produrre e riprodurre

un linguaggio comune per il suono musicale

produrre e riprodurre

Messaggio da leggereda baby rattle » 2 feb 2009, 11:40

Il problema di uno strumento che produce il suono è affatto diverso da quello dei mezzi per riprodurlo.

Un diffusore ad esempio deve, primariamente, non commettere errori ovvero in estrema sintesi deve muoversi solo la membrana dell'altoparlante.
Questo da solo non basta perchè il diffusore deve immettere i suoni in ambiente creando una storia spazio temporale idonea
e qui le cose si fanno difficili perchè, oltre a dover definire cosa si intende per idonea, si perviene alla analisi del primo fenomeno costitutivo della riproduzione dei suoni ed il più distruttivo del segnale da riprodurre: mentre l'altoparlante immette i suoni in ambiente secondo l'ordine temporale che gli detta il segnale registrato si genera in ambiente un secondo evento spazio temporale che si sovrappone al primo con l'effetto di produrre una diluizione della sensazione sonora a causa del mascheramento per suono correlato ovvero è lo stesso suono che maschera se stesso e produce una caoticizzazzione pressochè irrecuperabile delle info sulla provenienza dei suoni e sulla dimensione e modalità di emissione di chi li ha generati.
Stiamo considerando sempre che l'altoparlante sia perfetto nella sua funzione di trasduttore.
La cosa stupefacente è che il fenomeno del rumore per suono correlato non può essere indagato se non conosco il segnale vero presente nel disco , quello che ascolto è sempre suono però non so se ogni singola parte deve esserci o non deve esserci in ogni istante a comporre l'insieme a causa dell'alterazione differenziale dei tempi di esistenza causati dal primo fenomeno e dai molti altri a seguire.
La caoticizzazione implica la perdita della coerenza spazio temporale che è costitutiva dell'evento dal vivo e che, qualunque sia la qualità del suono, non viene mai messa in discussione.
Nell'evento dal vivo posso muovermi nell'ambiente, girarmi di spalle mettermi a testa in giù gli esecutori sono sempre li e gli strumenti sono sempre quelli.
Occorre dunque riconoscere come elemento costitutivo del suono dal vivo e come bene primario da perseguire nella riproduzione questa benedetta coerenza e conguenza dell'evento spazio temporale.
Per fare questo, poichè non sappiamo dove intervenire per ottenerla dobbiamo eliminare tutti gli errori sistematici che il sistema di riproduzione compie e prima ancora definire cosa sia "errore".
La coerenza di emissione, come comunemente nota e trattata è una conoscenza elementare dei fenomeni e delle soluzioni, è come pretendere di raccontare la storia della vita di una persona conoscendone solo la data di nascita e facendogli una foto in culla.
Se si avesse la percezione anche minima della insignificanza della coerenza di emissione si smetterebbe di perdere il tempo dietro i filtri e baggianate simili, una vera e propria bolla di scienza inutile e dannosa (perchè fuorviante) e risolvibile in modo elementare , salvo andare a modellizzare, nel modo il più possibile corrispondente alla realtà, il comportamento dell'altoparlante, sport poco praticato!
Considerare l'altoparlante perfetto ed andare a guardare gli errori di sistema introduce alla modellizzazione a componenti perfetti e mostra l'entità straordinaria dei fenomeni.
La modellizzazione di sistema che riproduce suoni porta alla seguente affermazione: un altoparlante perfetto produce una onda anteriore ed una posteriore; l'onda anteriore è il segnale utile quella posteriore è un segnale di errore (non perchè sia più brutta l'attributo è intercambiabile tra le due onde ma perchè produce una ulteriore storia spazio temporale; segnale utile e segnale di errore iniziano la loro vita con la medesima ampiezza, al 100% !

Ancora da considerare che mentre l'onda anteriore viene fatta evolvere in un ambiente di ascolto, quella posteriore viene immessa in un box da cui ne esce massacrata dai modi propri di vibrare dell'aria nel box e da quelli della struttura del box.

Immettere l'onda posteriore direttamente in ambiente, funzionamento a dipolo, non cambia la questione ed anzi la peggiora a causa della creazione di due storie spazio temporali la cui unica differenza con iil primo caso è la non alterazione in ampiezza e durata delle singole armoniche ma occorre considerare che detta alterazione può venire utile al cervello per distinguere i due eventi di cui uno più aberrato e quindi meno credibile.

Se consideriamo che non esiste un diffusore la mondo, di qualsivoglia prezzo, che mostri almeno un accenno alla soluzione di tali problemi ci possiamo fare un'idea del cosiddetto "stato della tecnica".
.

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Re: produrre e riprodurre

Messaggio da leggereda sponsor » 22 giu 2009, 9:27

Mi riallaccio a questo post per notare una cosa, già detta altrove ma forse meglio ripeterla perché altrimenti si potrebbe perdere.
Assistiamo allibiti (almeno io...) a infinite periodiche discussioni sui sistemi ad alta efficienza, sul "professionale", etc., in cui intervengono "autorevoli" esponenti che amplificano le orchestre o i cori in chiesa. Mai a nessuno che venga in mente che, appunto, una cosa è "produrre" e un'altra è "riprodurre". L'alta fedeltà si occupa di riproduzione, il professionale di amplificazione. Gli scopi sono totalmente diversi. Per fare un pallido confronto con un'altra realtà (solo per capire meglio, perché il paragone con l'ambito audio è forzato per una serie di motivi), il professionale si occupa di illuminare il campo di calcio o la pista dell'aeroporto, l'alta fedeltà di proiettare un film.... anzi di creare i presupposti perchè la proiezione del film sia emotivamente coinvolgente. Nessuno pretende di proiettare un film usando, invece del proiettore, i fari alogeni che si usano per illuminare le piste degli aeroporti... Coi fari alogeni illumino una realtà, col proiettore devo mettere in grado di accedere all'esperienza emotiva codificata su una pellicola. In ambito professionale il fonometro può essere utile perché si vuole far arrivare un certo minimo prefissato livello sonoro in ogni punto di un determinato spazio... in alta fedeltà non serve praticamente a niente perché l'obiettivo è ricreare un evento spazio-temporale in uno spazio avulso da quello di origine (e se lo si fa con criterio si arriva presto a capire che la pressione sonora NON E' la discriminante essenziale per creare una sensazione di minore o maggiore "fedeltà" all'evento originario). Da qui la necessità di teorizzare i "due eventi", di cui si è ampiamente discusso nel post
viewtopic.php?f=4&t=27

Eppure in campo audio chi si occupa di "fari alogeni" si ritiene anche "esperto di proiettori e di pellicole e di stati emotivi". Il perché rimane per me un mistero (e rimane ancora più misterioso per quale motivo nessuno in pubbliche discussioni sia in grado di far notare questa faccenda di una banalità evidente, mettendo così a tacere i professionisti di altrove).
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Re: produrre e riprodurre

Messaggio da leggereda baby rattle » 22 giu 2009, 21:26

Come spesso accade nella storia della scienza e della tecnica ci si trova di fronte ad un mistero; in questo caso la scienza dei comportamenti umani si trova di fronte ad un caso di cecità tecnico scientifica che non si riesce a rimuovere.
Il sistema non invariante può essere cosa difficile, soprattutto trarne tutte le conseguenze poichè si balla sull'orlo dell'abisso dell'infinito e dell'infinitesimo, ma che ci sia una onda posteriore ed una anteriore, che ci siano onde lunghe fino a 17 metri a 20 Hz e che la riproduzione comporta che l'evento spazio temporale debba accadere una seconda volta con relativa caoticizzazione non mi sembra così difficile da acquisire e far pesare nel progetto dei mezzi.
Tentare di spiegare questo mistero richiederebbe una analisi multidisciplinare, tecnica, economica, sociologica, psicologica, semantica, culturale, filologica, ed uno sforzo invero enorme di comprensione e di sintesi.
Mai nella storia delle umane attività si è visto l'istaurarsi ed il persistere di errori così madornali accompagnati dalla incapacità e dal rifiuto di corregerli; viene da pensare in estremo a qualche maledizione biblica, terreno su cui non è agevole ne corretto addentrarsi.
E poi perchè cercare spiegazioni fuori dal soggetto che erra e che non vuole emendarsi?
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Re: produrre e riprodurre

Messaggio da leggereda baby rattle » 7 ago 2009, 17:21

Visto che non si riesce di venire a capo di formulazioni semplici e fondamentali, spartiacque direi, mi chiedevo giorni fa se è chiaro a tutti che il SUONO, questa entità che prende molteplici aspetti ognuno da approfondire in separata sede, è CONOSCIBILE solo dall'essere umano.

Conoscibile, prima ancora che indagabile, il suono esiste solo nella percezione animale (tra cui l'uomo) e non esiste altrove.

filtratura secondo curve fisiologiche, mascheramento, LIMITAZIONE DI BANDA.

Perchè sotto i 20 Hz e sopra i ventimila Hz non è più suono?

Eppure elettricamente, dal punto di vista della fisica e degli strumenti E' TUTTO IDENTICO (estendibilità fuori banda del suono fisico).

Ciò posto ne discende, ed è bene che la cosa sia ben chiara e ben fissata nella mente è che all'esterno della sensazione non accade nulla, nessun fenomeno, nessuna variazione, NON ESISTE IL SUONO.

Allo stesso modo che non esiste il suono a 100 mila Hz.
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