ssuriàri

Re: ssuriàri

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2021, 17:14

tran quoc ha scritto:
Serblin sceglieva l'estetica (musicale e non).
Il suo merito è di aver elevato il diffusore acustico ad elemento di arredamento con un certo gusto estetico


scusi...e allora bebbo?
anche ssudioso di arte!

l'essetica,,,l'essetica è funzionale alla funzione, se metti IL LEGNO ti sei pippato la situazione

potevano saperlo serblin e i suoi prr...oggettisti ( chi) con tutta quella sconnessione e rincollatura strutturale?

attento adesso al filtro GIOVANNI:

se serblin avesse avuto qualcuno che gli diceva come fare la cassa, lo avrebbe seguito?

serbin non segue, precede?

e giovanni + figli eredi giovanni?
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Re: ssuriàri

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2021, 17:16

PESANTI SCIENZIATI ci sono oggi in casa sonus faber
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Re: ssuriàri

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2021, 17:18

cioè...è uno scherzo?
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Re: ssuriàri

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2021, 17:21

NomeUtente ha scritto: ↑oggi, 12:46
In pratica almeno 10/15 anni di studi.
Se prendo il Merhaut (Theory of Electroacoustics - Mc Graw Hill) sono 317 pagine numerate. Manca tutta la parte di elettronica, psicoacustica, marketing, sviluppo sw & hw, falegnameria, tornitura, stampaggio, disegno tecnico, sicurezza macchine, taglio fili elettrici e crimpatura faston, ecc. ... hanno sbagliato il titolo?
'Ste ditte non possono accontentarsi di uno studente che si e' sparato cinque anni di universita' o politecnico e un corso in acustica dal Farina?


guardi,
il punzo filippo da noi è il maximo, poi ci sono gli equiparati!

tutti spontanei
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Re: ssuriàri

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2021, 17:25

In pratica almeno 10/15 anni di studi.


ce ne siino 180 di ssudi mondiali, a partire dall'onesto teoreme del pupo fourier

risultati di mera e semplice impostazione del pobblema?

farina?

quello con quella faccia lì?

e il suo SEGRETARIO in aes italica è il majandi?
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Re: ssuriàri

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2021, 17:28

che errore c'è, UNO DEI MAXIMI della storia del genere umano, che INTEDICE qualunque possibilità relativa al suono, nell'onesto teorema del pupo fourier?

non lo sai!

e vuoi fare l'aifai?
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Re: ssuriàri

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2021, 17:35

A mio parere il modello "prendi un ingegnere meccanico/elettronico e formalo in azienda" ha il difetto di non produrre un know how condiviso che è poi quello che dovrebbe offrire un corso universitario. Il rischio è quello di reinventare la ruota e trovarsi con dieci definizioni diverse degli stessi principi e concetti.


un esempio di facocero della cazzata rustica

SOR COSO,
lo sa cosa è un brevetto?

per SENTENZA di carnevale corrado imboccato da coso, è qualcosa non immadiatamente deducibile da un corso di studi universitario, SENTENZA che mancava da tutta la storia dei brevetti

lo sa quenti brevetti si fanno al mondo ogni anno?

chi AGGIORNA i professori universitari?
maciniamo il vecchiume?
si facci RICERCA?

mi dichi cosa ci sii di nuovo in 180 anni di acustica fourier

e siccome è da spazzar via perchè NON IDONEA e DEMENZIALE ( quali pesaventesca), dimme te!
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Re: ssuriàri

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2021, 17:35

produrre un know how condiviso


stasera scoreggio per una mezz'ora al chiaro di luna
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Re: ssuriàri

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2021, 17:38

....la interrogo



Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
la vita del pastore.
Sorge in sul primo albore;
move la greggia oltre pel campo, e vede
greggi, fontane ed erbe;
poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
al pastor la sua vita,
la vostra vita a voi? dimmi:ove tende
questo vagar mio breve,
il tuo corso immortale?

Vecchierel bianco, infermo,
mezzo vestito e scalzo,
con gravissimo fascio in su le spalle,
Per montagna e per valle,
Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
al vento, alla tempesta, e quando avvampa
l'ora, e quando poi gela,
corre via, corre, anela,
varca torrenti e stagni,
cade, risorge, e più e più s'affretta,
Senza posa o ristoro,
lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
colà dove la via
e dove il tanto affaticar fu volto:
abisso orrido, immenso,
ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
è la vita mortale.

Nasce l'uomo a fatica,
ed è rischio di morte il nascimento.
Prova pena e tormento
per prima cosa; e in sul principio stesso
la madre e il genitore
il prende a consolar dell'esser nato.
Poi che crescendo viene,
l'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre
con atti e con parole
studiasi fargli core,
e consolarlo dell'umano stato:
altro ufficio più grato
non si fa da parenti alla lor prole.
Ma perché dare al sole,
perché reggere in vita
chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita è sventura,
perché da noi si dura?
Intatta luna, tale
è lo stato mortale.
Ma tu mortal non sei,
e forse del mio dir poco ti cale.

Pur tu, solinga, eterna peregrina,
che sì pensosa sei, tu forse intendi,
questo viver terreno,
il patir nostro, il sospirar, che sia;
che sia questo morir, questo supremo
scolorar del sembiante,
e perir dalla terra, e venir meno
ad ogni usata, amante compagnia.
E tu certo comprendi
il perché delle cose, e vedi il frutto
del mattin, della sera,
del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
rida la primavera,
a chi giovi l'ardore, e che procacci
il verno co' suoi ghiacci.
Mille cose sai tu, mille discopri,
che son celate al semplice pastore.
Spesso quand'io ti miro
star così muta in sul deserto piano,
che, in suo giro lontano, al ciel confina;
ovver con la mia greggia
seguirmi viaggiando a mano a mano;
e quando miro in cielo arder le stelle;
dico fra me pensando:
a che tante facelle?
Che fa l'aria infinita, e quel profondo
infinito seren? che vuol dir questa
solitudine immensa? ed io che sono?
Così meco ragiono e della stanza
smisurata e superba,
e dell'innumerabile famiglia;
Poi di tanto adoprar, di tanti moti
d'ogni celeste, ogni terrena cosa,
girando senza posa,
per tornar sempre là donde son mosse;
uso alcuno, alcun frutto
indovinar non so. Ma tu per certo,
giovinetta immortal, conosci il tutto.
Questo io conosco e sento,
che degli eterni giri,
che dell'esser mio frale,
qualche bene o contento
avrà fors'altri; a me la vita è male.

O greggia mia che posi, oh te beata,
che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
non sol perché d'affanno
quasi libera vai;
ch'ogni stento, ogni danno,
ogni estremo timor subito scordi;
Ma più perché giammai tedio non provi.
Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe,
tu se' queta e contenta;
e gran parte dell'anno
senza noia consumi in quello stato.
ed io pur seggo sovra l'erbe, all'ombra,
e un fastidio m'ingombra
la mente, ed uno spron quasi mi punge
sì che, sedendo, più che mai son lunge
da trovar pace o loco.
E pur nulla non bramo,
e non ho fino a qui cagion di pianto.
Quel che tu goda o quanto,
non so già dir; ma fortunata sei.
Ed io godo ancor poco,
o greggia mia, né di ciò sol mi lagno.
Se tu parlar sapessi, io chiederei:
dimmi: perché giacendo
a bell'agio, ozioso,
s'appaga ogni animale;
me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale?

Forse s'avess'io l'ale
sa volar su le nubi,
e noverar le stelle ad una ad una,
o come il tuono errar di giogo in giogo ,
più felice sarei, dolce mia greggia,
più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:
Forse in qual forma, in quale
stato che sia, dentro covile o cuna,
è funesto a chi nasce il dì natale.
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Re: ssuriàri

Messaggio da leggereda tran quoc » 16 lug 2021, 17:43

postumi per bon bon

Ma tu mortal non sei,
e forse del mio dir poco ti cale.


chioso di mio: come TESTADICAZZO il bon bon è davvero eterno

e ARCHETIPO
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