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Re: rivista on line

Messaggio da leggereda misureaudio » 5 feb 2010, 10:52

Per meglio comprendere la "originalità" del programma tecnico esposto sul numero zero, lo si confronti punto per punto con i contenuti corrispondenti già ben esposti sul sito di Klippel.

http://www.klippel.de/

Fatto ciò, rileggere con molta attenzione quanto ha appena scritto baby rattle.
Esercizio: individuare quali siano (e a chi appartengano) le vere novità...

Mi permetto un osservazione di merito, sintetica: l'operazione editoriale in oggetto mi sembra tanto ben pensata a tavolino, quanto destinata alla totale e sconsolante resilienza rispetto alla consolidata tradizione che leggiamo da trent'anni. L'acquisto di un analizzatore Klippel non può favorire alcuna metempsicosi (tantomeno avente Paolo Nuti come target). Ciò analogamente alla circostanza dell'acquisto di una 458 Italia: non permette comunque di auto-invitarsi a colazione in casa Schumacher...
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Re: rivista on line

Messaggio da leggereda baby rattle » 5 feb 2010, 11:24

misureaudio ha scritto:Per meglio comprendere la "originalità" del programma tecnico esposto sul numero zero, lo si confronti punto per punto con i contenuti corrispondenti già ben esposti sul sito di Klippel.

http://www.klippel.de/

Fatto ciò, rileggere con molta attenzione quanto ha appena scritto baby rattle.
Esercizio: individuare quali siano (e a chi appartengano) le vere novità...

Mi permetto un osservazione di merito, sintetica: l'operazione editoriale in oggetto mi sembra tanto ben pensata a tavolino, quanto destinata alla totale e sconsolante resilienza rispetto alla consolidata tradizione che leggiamo da trent'anni. L'acquisto di un analizzatore Klippel non può favorire alcuna metempsicosi (tantomeno avente Paolo Nuti come target). Ciò analogamente alla circostanza dell'acquisto di una 458 Italia: non permette comunque di auto-invitarsi a colazione in casa Schumacher...



Inserisco qui, completamente OT, quello che ho letto recentemente su: Spirito dell'utopia, di Ernst Bloch; credo che si possa comprendere meglio come il mezzo tecnico non può essere lasciato a se stesso, anche in assenza della nuova formulazione di scienza; abbandono del tutto evidente con totale conseguente alienazione del fruitore che è stato estromesso sotto ogni aspetto togliendogli il diritto di capire e di scegliere.

"Non ascoltiamo che noi stessi. (pag. 124)
....
Molti ascolterebbero più facilmente se sapessero come parlarne. Ciò dipende dal fatto che il sentire umano è insicuro e distratto. Gli uomini sono fatti per sentirsi a casa propria solo sul piano della comunicazione.Vogliono avere i mezzi con cui mettere in ordine il loro sentire, giacchè questo richiede una minore partecipazione e un minore impegno personale e la mancanza di comprensione può essere cambiata e commutata in qualcosa d'altro o sostituita sul piano astratto."

Credo che si colga l'abisso, il vuoto, lo scempio compiuto in tutti questi decenni da mezzi di informazione che non hanno saputo o voluto elevarsi ed affrancarsi da una presentazione più o meno festante di prodotti nei quali non c'è un briciolo di scienza e di cultura.
.

Raphaèl maì amècche zabì almi
vede signor norico nordata, il problema è questo: se io le fornisco le spiegazioni, Lei le capisce?
se comprimi l'aria ti sei pippato l'onda
ad ogni scheggiatura del suono, ad ogni spigolo dell'onda corrisponde una fitta al cervello!
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Re: rivista on line

Messaggio da leggereda ciofne » 5 feb 2010, 15:49

Non quoto nessuno perchè dovrei quotarvi tutti.
Io sono daccordissimo con le vostre osservazioni, e ognuna di esse se messe in pratica potrebbe essere un buon punto per ricostruire, per ripartire.
Ma, per realizzare le condizioni di qualsiasi vero cambiamento, occorre attuare le misure di correzione, e occorre farlo con i fatti.
E occorre soprattutto che il diretto interessato abbia comprensione che c'è da rimediare ad errori di ampizza infinita.

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Re: rivista on line

Messaggio da leggereda ciofne » 5 feb 2010, 16:47

Siamo nella condizione di:
aspettarsi che un cinese impari da solo l'italiano, ma se il cinese non conosce neanche l'esistenza della lingua Italiana, c'è poco da sperare.
é come dire "le querce non fanno i limoni".
Insomma c'è da restituire il significato alle parole, e non sarà fatto dagli stessi che lo hanno stravolto,
che questo sia avvenuto in buona o in cattiva fede, poco importa il risultato è sempre lo stesso.
C'è da cambiare la formazione, l'allenatore, il modulo di gioco, il pallone, le scarpette, la maglia, gli spogliatoi, il campo, la tribuna, le luci per la notturna, il massaggiatore, il raccattapalle, l'accompagnatore, e anche l'arbitro.

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Re: rivista on line

Messaggio da leggereda baby rattle » 5 feb 2010, 18:22

ciofne ha scritto:Siamo nella condizione di:
aspettarsi che un cinese impari da solo l'italiano, ma se il cinese non conosce neanche l'esistenza della lingua Italiana, c'è poco da sperare.
é come dire "le querce non fanno i limoni".
Insomma c'è da restituire il significato alle parole, e non sarà fatto dagli stessi che lo hanno stravolto,
che questo sia avvenuto in buona o in cattiva fede, poco importa il risultato è sempre lo stesso.
C'è da cambiare la formazione, l'allenatore, il modulo di gioco, il pallone, le scarpette, la maglia, gli spogliatoi, il campo, la tribuna, le luci per la notturna, il massaggiatore, il raccattapalle, l'accompagnatore, e anche l'arbitro.

Valter



Tra le cose che mi lasciano perplesso c'è il linguaggio; non puoi parlare ad un francese come parli ad un tedesco o ad un giapponese, le parole, le metafore sono evocative ed appartengono a ciascuna cultura; su cosa contano, sull'appiattimento del linguaggio americano nato con l'underground sfociato poi nell'aiend e che qualcuno ha abbondantemente sfruttato anche da noi fin dalla metà degli anni 80?

Come dice Valter se non rinnovi il linguaggio e se non parli come mangi il messaggio non arriva, come hanno affrontato e risolto il doppio problema?

Io non ho ancora letto nulla.
.

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Re: rivista on line

Messaggio da leggereda sazo » 6 feb 2010, 9:36

Io ho letto qualcosa non tutto,ma abbastanza da capire che grosso modo "se non è zuppa è pan bagnato"come si dice dalle mie parti.Non entro nel merito delle misure che lascio a persone più competenti di me giudicare,però l'impressione generale(non si può sapere se in futuro cambierà....) è di un linguaggio un po' addomesticato,leggermente diverso, ma dai toni recensori conosciutissimi e dopo un po' mi annoia la lettura.Però mi viene un dubbio,oltre alle parti in causa(i recensori/giornalisti),che non siano proprio gli audiofili che vogliono sentirsi dire le stesse cose sempre (io li vedo nel mio piccolo).In fin dei conti è un mercato anche questo,d'accordo piccolissimo,però se c'è una domanda il mercato risponde.........

In una parola gli audiofili sono masochisti?
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Re: rivista on line

Messaggio da leggereda misureaudio » 9 feb 2010, 13:18

Ecco una lista di clienti che potrebbe far riflettere:

http://www.klippel.de/customer.asp

Si tratta di coloro (industrie o persone fisiche) che utilizzano i sistemi di analisi Klippel.

Mi dico: molte di queste industrie avranno acquisito la tecnologia di misura Klippel da qualche anno, oramai. Probabilmente questo accadde prima che tale tecnologia fosse adottata, anche. da TAA. Ora, a scorrere il sito di Klippel, se parliamo di misure fisiche e non di come suona la Musica, vediamo ben riorganizzati, alla luce delle moderne implementazioni informatiche e dell'attuale mostruosa potenza di calcolo disponibile a chi talora non sa come usarla, tanti contenuti di ricerca noti da almeno trent'anni.
Vedo anche che convivono nella lista dei clienti Klippel nomi come Magnat, Polk, Bowers & Wilkins. Mi chiedo, ulteriormente: è con le tecnologie che servono in produzione a tre marchi tanto differenti che una rivista crede di pubblicare alcunché di significativo circa la effettiva compatibilità di una cassa con la Riproduzione della Musica? E se le recensioni le scrivessero, già che ci siamo, Matthew Polk, John Bowers, Magnat gmbh? Perché no? Stesse tecnologie di analisi e prodotti diversissimi tra loro, in senso musicale, provenienti da chi, quelle tecnologie, le adotta in produzione. E pensano, con quelle stesse tecnologie, di farci una Rivista del Rinascimento Audio? Ma a che pro, per Magnat o Bowers & Wilkins, farsi dire, alla luce di tecnologie di misura così "musicalmente" efficaci e correlabili, da una rivista, quali siano i difetti (musicali) del proprio prodotto, già lanciato sul mercato dopo essere stato progettato e verificato con quella identica tecnologia di misura? Per fortuna che l'esistenza di antinomie e paralogismi ce la insegnano i Filosofi...
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Re: rivista on line

Messaggio da leggereda baby rattle » 9 feb 2010, 13:48

misureaudio ha scritto:Ecco una lista di clienti che potrebbe far riflettere:

http://www.klippel.de/customer.asp

Si tratta di coloro (industrie o persone fisiche) che utilizzano i sistemi di analisi Klippel.

Mi dico: molte di queste industrie avranno acquisito la tecnologia di misura Klippel da qualche anno, oramai. Probabilmente questo accadde prima che tale tecnologia fosse adottata, anche. da TAA. Ora, a scorrere il sito di Klippel, se parliamo di misure fisiche e non di come suona la Musica, vediamo ben riorganizzati, alla luce delle moderne implementazioni informatiche e dell'attuale mostruosa potenza di calcolo disponibile a chi talora non sa come usarla, tanti contenuti di ricerca noti da almeno trent'anni.
Vedo anche che convivono nella lista dei clienti Klippel nomi come Magnat, Polk, Bowers & Wilkins. Mi chiedo, ulteriormente: è con le tecnologie che servono in produzione a tre marchi tanto differenti che una rivista crede di pubblicare alcunché di significativo circa la effettiva compatibilità di una cassa con la Riproduzione della Musica? E se le recensioni le scrivessero, già che ci siamo, Matthew Polk, John Bowers, Magnat gmbh? Perché no? Stesse tecnologie di analisi e prodotti diversissimi tra loro, in senso musicale, provenienti da chi, quelle tecnologie, le adotta in produzione. E pensano, con quelle stesse tecnologie, di farci una Rivista del Rinascimento Audio? Ma a che pro, per Magnat o Bowers & Wilkins, farsi dire, alla luce di tecnologie di misura così "musicalmente" efficaci e correlabili, da una rivista, quali siano i difetti (musicali) del proprio prodotto, già lanciato sul mercato dopo essere stato progettato e verificato con quella identica tecnologia di misura? Per fortuna che l'esistenza di antinomie e paralogismi ce la insegnano i Filosofi...




Per affrontare il capitolo misure ci vuole, aimeh, la modellizzazione a componenti perfetti dell'intero sistema e di ogni singola parte considerando il sistema non invariante, modellizzazione che al mondo ha solamente moss.
Le misure non sono fuori gioco, le misure possono servire nell'ambito della "sperimentazione" ovvero di verifica di una ipotesi/tesi, verifica da effettuare in condizioni controllate ovvero in assensa di errori sistematici di dimensione di gran lunga superiore alla grandezza osservata.
Il tipo di misure che intendo sono osservabili ad esempio nell'ambito della Formula 1; ammettiamo di volere più carico aereodinamico, isolando il tale parametro andiamo a misurare certe cose confrontandole con lo stato della tecnica, la cosa non finisce l' però si può e si deve fare.
Consideriamo che attorno ad una formula 1 che vuole essere vincente, per fargli fare meglio cose del tutto note, ci son dietro 500 persone a tempo pieno per tutto l'anno.
Nel nostro mondo si vede subito cosa manca, la capacità/possibilità di isolare un solo elemento, cosa impossibile senza una modellizzazione dell'insieme fatta al riparo di errori madornali, e la conoscenza dello stato della tecnica.
La attuale conoscenza circolante di cosa sia un sistema per riprodurre suoni musicali mi fa affermare, senza tema di smentita, che siamo in una fase pre-scimmiesca!
E non sono certo qui a fare sensazionalismo!
Non dimentichiamo che non sappiamo perchè due semplici resistenza o due pezzetti di filo di 10 cm di lunghezza provocano i fenomeni che si osservano, ecco che dunque la scimmia deve ancora scendere dall'albero per quanto riguarda l'impiego di una semplice resistenza per elaborare segnali relativi al suono musicale.
Non dimentichiamo che il digitale, pur regolato da teoremi di scienza e da misure che mostrano l'intero processo come perfetto, è ad oggi un mistero scientifico nel suo non suonare come l'imperfettissimo vinile.
Con dr Paolo stiamo indagando e trafficando!
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Re: rivista on line

Messaggio da leggereda baby rattle » 9 feb 2010, 14:00

Con riferimento al tema del thread, la rivista TAA, non si può che ripetere quello che affermò dr Paolo: è una occasione perduta!
Proviamo a immaginare cosa sarebbe mettere certi argomenti sul tavolo dei direttori delle maggiori riviste internazionali, ci sarebbe da far festa tutto l'anno e finalmente cominciare con questa benedetta disciplina di voler riprodurre i suoni musicali.
Ho scritto direttori delle riviste perchè non si può pensare di veicolare il nuovo da una qualsivoglia postazione isolata, considerazione che ha fatto decadere l'idea di metterci con gli amici di questo forum ad editare questi contenuti; la novità e la portata sono tali da non poterli cantare con una bocca sola; ci vuole un concerto, una corale, e questo concerto lo può dirigere una sola persona di cui non faccio il nome ma si capisce a chi mi riferisco.
Vedremo se sarà possibile fargli esaminare la partitura e se vorra dirigerlo, qui dentro vedo dei buoni professori d'orchestra.
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Re: rivista on line

Messaggio da leggereda baby rattle » 15 feb 2010, 10:02

Scaricato e letto la rivista, nessuna difficoltà seguendo le istruzioni.

Molto leggibile come presentazione grafica non mi è sembrato esserlo nei contenuti, una stanca ripartenza di una vecchia nenia; il bambino dell'aifai si fece cullare dalle meravigliose promesse, il vecchio dell'aifai non puoi cullarlo con l'idea che domani sarà il giorno dei buoni ed abbondanti doni, o gli dici che oggi è il momento di cominciare e gli indichi come e perchè o non ti crede più!

Le ambizioni del nicoletti di portare alcunchè di innovativo e significativo sono davvero risibili, non mi viene altro termine più leggero, naturalmente costituiscono il solito falso di scienza.
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