurre correttamente e coerentemente (cioè preciso nell’efficacia, ma nel modo più reale possibile) il suono di un violino e l’estremo basso di un organo a canne. Il restante parco strumenti seguirà a ruota.
Lascia stare, molti di loro sono di un’altra generazione, non lo possono capire…
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