Timing

Timing

Messaggio da leggereda Luca » 14 ago 2009, 8:46

Buona giornata,
vorrei chiederVi la vostra opinione su un parametro che vedo spesso chiamato in causa nelle recensioni dei componenti Hi-Fi. Spesso si parla di "Timing" che comunemente viene tradotto come "Senso del Ritmo" o "Senso del Tempo". Esempio tipici e rappresentativi sono frasi come:
- ... l'abbinata braccio+giradshchi "xxx+yyy" è potente ma il senso del tempo non è assolutamente preciso...
- ... Il senso del tempo del lettore "xyz" alle alte frequenze appartiene ad una razza superiore rispetto a molte sorgenti digitali...

Torno alla richiesta iniziale: La Vs. opinione sul temnine "Timing". Le domande drammaturgiche sono:
- Il"Timing" (o "Senso del Ritmo" o "Senso del Tempo") è un parametro che ha senso prendere in cosiderazione o è una delle parole no-sense che ribalzano nel mainstream dell'Hi-Fi?
- Indipendentemente che si tratti di un contesto oggettivo o soggettivo, il "Timing", è un parametro che può essere meglio definito?
- Ovvero, in serie alla domanda precedente, cosa si intenderebbe (oppure "cosa si dovrebbe intendere") per "Timing", quando si ascolta, oppure, perchè no, quando si misura per via strumentale un sistema Hi-Fi?

Thanks
Luca
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Re: Timing

Messaggio da leggereda sponsor » 28 ago 2009, 8:29

Il termine timing, o senso del tempo, o senso del ritmo, viene spesso usato nel recensorismo, ma non saprei dire cosa si intenda esattamente: potrebbe essere una cosa molto profonda (ma ne dubito) oppure una banalità nata dalla costante ricerca di vocaboli suggestivi.
Il "tempo" di cui spesso si parla qui è legato alla "sequenza", ovvero al susseguirsi-fluire temporalmente ordinato di qualcosa che potrei chiamare "micro-eventi" sonori che, secondo alcune teorie e secondo quanto sperimentato, porta con se la percezione di massima verosimiglianza e di significato rispetto all'evento sonoro originario.
Per fare un esempio di sequenza (magari ce ne sono di migliori): la lingua parlata è costituita da una sequenza ordinata di suoni (semplici lettere? no, direi sillabe) e la comprensione del linguaggio richiede che ogni suono sia riconosciuto come tale e che sia anche riconosciuta la sua posizione temporale nella sequenza. A volte basta non riconoscere una sola sillaba, oppure equivocarla, per perdere completamente il significato di tutto un discorso o addirittura cambiarne profondamente il senso anche rispetto a tutto quanto ascoltato fino a quel momento. Quindi in realtà il significato non è acquisito una volta per tutte, ma deve essere continuamente confermato nel tempo da ciò che segue. Questo è vero anche nella musica, che gestisce comunque un "alfabeto" sonoro e che sviluppa discorsi ben precisi (temi).
L'umorismo si basa in larga misura su questo: a volte basta davvero cambiare una sillaba per trasformare il tragico in comico e ribaltare un discorso, che sembrava fino a quel momento tragico, in una farsa.
Questi eventi, dal punto di vista semantico "catastrofici", non hanno spesso una realtà fisica autonoma, insomma non esistono e quindi non sono "misurabili". Sempre restando in ambito linguistico, la perdita di una sillaba può essere dovuta a tante motivazioni. Posso magari verificare con un analizzatore di spettro che fisicamente il suono di quella sillaba è stato emesso dal mio interlocutore nell'ordine sequenziale giusto, posso verificare che il suo spettro era molto buono, ma...
se c'era contemporaneamente un suono anche molto più debole che ha catturato la mia attenzione (attenzione differenziale), se mentre l'interlocutore parlava mi sono distratto, se non sono "culturalmente" in grado di recepire correttamente la pronuncia dell'interlocutore, se mentre l'interlocutore parlava mi sono rischiarato la gola...
se poi addirittura oltre al mio interlocutore ne ho altri cento, mille o diecimila che in leggerissimo fuori sincrono e a voce bassissima pure bisbigliano lo stesso discorso... o ce n'è uno che strilla uguale ma magari essendo disposto alle mie spalle...
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Re: Timing

Messaggio da leggereda baby rattle » 28 ago 2009, 9:42

La percezione del "timing" è un passaggio intermedio nel riconoscimento e nella statuizione della categorie di osservazione per formulare i giudizi di valore e può diventare fuorviante.

La percezione del timing avviene attraverso l'attenzione alle accentazioni sonore che come tali portano fuori strada, la categoria di osservazione corretta è il CONTESTO SONORO e MUSICALE, il sistema deve trasmettere la sensazione di essere li PER ASCOLTARE QUELLA COSA e non essere li per caso o addirittura esterni a quanto accade.

Non trattasi di coinvolgimento, condizione di forzatura proveniente esclusivamente da chi ascolta, trattasi di stare come un pisello dentro il baccello secondo l'esilarante gag di Stanlio ed Ollio.

Se il sistema crea il contesto sonoro e musicale e fino a che grado lo si apprezza meglio ascoltando in successione musiche completamente diverse tra loro e valutando come ci si sta rapportati; condizione costitutiva ed indispensabile è percepire strumenti che suonano nel loro ambiente di origine condizione ad oggi impossibile e quindi inesistente in qualsivoglia impianto che non abbia eliminato o fortemente ridotto abnormi errori di sistema.
.

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vede signor norico nordata, il problema è questo: se io le fornisco le spiegazioni, Lei le capisce?
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Re: Timing

Messaggio da leggereda baby rattle » 28 ago 2009, 9:47

Contesto sonoro e musicale trova equivalente esemplificativo nel "chiaro di luna"; ricreare il chiaro di luna senza la luna e senza il chiaro rende il paesaggio e l'atmosfera alquanto aliena e poco ispiratrice di sospirosi scambi amorosi.
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