Vedi, nano, io ho in genere un comportamento gentile e disponibile con tutti, come possono testimoniare tutti i lettori e redattori che hanno avuto a che fare con me negli ultimi 25 anni. Dopo cinque anni che rompi le palle anche io inizio a scricchiolare perché una cosa che io ho sempre ritenuto essere indegna di un interlocutore credibile è quella di ripetere una bugia fino alla noia per farla apparire come una realtà. Tante te ne dovrei ricacciare in bocca con gli interessi ma quella di Stile Italiano, che cerchi di propinare come una verità sai benissimo essere una balla. Nel computer del laboratorio conservo ancora i disegni che mi ha mandato un orgoglioso Andrea Aghemo, disegni fatti a mano ed in vero molto belli ed aderenti a quella che poi è stata la realtà del progetto finito. Se li trovo te li mando, così la finisci di cianciare. Andrea per altro non ha bisogno della mia mano per progettare crossover corretti e diffusori funzionanti, visto che ne fa parecchi l’anno, e se li vende vuol dire anche che li sa fare bene. Perché vedi, tu non hai capito che al di la delle chiacchiere di facciata quello che conta poi è la soddisfazione del committente. Se Stile Italiano non ha mai varcato i confini della Sicilia non si può dire lo stesso di Opera, azienda nella quale sono stato progettista dalla nascita al giugno del 1999, quando sono stato chiamato ad AUDIOreview. Si, Giovanni Nasta mi ha tenuto il broncio per qualche tempo, ma già al Top Audio dello stesso anno eravamo di nuovo amici fraterni. Ad Opera è venuto Mario Bon e pur con una filosofia di progetto diversa dalla mia ha fatto cose ottime perché è un tecnico serio e preparato. Tu in un primo tempo hai cercato, con i tuoi complimenti sperticati, di tirarlo dalla tua parte, ma dopo le prime risposte ferme di Mario hai iniziato a denigrare pure lui, come fai con tutti quelli che ti ricordano che non conosci molto di matematica. Con Giovanni ci vediamo spesso nelle vacanze e le mangiate epiche a Sorrento non si contano. Sai perchè succede questo? Certo che non lo sai e non lo puoi sapere. Ha a che fare con la stima che un committente ha per chi gli ha fornito buoni progetti e gli ha fatto vendere diffusori in tutto il mondo, anche meglio di costruttori con il blasone consolidato da anni ed anni di militanza nel settore. Prestazioni ottenute partendo da nulla e che in un anno hanno fatto conoscere il marchio in tutto il mondo, dal Sud Africa alla Corea. Non amo fare i paragoni e non incenso continuamente il mio nome come fai tu. Io comunque non sono affatto scomparso dalla circolazione e ringrazio anche il Padreterno, perché nonostante la crisi nera mi chiamano da tutte le parti per consulenze e prove sul campo. In condizioni operative così non puoi affidare nulla al caso o alla tastiera, non puoi telefonare a nessuno per documentarti: devi operare in tempo reale, senza esitazioni. A me va bene così ed accetto volentieri il rischio. In tre giorni di lavoro intenso trovo il modo di fare un buon lavoro, di portare a casa i soldini e di fare anche bella figura col committente. Lo so che per te risulta incomprensibile, ma è così, e finisce che poi il committente ti richiama per altri lavori. Quello era il tuo programmino in basic? Complimenti, non c’è nulla che non vada oltre il calcolo varamente minimo un po’ rozzo. Ma perché gli input erano in inglese? Copiato da qualche parte e passato per tuo come tuo solito? Per quanto mi riguarda ti consiglio di guardare bene il listato del programma che ti ho mandato: se guardi bene trovi parti reali e parti immaginare costituite a blocchi, e già questo ti fa capire, forse, che puoi sommare e sottrarre tutti i blocchi circuitali di camere, driver e risonatori che vuoi. Se poi ti vai a rileggere un numero di ACS scritto credo nel 2000 scopri anche uno dei moduli omnicomprensivi, ove a seconda della configurazione che hai scelto puoi eliminare od aggiungere camere ed accordi. Comunque anche se ciò è semplice da realizzare io utilizzo ancora i miei modelli a singola configurazione, perché se hai le idee chiare su ciò che vuoi ottenere non c’è bisogno di avere un modello omnicomprensivo. Pensa che ho pure il programmino per ottenere i parametri del woofer se voglio realizzare un carico con caratteristiche target precise, secondo le specifiche del committente, programma nato ai tempi di Opera e costantemente arricchito di paletti ragionevoli….per non ottenere una massa di meno di mezzo grammo su un midwoofer da 13 cm e 104 dB di efficienza….Alla fine della storia, notate tutti come da una sua “grezza” nelle definizioni della Chimera ora chiede lui agli altri come funziona un reflex, inventandosi fantasiosi motivi sulla sua incapacità di definire un modello vero, cercando disperatamente di stravolgere la realtà di come sono andati i fatti.
Porello.Termino con un appello: a lorè, me lo devi dire tu cosa è la non invarianza, nuti non mi ha detto nulla.....
ORA...
dopo oltre sei anni , VISTO che continua a rivolgere appelli, risponderò al matarasso, nonostante abbia al suo fianco un grande tecnico di valore bollato che scrive:
Il fatto rimarchevole è che queste cose sono note da un bel po' di tempo e comunque da ben prima che Paolo Nuti scrivesse "Percezione, invarianza e i cinque parametri" 30 anni fa sul numero 1 di AudioReview.
tutti questi concetti di pubblico dominio si sono nascosti per 30 anni. Spariti. Svaniti. Com'è successo? E' successo e basta.
è successo....ed ora Le voglio rispondere mapperò prima deve far sapere ai suoi lettori come fa un altoparlante ad emettere tante frequenze nello stesso istante vibrando ad una diversa per ciascuno di essa
fin troppo facile per un grande esperto di CASSA NELLA CASSA, un bisbuffo con sbotto e fuoriuscita a scoreggia...sistema nomato DCAC!
p.s.
signor matarasso, il calabrese ed il majandi non hanno voluto rispondere, lo sanno, ma non vogliono rispondere
non mi resta che Lei.....