Minidiffusori

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Minidiffusori

Messaggio da leggereda sponsor » 10 set 2009, 8:09

Parlando al telefono ieri sera con Lorenzo, ricordavamo un passaggio epocale in questo mondo audio che, pur corrispondendo a un vasto successo commerciale, è stato sostanzialmente "perso" come opportunità per capire alcuni fenomeni. Mi riferisco al boom dei minidiffusori.
La mia prima copia dell'annuario Suono è quella di Settembre 1978 (quindi sono passati 31 anni!). Ogni tanto me la sfoglio: ebbene c'erano già alcuni prodotti che avrebbero negli anni seguenti fatto la storia dell'audio. Mi riferisco in particolare alla Rogers Ls3/5a: ricordo che all'epoca guardavo con sufficienza un prodotto piuttosto caro con un woofer da 11 cm, mentre ero molto attratto dalle grandi Klipsch, Jbl, etc.
Poi alcuni anni dopo (nel 1986 mi pare) ne comprai una coppia per realizzare un impianto secondario in una piccola stanza: mi accorsi ben presto che le mie preferenze di ascolto migrarono nel giro di pochi giorni dalle grandi Jbl 4333 alle piccole Ls3/5a, e la cosa mi lasciò stupefatto. Era chiaro che le piccole avevano una marcia in più anche se sulla carta, in termini di prestazioni pure, il confronto era improponibile. Questa dicotomia non è mai stata ufficialmente approfondita o risolta. Ancora oggi quando si leggono interventi sui forum o articoli di riviste ci si arrampica sugli specchi per giustificare il grande successo dei minidiffusori in free standing e si assumono atteggiamenti spesso canzonatori nei confronti di chi ha prediletto questa forma di ascolto: si parla di moda, ascolto "ruffiano", piccoli diffusori per piccoli ambienti, scarsa abitudine all'ascolto dal vivo, etc.
Insomma il mondo si sbaglia: il fatto che le Ls3 usate si vendano a peso d'oro, che abbiano uno tra i più alti giudizi di valore su siti che riportano il giudizio di chiunque lo voglia esprimere (come audioreview.com) non conta.
Invece di interrogarsi sul perché un oggetto simile, con tutti i limiti strumentali che ben sappiamo, abbia un tale indice di gradimento all'ascolto si è preferito negare la realtà ovvero, altro estremo, dar libero sfogo all'anarchia recensoria.
Qui credo stia gran parte della malattia di questo mondo, che preferisce negare l'altrui percezione (non conta il modo: la si nega sia appellandosi all' "oggettività" di certe misure sia dall'altro estremo ergendosi a recensore unico e sommo) piuttosto che partire dall'analisi fenomenologica per cercare di capire cosa accade.
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Re: Minidiffusori

Messaggio da leggereda baby rattle » 10 set 2009, 10:43

L'unica rivoluzione che ha visto il mondo della riproduzione dei suoni, escluso moss, è stata quella del diffusore free-standing, avvenuta , si può dire, inconsapevolmente e rimasta pressochè oscura nei contenuti con eccezione di quelli prestazionali per chi ha voluto prestare orecchio.

FORSE (sono invero tante ed equipollenti) la più grande questione della riproduzione dei suoni è il trasferimento del suono dal diffusore al cervello, in questo tragitto si crea il secondo evento spazio temporale e si genera il caos, in funzione di ridurre gli errori di sistema l'emissione free-standing è di per se la soluzione, non basta questa sola condizione, ci vuole la rigidezza dinamica e l'eliminazione dell'onda posteriore più tutta la creazione della storia spazio temporale a verifica di congruenza ma quella condizione è sine qua non!

Io negli anni 70 avevo le Patrician Electrovoice multiamplificate e spalmavo sul divano ogni malcapitato (c'è chi vuole farlo 30 anni dopo!), a quei tempi la passione era fresca ed incontaminata, e quando mi capitò di ascoltare delle AR 6 non mi davo pace su quanto sentivo in determinate circostanze sonore; erano tempi troppo preistorici e l'ascolto era pressochè rudimentale, ma il seme era gettato sul terreno.

Resta il fatto che i bassi emessi dalle LS3/5 sono eccessivi, sono eccessivi quelli non attribuiti, ascoltare dei bassi di qualche LS3/5 con i bassi che cominciano ad essere attribuibili allo strumento che li ha emessi è una esperienza che smuove.

Ascoltare uno "strumento che suona note basse" è uno degli approdi della riproduzione dei suoni e non c'è livello sonoro che possa produrre una sensazione più forte!
.

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Re: Minidiffusori

Messaggio da leggereda misureaudio » 10 set 2009, 12:20

Mi associo con piacere. Le LS3/5a Rogers di prima generazione sono stabilmente a casa mia. Così come le ATC SCM 10, le Avalon Mixing Monitor. Tutte mi hanno ripagato con una conveniente e piacevole riproduzione, con buona conservazione dei contenuti musicali che invio loro. Capita a volte una voglia di Avantgarde, tuttavia di voglia minoritaria e coesistente si tratta, che la Musica riprodotta con Elevato e Dovuto Rispetto torno sempre a sentirla dai miei mini. Non risolvono tutti i problemi, come fa notare Lorenzo. Tuttavia quanta nebbia VIA... (Come dicono alcuni recensori? Era nebbia di oppiacei? Piace quella nebbia? Ah,ok, ho appena dato una scorsa ai listini. Capisco...)
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Re: Minidiffusori

Messaggio da leggereda ciofne » 10 set 2009, 13:17

Giusto a testimonianza di come e cosa ascoltavamo a giro nei negozi, dico la mia, quello che ho visto.
Mai, dico, mai un negoziante mi abbia fatto ascoltare o solamente proposto di prendere in considerazione un diffusore tipo scatola da scarpe, questo era il termine con cui le identificavano, di solito...
E devo essere sincero a conseguenza di ciò neanche io avevo una grande conoscenza e interesse dei vari modelli in produzione.
L'unico posto in cui mi sono imbattutto e ho potuto ascoltare qualche realizzazione di 2 vie è stata la Digitex, noto rivenditore di componentistica audio, il quale tra l'altro rimarcava molto il concetto che "fatto un ottimo 2 vie" risultava assai arduo superarlo con un 3 vie,
a quanto pare il riferimento per giudicare non erano i semplici numeretti tutti favorevoli al 3vie.
Devo dire ad onor di cronaca che malgrado il vecchio negozio non avesse una vera e propria sala dedicata all'ascolto,
quello che si ascoltava raggiungeva una qualità sufficiente a catturare l'attenzione e fruire della musica con soddisfazione.
A giro per i negozi, dotati di sale allestite appositamente per le dimostrazioni era solo una questione di tempo, il tempo di comunicare al negoziante che la delusione non giustificava la perdita di ulteriore tempo.

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Re: Minidiffusori

Messaggio da leggereda Papero » 4 gen 2010, 11:10

Mi pare di ricordare Lorenzo che in passati forum avevi fatto alcune considerazioni davvero interessanti sull' argomento.
Nei minidiffusori a 2 vie (spero di ricordare bene) suggerivi di non oltrepassare i 130mm circa per il woofer, altrimenti conveniva passare al 3 vie.
Questo per un discorso di congruenza del messaggio sonoro dovuto all' ottimale rapporto tra il diametro della membrana e il range di frequenze da riprodurre.
Possiamo approfondire questo punto? chiaramente spero di non aver riportato inesattezze
Marco P.
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Re: Minidiffusori

Messaggio da leggereda baby rattle » 5 gen 2010, 10:49

Papero ha scritto:Mi pare di ricordare Lorenzo che in passati forum avevi fatto alcune considerazioni davvero interessanti sull' argomento.
Nei minidiffusori a 2 vie (spero di ricordare bene) suggerivi di non oltrepassare i 130mm circa per il woofer, altrimenti conveniva passare al 3 vie.
Questo per un discorso di congruenza del messaggio sonoro dovuto all' ottimale rapporto tra il diametro della membrana e il range di frequenze da riprodurre.
Possiamo approfondire questo punto? chiaramente spero di non aver riportato inesattezze



E' un discorso molto lungo e complicato, ci sta dentro tutto, estremizzando molto si può dire che per rirpodurre occorre un monovia cui aggiungere bassi ed alti che congruiscano con l'altoparlante di riferimento, al due vie manca proprio la zona di riferimento.

Purtroppo l'aifai è andata per strade a dir poco cervellotiche a causa della mancanza dei fondamenti di scienza tra cui la modellizzazione del sistema considerati i componenti come perfetti in regime di non invarianza; senza una modellizzazione complessiva non si può sapere come pesano i diversi elementi in gioco al fine di ridurre l'unico ed omnicomprensivo errore che fa il sistema di riproduzone ovvero l'alterazione dei tempi di esistenza ovvero l'alterazione della sequenza ovvero l'alterazione della storia spazio temporale.

Non voglio aprire qui il discorso, voglio ancora tenerci appeso più di qualche somarello estraneo allo spirito di questo forum, ma molte cose passano dal sapere come fa un altoparlante ad emettere tante frequenze nello stesso istante ciascuna con la propria ampiezza (idem per il microfono, l'orecchio e qualsivoglia altro dispositivo elettromeccanico), se ci si fa una idea corretta di come stanno le cose poi si può arrivare anche al modo di comportarsi dell'intero diffusore ed al problema del due-tre vie ed alla dimensione degli altoparlanti.

Al proposito mi sono sentito con dr Paolo trovando ottima consonanza e mi sentirò in futuro con misureaudio per vedere se si riesce ad impostare una certa analisi nel solo dominio del tempo non essendoci corrispondenza alcuna, in un sistema non invariante, tra dominio del tempo e dominio della frequenza per cui va visto tutto solamente nel dominio del tempo cosa che finora non è mai stata fatta per i SEGNALI relativi al suono musicale; il suono è SUONO solo quando il cervello lo costruisce e lo osserva come tale.

Non è inutile ricordare la grande varietà di onde che il sistema deve trattare, ONTE LUNCHE 17 metri ed ondine da 2 cm.
.

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Re: Minidiffusori

Messaggio da leggereda misureaudio » 5 gen 2010, 15:09

baby rattle ha scritto:
E' un discorso molto lungo e complicato, ci sta dentro tutto, estremizzando molto si può dire che per riprodurre occorre un monovia cui aggiungere bassi ed alti che congruiscano con l'altoparlante di riferimento, al due vie manca proprio la zona di riferimento.

... in regime di non invarianza; senza una modellizzazione complessiva non si può sapere come pesano i diversi elementi in gioco al fine di ridurre l'unico ed omnicomprensivo errore che fa il sistema di riproduzone ovvero l'alterazione dei tempi di esistenza ovvero l'alterazione della sequenza ovvero l'alterazione della storia spazio temporale.

...

(*) ... vedere se si riesce ad impostare una certa analisi nel solo dominio del tempo non essendoci corrispondenza alcuna, in un sistema non invariante, tra dominio del tempo e dominio della frequenza per cui va visto tutto solamente nel dominio del tempo cosa che finora non è mai stata fatta per i SEGNALI relativi al suono musicale; il suono è SUONO solo quando il cervello lo costruisce e lo osserva come tale.

Questi sono elementi di approfondimento fondamentali. Quanto indicato al punto (*) è estremamente delicato. Le forme d'onda associate a una nota o a un accordo, emessi da uno strumento naturale e captate da un microfono (fatto questo che già ci impone di pensare a tipologie di analisi differenti da quanto fa un ascoltatore umano) sono convenzionalmente costrette negli abiti troppo stretti e inelastici dell'analisi armonica. Il solo fatto che per l'analisi di Fourier, anche nelle versioni a base temporale limitata come la Short Time FT (con l'utilizzo di finestre la cui durata è da scegliere), si usino basi ortonormali di funzioni seno e coseno definite sull'intera retta reale la dice lunga sulla difficoltà di estrarre informazione utile da una forma d'onda a supporto temporale finito, e implicante uno spettro occupato esteso talvolta su più ottave e variabile a sua volta nel tempo. Le condizioni di non invarianza implicano poi l'impossibilità di considerare descrittiva del sistema analizzato la sua risposta impulsiva, dato che la stessa non è unica ed è a sua volta dipendente dal tempo.

Oltre a queste considerazioni preliminari aggiungerei che quando ascoltiamo un impianto audio, non possiamo fare a meno di sentire gli effetti della geometria degli oggetti estesi, e dinamicamente modificantisi, coinvolti nel processo. Questo è vero per le casse (come per la forma della nostra testa).

Per riportare una semplice esperienza di ascolto su quanto piccole variazioni, nelle geometrie e nei materiali che intercettano i molteplici percorsi acustici coinvolti, possano influire, basti citare gli effetti sulla produzione di una corretta immagine sonora dall'esistenza di scalettature in materiali rigidi situate attorno agli altoparlanti, dovute ad esempio a mal progettate griglie. Un caso eclatante l'ho in casa: le grigliette delle Kharma CRM 3.2F. (Le Avalon MM non ci cascano: usano anche loro, conformato (shaped!) del... feltro).
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Re: Minidiffusori

Messaggio da leggereda baby rattle » 5 gen 2010, 23:16

Una lunga e bella chiacchierata con Gian Mattia nel pomeriggio; ci sono altre gambe per percorrere assieme la bella, lunga e faticosa strada per la riproduzione dei suoni musicali e, perchè no, della loro ripresa.
.

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Re: Minidiffusori

Messaggio da leggereda misureaudio » 6 gen 2010, 11:27

baby rattle ha scritto:Una lunga e bella chiacchierata con Gian Mattia nel pomeriggio; ci sono altre gambe per percorrere assieme la bella, lunga e faticosa strada per la riproduzione dei suoni musicali e, perchè no, della loro ripresa.

Grazie! Contatto personale di contenuti ad Alta Qualità.
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Re: Minidiffusori

Messaggio da leggereda audiomagika » 1 dic 2010, 16:18

Stamattina a casa di un amico, anche lui all'epoca frequentatore dell Digitex, una coppia di Chario a due vie, un cd7 Marantz, il solito Thorens 125 con Goldring, e pre e finale Quad vintage...
Un sistemino di un certo valore commerciale messo in piedi in poco tempo razzolando in rete...
Beh, con tutti i limiti che conosciamo e che anche lui rileva dopo essere venuto a casa mia, è un impianto che la muisca ti permette di ascoltarla... molto distante dai mega sistemi che ultimamente ho sentito i quali erano quanto di più alieno la mente umana possa immaginare.
Adesso vedremo se avrà voglia di muoversi dentro i binari giusti... intanto qualcosina gli è stata detta e qualche intevento è stato attuato con soddisfazione.
Con calma lo porto a Roma e vediamo se si stranisce del tutto!!!!!!

ale
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