iano
Iscritto il: 12/07/2017, 21:47
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Messaggio Re: Concretezza del suono
Non credo di essere riuscito ad acchiappare l'essenza di questa discussione.
Credo che la musica,in quanto organizzazione di note,sia un linguaggio che veicola potenzialmente un messaggio.
Nel linguaggio parlato sebbene ogni parola sembri avere un significato preciso,in effetti il significato di ogni parola viene precisato dal contesto .
Ogni parola in se quindi non sembra avere un significato preciso.
Il fatto stesso che per definire il significato di un termine occorra usare altri termini,ci dà la sensazione di una circolarità sospetta e ci suggerisce che il significato di un termine non sembra avere una concretezza di per se.
È il modo in cui il termine appare all'interno della organizzazione della frase a suggerircene un significato,che non sarà necessariamente lo stesso per chi la frase ha composto.
Questa discussione stessa è un esempio di come si possa "fare a non capirsi",e questo tutto sommato dovrebbe apparire normale,essendo la conseguenza logica di quanto sopra detto.
Dovrebbe quindi apparire miracoloso il fatto che quasi sempre ci si capisce bene invece,nonostante tutto.
La musica,grazie alle canzoni,è fatta anche di parole.
La comprensione del messaggio veicolato dal testo è molto variabile in relazione al diverso modo di riprodurlo.
Nella mia esperienza però,se escludiamo i casi in cui non si capisce il,testo,come a teatro dove per la lirica si usano i libretti,oppure nei casi in cui la registrazione/riproduzione è da censurare,non si ha mai l'impressione di non comprendere il significato,o meglio il messaggio veicolato,fin quando ti trovi a valutare lo stesso messaggio attraverso due riproduzioni diverse.
Questa valutazione nella mia esperienza può variare di molto.
Si passa in un caso ad una migliore comprensione,e in un altro ad avere a che fare con due messaggi che sembrano del tutto diversi.In effetti a volte la riproduzione di una sfumatura tonale diversa cambia il significato di una frase,proprio come avviene nel linguaggio parlato,oppure semplicemente pone maggiormente alla nostra attenzione una data parola.
Fra tutte queste queste alternative è possibile fare una scelta soggettiva,la cui valutazione può andare dalle stelle alle stalle,e per me è sempre stato un modo indiretto di valutare,se non la fedeltà dell'impianto,il fatto che il,dato impianto stia facendo il proprio dovere,che è quello di veicolare messaggi,apparentemente ben definiti facendo uso di parole,e apparentemente non ben definiti facendo uso di note,che possono addurr o meno emozioni.
Insomma all'inizio della catena di produzione/registrazione del suono c'è un messaggio e/o un emozione e alla fine,se tutto va bene c'è un messaggio e/o un emozione che poco o molto possono aver a che fare con ciò da cui si è partiti,e per chi quel messaggio emozione ha provato a veicolare questo potrebbe essere un problema,ma fa parte del gioco.
Un amico pianista mi ha detto,con mia sorpresa,che il suono del piano dal suo punto "privilegiato" di ascolto non è un granché,ma che il piano non è fatto per dar piacer a lui,ma agli ascoltatori,e che la sua vera gratificazione è percepire un feedback positivo dal pubblico,che sarà differenziato anche in base alla diversa posizione degli ascoltatori,dal che riesce a percepire la qualità e le peculiarità dell'ambiente di ascolto.
In conclusione se si può estremizzare dicendo che non esiste una concretezza nel linguaggio parlato,non stiamola,cercare nella musica riprodotta.
Nel tentare di riprodurre la musica cercheremo di seguire prassi consolidate se dobbiamo dare conto a un vasto pubblico e alla fine sarà il pubblico a darci il feedback.Se il feedback è positivo la prassi ne uscirà ancor più consolidata.
Una concretezza relativa.
Ma forse davvero non ci ho capito nulla.Sara perché il linguaggio scritto è quel che è.
Ditemi,o riditemi voi.
http://audioitalia.mondoforum.com/viewt ... 0c6#p10571
se un tale strampalato RUMINE può scrivere cose cosi intelligenti e così cretine allo stesso tempo, esso CERTIFICA la morte vivente dei predestinati ad un destino infame di disagio mentale con gioia e spesa dei costi
è il canto lugubre del destino bebbo, neppure còrciulo potrà ribaltare il futuro